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Suor
Godfrida Wetteren (Belgio - 1933), al secolo Cecile Bombeek, bassa
tracagnotta dai capelli rossastri, capo infermiera dell'ospizio delle
Fiandre, condivide una stanza con la sua inseparabile amica Suor
Mathieu, mascolina e piuttosto massiccia.
Nell'appartamento
bibite, liquori di marca e champagne e poi biancheria di seta,
profumi e materiale da sexy shop quale vibratori, falli artificiali e
altri giochi erotici.
Tutto
questo emerge prepotentemente quando un giovane sanitario
dell'ospizio, Jean Paul, nel 1978 rompe il muro dell'omertà e
denuncia suor Godfrida (significato del nome: amica di Dio). Davanti
al magistrato confesserà inizialmente tre omicidi, raccontando di
averlo fatto perché soffrivano troppo, e di aver utilizzato
l'insulina perché non soffrissero.
Il
giovane medico racconta che una notte un'infermiera accorse sentendo
un gran baccano e vide la suora intenta a far ingerire ad un vecchio
impossibilitato a reagire, una grande quantità di acqua, causandone
la morte per asfissia. A Suor Godfrida vennero attribuiti almeno 40
omicidi e non per alleviare le sofferenze, ma per intascare i loro
beni e tramutarli in droghe e oggetti di piacere.
Nel
1971 subì un intervento che comportò la sostituzione di parte della
calotta cranica con una protesi. Divenne sempre più violenta. Si
rilevò nella struttura sanitaria, un'inspiegabile aumento di fornitura d’insulina
dell’ospizio. Suor Godfrida chiese le chiavi per l’esclusiva
gestione della dispensa dei farmaci. Nel giro di 8 mesi morirono 21
persone nel reparto geriatrico da lei gestito. Tra questi pazienti, alcuni, prima
della morte, godevano di buona salute. Fu sospesa del servizio in
seguito a minacce a degenti e personale; tuttavia il Ministero la
dichiarò idonea e fu reintegrata in servizio. In preda a crisi di
nervi distrusse l’infermeria. Ne prese le sue difese monsieur
Verschoris, tuttavia un medico ed un infermiere la fecero arrestare
comunque.
Nel
1977, a 44 anni, fu fermata e processata nel 1978. Confessò tre omicidi e giurò di
voler scrivere un memoriale dove avrebbe denunciato altri
responsabili degli omicidi accaduti nel nosocomio.
Bibliografia
Noa Bonetti: Il veleno è donna, Ed. Iris 4
© 2013 Accademia dei Sensi - Licenza CC BY-NC-ND 3.0