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giovedì 31 luglio 2014

#Gita in Val Ridanna di #Roberta Accademica

Ho partecipato ad una gita di un giorno, la meta era la Val Ridanna, che insieme alla Val Passiria fanno parte delle valli altoatesine, insieme condividono la miniera di Monteneve, una delle miniere più alta d'Europa. 




 
Con un esercito di minatori estraevano minerali preziosi come argento, piombo e zinco.
Nel 1500 le 70 gallerie Di Monteneve avevano 1000 minatori che vivevano in condizioni estreme in un paese vicino San Martino. Negli anni successivi si sviluppò un intreccio di gallerie diventarono: 1000 tra tunnel e pozzi, una estensione da 2000m a 2650m sul livello del mare.




La miniera ha forgiato la vita stessa delle valli, e sopratutto nella Val Ridanna, lasciando ancora oggi la popolazione legata alle tradizioni
All'entrata ci ha accolto una guida che ci ha condotto nelle gallerie facendoci immergere in quel mondo. Per prima cosa abbiamo indossato il caschetto e impermeabile, compagno inseparabile per i veri minatori.

 


Nelle gallerie si assapora e si comprende il duro lavoro dei minatori pieno di pericoli, umidità, polvere e rumore, la nostra guida ha acceso per noi, solo uno dei motori dentro alla galleria, un fracasso infernale, per nostra fortuna è durato solo due minuti, in quel momento ho pensato a loro
che lo sentivano per tutto il turno. 
Ma più che altro l'oscurità che rende le giornate sempre uguali.


 


Illustrandoci come nei secoli il modo di estrarre sia cambiato, con le varie innovazioni tecnologiche avvenute, dato che il lavoro si è svolto per 800 anni. Ci ha anche detto che se si volesse riprendere l'estrazione si potrebbe fare, dato che hanno mantenuto gli impianti funzionanti, quasi tutte le guide sono famigliari di minatori.



 







 
Il materiale già separato per estrarre argento piombo e zinco, veniva trasportato con grandi difficoltà dalle miniere di Monteneve verso la Val Passiria a Masseria in Val Ridanna e da li a Vipiteno grazie ad una grande rete di sentieri audaci per i tempi, piani inclinati di frenaggio, casse per i minerali trainati da cavalli. 





 
Questi impianti rimangono tuttora, può essere visitato con percorso didattico, è il più lungo al mondo.
Nel 20° secolo il sistema fu cambiato da un impianto di teleferica.
Le estrazioni fecero acquisire a re, principi e vescovi, fama potere e ricchezza. 







L'impianto di separazione ancora funzionate, visitato da noi anche qui la guida, ha acceso un meccanismo dove veniva buttato il materiale scavato e passando attraverso dei rulli smezzato, poi con ulteriore lavorazione si estraeva.






 
La guida ci spiegava i vari prodotti chimici e altri metodi usati per separare i vari minerali.





 
Ora questa miniera si è trasformata in museo, gran parte a cielo aperto. Se si pensa che per circa un millennio, piccoli eserciti di minatori ci hanno lavorato... la chiusura definitiva è avvenuta nel 1985, dopo una gloriosa storia








Alla fine del percorso siamo entrati nel museo abbiamo visto un filmato che raccontava le fatiche di quei tempi, l'attrezzatura le lampade dal 13° al 20° secolo, vita, usi e costumi dei minatori, anche una curiosità, in Tirolo è vissuta una donna che veniva definita “Gingatessa del Tirolo” la donna più alta del mondo nel 1900.









 Descrizione e immagini di Roberta Accademica

#Statue famose: La #Sirenetta di #Copenhagen - Danimarca


 imm, da volareweekend.com/copenhagen-sirenetta.jpg



La Sirenetta” si trova nel porto della città di Copenhagen, in Danimarca, e raffigura l’eroina di una fiaba di Hans Christian Andersen. Si tratta di una scultura piuttosto piccola, di appena 1,25 m di altezza e del peso di 175 kg, ma ciò non ne ha impedito la popolarità. La costruzione della Sirenetta venne commissionata allo scultore Edward Eriksen nel 1909 da Carl Jacobsen, figlio del fondatore di Carlsberg, il quale era rimasto affascinato da un adattamento della favola come balletto. Nel corso degli anni, la statua della Sirenetta venne vandalizzata più volte, motivo per il quale è stata rimpiazzata con una nuova sirenetta identica costituita da un unico blocco metallico lavorato.

