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venerdì 23 ottobre 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 23 ottobre.
La sera del 23 ottobre 2002 un gruppo di 42 terroristi ceceni, molti dei quali donne, irruppero nel teatro Dubrovka di Mosca prendendo in ostaggio i circa 850 spettatori e lavoratori presenti, avanzando la richiesta che le truppe russe abbandonassero immediatamente il territorio ceceno, in cui era in corso una guerra per l'indipendenza.
I terroristi erano armati di pistole e fucili, inoltre molti di loro indossavano cinture e corpetti imbottiti di esplosivo.
Le trattative andarono avanti per alcuni giorni, durante i quali furono liberati molti ostaggi, principalmente bambini, persone malate e buona parte dei cittadini non russi presenti a teatro.
La mattina del 26 ottobre le forze speciali russe decisero di intervenire. Attraverso i condotti di areazione immisero nel teatro massicce dose di Fentanyl, un potente anestetico, e irruppero nel teatro. I combattimenti che ne seguirono portarono alla morte dei terroristi e di almeno 130 ostaggi.
I corpi dei morti e di coloro che avevano perso i sensi a causa del Fentanyl vennero ammassati indistintamente nel piazzale del teatro alla pioggia e alla neve, e solo in un secondo momento furono trasportati negli obitori e negli ospedali, poichè non veniva consentito alle ambulanze di entrare nella zona recintata.
Il presidente russo Vladimir Putin, durante un'apparizione televisiva del 26 ottobre, difese il blitz affermando che "il governo aveva fatto l'impossibile, salvando centinaia, centinaia di persone". Chiese perdono per non essere riusciti a salvare più ostaggi e dichiarò il lunedì successivo giorno di lutto nazionale per commemorare le persone morte.
L'uso massiccio del Fentanyl provocò poi negli anni successivi la morte di diversi ostaggi o l'insorgere di gravi malattie, anche se ciò non è dimostrabile.
L'inchiesta russa che seguì all'evento fu archiviata nel 2007 senza alcun colpevole; la corte europea per i diritti dell'uomo ha preso in considerazione la vicenda nel 2007, rimarcando che l'uso della forza era lecito in ragione del rischio immediato, rimproverando tuttavia l'insufficiente predisposizione di ambulanze e antidoti, necessari per l'immediato soccorso delle vittime.

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