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lunedì 12 ottobre 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 12 ottobre.
Il 12 ottobre del 1960, durante il 902esimo incontro della 15esima assemblea generale delle Nazioni Unite, il segretario del partito comunista sovietico, Nikita Krushev, per protesta nei confronti del delegato filippino, Lorenzo Sumulong, che nel suo intervento propose  di estendere gli scopi della dichiarazione sulla concessione di indipendenza ai paesi e popoli coloniali "anche ai popoli dell'est europeo, privati del libero esercizio dei loro diritti sociali e politici e inghiottiti dall'Unione Sovietica", si tolse una scarpa e la battè violentemente sul banco della sua postazione, un atto che resterà negli annali della storia.
Tuttavia l'episodio è controverso: secondo Benjamin Welles del New York Times, Krushev si tolse la scarpa destra, si alzò in piedi e la brandì in direzione del delegato filippino all’altro lato della sala, poi la picchiò sul banco.
Murrey Marder del Washington Post racconta che Krusciov apostrofò Sumulong chiamandolo “kohlui” (creatura servile) e lacchè dell’imperialismo. “Quale genere d’indipendenza c’è nelle Filippine” disse il premier russo “Dio solo sa. Tu devi guardare nella lente d’ingrandimento per vedere quella indipendenza”. Frederick Boland, irlandese e presidente della seduta, seccato ammonì Sumulong di continuare l’intervento. Il giornalista riporta il fatto che ad un certo punto della seduta Krusciov si tolse la scarpa e la agitò in direzione di Boland senza però precisare il momento esatto in cui avvenne.
Secondo Welles il leader sovietico si tolse nuovamente la scarpa durante l’intervento di Francis Wilcox, assistente del Segretario di Stato americano.
L’intervento dell’americano fu interrotto dalle proteste e Marder riferisce che il presidente Boland sbatté il martelletto con tale veemenza, per riportare l’ordine, che la testa di esso si ruppe e volò oltre le sue spalle accompagnato dagli applausi e dalle risate provenienti dalle file comuniste.
James Feron, del New York Times, intervistato in proposito nel 1997, affermò che Krushev sbatté il pugno sul tavolo, poi si tolse la scarpa, un mocassino, la agitò per poi riporla sul tavolo, in ogni caso non se ne servì per picchiare sul banco. Alla domanda perché il suo giornale invece scrisse che sbatté la scarpa, rispose che tale fu la versione dell’Associated Press.
Sharon Ghamari-Tabrizi, in suo libro del 2005, scrisse che dopo pochi minuti che Sumulong ebbe ripreso il discorso Krusciov tirò fuori una scarpa, balzò in piedi e la brandì, quindi la sbatté sul banco. Poco dopo iniziò a percuotere il tavolo con entrambi i pugni seguito dal resto della delegazione sovietica.
Il generale del KGB Nikolai Zacharov racconta che Kruscev, dopo essersi consultato con Gromyko, si alzò in piedi e sollevò la mano per chiedere un punto d’ordine al presidente che però lo ignorò. Allora egli si tolse la scarpa e iniziò a batterla ritmicamente sul tavolo come un metronomo, soltanto allora il presidente lo invitò a parlare.
John Loengard, della rivista Life, scrisse a Taubman, autore di un paio di libri su Krushev, di aver visto il segretario russo togliersi la scarpa destra di vitello marrone e metterla sul tavolo senza sbatterla. Tutti erano pronti a fotografare la scarpa sbattuta sul tavolo ma ciò non accadde.
Sono interessanti le spiegazioni del perché quella scarpa finì sul tavolo.
Qualcuno sostiene che fu un atto premeditato, la scarpa sbattuta non era una di quelle indossate dal premier sovietico ma essa fu portata apposta per quello scopo.
La nipote Nina Khrushchev, nel 2000, raccontò la storia come la conoscevano in famiglia. Al nonno cadde l’orologio sbattendo il pugno sul tavolo, nel raccoglierlo trovò la scarpa, che si era tolto perché stretta, e la prese.
Un commesso ONU raccontò che, nel tornare al suo posto, il premier sovietico perse la scarpa per un’urto fortuito con un giornalista, il commesso recuperò la scarpa e gliela passò avvolta in un fazzoletto. Quindi, secondo lui, non se la tolse, comunque la sbatté sul tavolo.
Viktor Sukhodrev, il suo interprete, raccontò che lo sbattere del pugno sul tavolo provocò l’arrestarsi dell’orologio. Irritato dal fatto che un lacchè capitalista aveva provocato la rottura del suo orologio Khrushchev si tolse la scarpa ed inizio a sbatterla sul tavolo.
Secondo alcuni testimoni i banchi stretti e la pancia del premier sovietico gli avrebbero impedito di rimettersi la scarpa.
Per chiudere, l’abitudine di sbattere i pugni sul banco per evidenziare il disaccordo con le parole dell’oratore di turno era in voga nei paesi dell’est. Krushev lo fece il 26 settembre con il Segretario Generale dell’Onu, con McMillan il 29 settembre ed il 12 ottobre con Sumulong e Wilcox.


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