 

 fonte gizzeta.it

mercoledì 30 luglio 2014

#Statue famose: I #Moai #Isola di Pasqua - Oceano Pacifico - Cile


 imm. da 2.bp.blogspot.com/Moai isola di pasqua.

I Moai sono statue che si trovano sull'Isola di Pasqua. Nella maggior parte dei casi si tratta di statue   monolitiche, cioè ricavate e scavate da un unico blocco di tufo vulcanico; alcune possiedono sulla testa un tozzo cilindro (pukao) ricavato da un altro tipo di tufo di colore rossastro, interpretato come un copricapo oppure come l'acconciatura un tempo diffusa tra i maschi. I Moai sono alti da 2,5 metri fino a 10 metri (ne esiste uno, peraltro incompleto, di 21 metri). Spesso, sono visibili solo le teste delle statue, ma recenti scavi hanno trovato l'evidenza di un corpo sotto di esse. Sul dorso delle statue sono incisi simboli in rongorongo,  in particolare la 'falce' detta Vaka, che potrebbe rappresentare una canoa. Probabilmente questi simboli incisi sulle statue indicano l’identità dell’artista, o del gruppo  proprietario dell'opera. Quelli alti circa 10 metri hanno un peso che può variare dalle 75 alle 86 tonnellate.

Sono clissificati tra le 10 statue più famose del mondo

* l rongorongo (o ko hau rongo rongo) è la scrittura antica  dell'isola di Pasqua (Rapanui) 

 imm wikipedia

fonte: wikipedia.org

martedì 29 luglio 2014

# Statue famose: La #Venere di #Milo



 imm. da it.wikipedia.org/wiki/Venere_di_Milo

La Venere di Milo è una delle più celebri statue greche. Si tratta di una scultura di marmo pario   (h. 202 cm), priva delle braccia e del basamento originale, conservata nel Museo del Louvre a Parigi. Sulla base di un'iscrizione riportata su tale basamento (andato perduto) si ritiene che si tratti di un'opera di Alessandro Antiochia.  In passato, alcuni attribuirono erroneamente l'opera a Prassitele.

  fonte:it.wikipedia.org 

lunedì 28 luglio 2014

#Umbria #Vacanze di Antonino Vazzano


 Casa vacanze " il Ruscello" Scheggino


Il riposo di Antonino


La gentilissima  Signora che ogni mattina ci faceva trovare la crostata di frutta fresca 

Piediluco visto dal lago

un altra visione di Piediluco 


Io e paola sul lago


Basilica San Francesco D'Assisi


Palazzo dei Consoli - Gubbio


Palazzo Comunale  - Perugia


Cascata delle Marmore



Spello - Splendidissima Colonia Iulia

Fotografie di Antonino Vazzano

#Italy: IsolaDi #Burano #Venezia



 imm. da votretourdumonde.com/wp-content/uploads/burano-italie.jpg

L’isola di Burano, un tempo famosa per l’arte del merletto, è tuttora il cuore della Laguna Nord e deve il suo incredibile fascino ai colorì delle abitazioni: azzurro, rosso, giallo, viola, ogni casetta ne ha uno diverso.
Girando per le piccole fondamenta e per le callette di Burano respirerete un’autentica atmosfera popolare: le porte delle case sono spesso lasciate aperte, segno inequivocabile che qui tutti si conoscono e si fidano l’uno dell’altro, e quando le temperature si fanno miti, placide vecchiette discorrono serene mentre rammendano sedute all’aperto di fronte alle loro abitazione.


 imm. da isoladiburano.it/images_dir/shops/MARTINA/1.jpg

 La lavorazione del merletto con l’ago da cucire cominciò a svilupparsi nell’isola intorno al ‘500 e trovò naturalmente subito l’appoggio delle nobildonne Cadde poi lentamente in declino fino a venire rilanciata alla fine dell’800 con l’istituzione di una Scuola e di un Laboratorio per la lavorazione dei merletti tuttora operanti.

 imm. da media-cdn.tripadvisor.com/isola-di-burano.

