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sabato 17 ottobre 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 17 ottobre.
Il 17 ottobre del 1931 a Chicago, in Illinois, Alphonse Capone veniva condannato a 11 di carcere e a una multa di 80000 dollari per evasione fiscale.
Figlio di emigranti, Al Capone detto scarface a causa di una cicatrice rimediata in gioventù con un rivale, costruì la sua fortuna a Chicago lavorando per Johnny Torrio nel campo nelle scommesse clandestine, fino a quando lo stesso Torrio si ritirò a seguito di un attentato e gli lasciò le sue attività illecite. Capone fece fortuna con il business del commercio illegale di alcolici (si era nel proibizionismo) affiancando alle sue attività illecite altre attività di copertura, di ristorazione e abbigliamento, che gli rendevano altrettanto.
Il segreto del suo successo era basato sulle centinaia di politici e poliziotti corrotti e a suo libro paga (tra cui il sindaco William Thompson) e sull'eliminazione di tutti coloro che ostacolavano il suo successo; a lui è attribuita la celebre strage di San Valentino, in cui alcuni sicari vestiti da poliziotti irruppero in un garage e fingendo un controllo uccisero a colpi di mitra sette persone.
Per contrastare Capone l'FBI costituì un pool di super poliziotti considerati incorruttibili che in una località segreta si dedicarono esclusivamente a tentare di incastrare Capone, detti gli intoccabili. Non era facile perchè il mafioso non era intestatario di nulla o quasi. Fu soltanto la scoperta casuale di un foglietto che, quasi come una stele di Rosetta, consentì di decifrare i codici permettendo agli intoccabili di dipanare una fitta trama di imbrogli e violenze.
Tuttavia, non fu possibile trovare alcuna prova degli oltre 200 omicidi attribuibili agli ordini di Capone, e l'unica accusa che fu possibile dimostrare fu l'evasione fiscale.
Inizialmente inviato nel carcere di Atlanta, fu presto trasferito in quello di Alcatraz non appena fu chiaro che, sempre corrompendo poliziotti e secondini, Capone viveva con agio e continuava a gestire anche dal carcere i suoi traffici.
Ad Alcatraz invece si ammalò di demenza (forse dovuta alla sifilide contratta anni prima) e fu liberato nel 39. Morì di arresto cardiaco a seguito di un ictus in Florida nel 1947 a soli 48 anni.

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