Una volta scesi dall’imbarcadero potrete ammirare le numerose vetrine  dove comprare splendida biancheria ornata da superbi merletti, ma fermatevi anche nelle pasticcerie o dai fornai: Burano è anche famosa peri suoi biscotti, detti appunto buranei. Seguendo il flusso della gente raggiungerete facilmente l’unica piazza dell’isola, abbastanza ampia, intitolata a Baldassarre Galuppi, compositore buranello del XVIII sec. Qui si affaccia la Chiesa di S.Martino, la cattedrale di Burano con caratteristica facciata senza portale (si entra dal fianco), e il Museo del merletto.

 imm, da vip.it/wp-content/chiesa-di-San-Martino-Vescovo-burano



 imm. da it.wikipedia.org/wiki/MerlettodiBurano Museodelmerletto Burano.png

 fonte:  venezia.net/burano

domenica 27 luglio 2014

#Italy: IsolaDi #Murano #Venezia


 imm. da sea-seek.com/images/x1/3/10/Murano.

Divisa in nove isolette, attraversata da un ampio canale, Murano è l’isola del vetro soffiato: una tradizione antica, tuttora vivissima, che ha visto impegnate in questa magica lavorazione intere generazioni di muranesi. Il Museo del Vetro è oggi meta irrinunciabile per chi voglia documentarsi sull’arte della produzione vetraria a Venezia.

 imm. da /europeforvisitors.com/venice/murano glass museum
 A Palazzo Giustiniani, un tempo prestigiosa sede dei Vescovi di Torcello, il museo presenta una ricchissima collezione di oggetti e vetri decorati prodotti dal XV sec. ai giorni nostri, testimonianze dei mutamenti del gusto e dello stile, della sperimentazione di nuove tecniche, di una tradizione a cui l’isola deve la propria ricchezza e notorietà.

 imm. dablogimgs.only-apartments.com/murano-glass-venice.jpg

A poca distanza dal museo, la Basilica dei Santi Maria e Donato rappresenta uno dei migliori esempi di stile veneto-bizantino: interessanti le decorazioni esterne dell’abside e, all’interno, i mosaici del pavimento con motivi ornamentali che risalgono all’epoca della costruzione della basilica (1140). Delle originali decorazioni interne rimane un mosaico bizantino mentre la lunetta sopra la porta del Battistero fa da cornice a un dipinto di L. Bastiani (1484).

 imm. da i1.trekearth.com/photos/44740/s.s.-maria-e-donato.jpg
L'isola è raggiungibile con i mezzi pubblici dell'ACTV, sia da Piazzale Roma che dalle Fondamenta Nuove

 fonte: turismovenezia.it/L-isola-di-Murano

sabato 26 luglio 2014

#Trattenere la #Felicità


 imm. da jaadno.files.wordpress.com



Non si può trattenere la felicità.
La si può solo ricevere delicatamente tra le mani, accarezzare e sfiorare.
Se tengo costantemente in mano la felicità come un bicchiere, non sono più in grado di fare nulla.
E meglio metterla giù, deporla accanto a me, in modo da riuscire a fare quello che devo o che ho voglia di fare.
E, ogni volta che ne avrò il desiderio, potrò sempre riprendere in mano la felicità come un calice prezioso e rimirarla con stupore.
Chi vorrà sempre tenerla stretta tra le dita, sicuramente finirà per farla andare in mille pezzi".

Anselm Grùn, Il Piccolo Libro della Vera Felicità

venerdì 25 luglio 2014

#Intesità emotiva


 imm. data.whicdn.com

Qualcosa era cambiato in me.
Avevo ripreso a vivere relazioni fugaci, senza pretese e senza rimpianti, restando ogni volta con l'amaro in bocca.
Cercavo un'altra occasione e ne avevo timore.
L'eccesso di intensità emotiva fa soffrire e così continuavo a galleggiare sulle emozioni senza avere il coraggio di affondare in esse.


 Raffaello Mastrolonardo, La scommessa

giovedì 24 luglio 2014

#Donne diverse... da La vita al femminile di Simona Oberhammer


 imm. da ilclub.stilemaschile.it  Ava-Gardner


Ci sono donne che si sentono profondamente diverse.
Diverse perchè i loro desideri non sono quelli di tutte le altre.
Diverse perché non si esprimono come tutte le altre.
Diverse perché vorrebbero andare in posti diversi da tutte le altre.
Diverse perché non pensano e non sentono come tutte le altre.
Queste donne si sentono così diverse da pensare di essere sbagliate. “Cos’ho che non va ?” si chiedono qualche volta con le lacrime agli occhi. “Perché sento queste cose?” si domandano sbigottite. Vorrebbero trasformarsi in quello che non sono. Ma non succede. Perché c’è una voce dentro di loro che parla e dice
“Vai da un’altra parte”, “Segui un’altra strada”.
E’ la voce delle ali di farfalla. Sono ali che spesso le donne non sanno di avere. Perché non le vedono. Sono dietro di loro. Sono proprio quelle ali a renderle diverse: speciali. Sono quelle ali che le spingono a volare nessuno vola. A cercare dove nessuno cerca. A sperare dove nessuno spera. A cantare dove nessuno canta. Ad amare dove nessuno ama.
Sono ali grandi e maestose, dei colori della notte e del giorno. Sono cariche di promesse quelle ali. Basta muoversi verso la direzione in cui ti spingono, per iniziare a volare verso spazi misteriosi, ricchi di promesse tutte da scoprire….

Simona Oberhammer,  La via femminile

mercoledì 23 luglio 2014

#Statue famose: ll #Cristo Redentore - Rio de Janiero - Brasile


imm. da wikipedia.org


Il Cristo Redentore  è una statua rappresentante Gesu Cristo.  La statua trova collocazione sulla cima della montagna del Corcovado, che si erge a 700 m s.l.m. a picco sulla città e sulla baia di Rio de Janeiro, è alta 38 metri, di cui 8 metri fanno parte del basamento. È uno dei monumenti più conosciuti al mondo.
La statua è un simbolo della città e del Brasile   e rappresenta il Cristo Redentore dell'umanità. È stato inserito nel 2007  fra le sette meraviglie del mondo moderno.  Ai piedi della statua è posta una targa messa dalla comunità italiana nel 1974   (in occasione del centenario della nascita di Guglielmo Marconi  ) per commemorare l'accensione delle lampade della statua tramite un impulso radio da Roma da parte dello scienziato italiano il 12 ottobre 1931


Fonte wikipedia.org

I #Tepui #Casa degli dèi



 imm.it.wikipedia.org/wiki/Tepui
In lingua indigena Tepui significa casa degli dèi

Per gli indigeni della Gran Sabana, un altopiano del Venezuela, la parola tepui significa “casa degli dèi”. In realtà sono montagne isolate che si elevano per centinaia di metri rispetto alla pianura circostante e possiedono una cima piatta. Una formazione morfologica molto simile alla mesa, come viene chiamata in Spagna e negli Stati Uniti.

Isolati
I tepui sono spesso distanti uno dall’altro e il loro isolamento ha fatto sì che sulle loro cime si sviluppassero una fauna e una flora peculiari. Su di essi si trovano orchidee, bromeliacee (piante simili all’ananas) e spesso piante carnivore.

La maggior parte dei tepui sono composti da rocce arenacee, calcaree e quarzose e sono ciò che rimane dell’erosione da parte dei fiumi di antichissimi altopiani. Sono ambienti - dal punto di vista scientifico - molto interessanti e oggetto di numerose ricerche e scoperte, tra cui quelle di alcuni ricercatori italiani.

Foto: Thinkstock 
 Uno dei più noti è il tepui Auyantepui (in lingua locale “montagna del diavolo”), che si trova in Venezuela e si estende per circa 700 km2. È famoso da quando nel 1933 vi fu scoperto il Salto Angel, che a oggi risulta la cascata più alta al mondo, con 979 m di salto.

Fonte: focus.it/ambiente/natura/

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