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venerdì 9 giugno 2023

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 9 giugno.
Il 9 giugno 1934 compare per la prima volta in un cartone animato il personaggio di Paperino.
Se Topolino è comparso nel mondo dei fumetti nel 1930, quattro anni dopo, nel 1934 nacque un personaggio destinato ad un altrettanto fortunatissimo successo: Donald Duck, che in Italia fu ribattezzato con il nome di Paolino Paperino o più semplicemente Paperino. Si tratta di un papero, (un paperino per l'appunto) ideato da Walt Disney e realizzato graficamente da Ub Iwerks, ma è grazie al bravissimo disegnatore Al Tagliaferro che Paperino acquistò quel segno grafico, buffo e caratteristico che contribuì a rendere le strip dell'epoca divertentissime ed esilaranti. Paperino veste perennemente con un abito blu alla marinara, con i bottoni dorati, e un cappellino che gli caratterizza il viso. Inizialmente Paperino fece da spalla a Topolino, ma ben presto Walt Disney si rese conto che un personaggio di queste potenzialità, meritava una testata tutta sua, con delle storie che dovevano vederlo come protagonista indiscusso. Così avvenne e Paperino continua ancora oggi a divertire grandi e bambini con le sue storie simpaticissime e avventurose.
Il successo di Paperino è dovuto principalmente al suo temperamento, diametralmente opposto a quello di Topolino, che rappresenta un po' i difetti di ognuno di noi, infatti è un pasticcione, combinaguai, dispettoso, irascibile, testardo, pigro, fifone, ma si ingegna sempre nel trovare una soluzione che gli eviti un po' di fatica, a volte ci riesce, ma altre volte va incontro ad un mare di guai, complicandosi la vita per una sciocchezza, soprattutto perché è perseguitato da una tremenda e proverbiale sfortuna.
Paperino è stato protagonista di numerosissimi cortometraggi animati e il più delle volte, le storie avevano la funzione di esaltare le caratteristiche della sua personalità. Sono infatti divertentissime le storie che vedono il collerico Paperino alle prese con i suoi nemici di sempre: Cip e Ciop, due innocenti scoiattoli che però rovinano puntualmente le scampagnate organizzate da Paperino. Ma il film d'animazione più importante che vede Paperino protagonista insieme a Josè Carioca è senza dubbio "I tre Caballeros" un film del 1944 ambientato in America latina.
Nel 1937 Paperino fu affiancato da tre personaggi che aggiunsero alla comicità delle storie un pizzico di avventura in più, fu circondato infatti dai tre nipotini molto svegli e in gamba: Huey, Dewey e Louie, che in Italia furono ribattezzati con i nomi di Qui, Quo, Qua.
Inizialmente questi nipotini, un po' come fecero Tip e Tap nei confronti di Topolino, si divertivano a combinare scherzi e dispetti al loro povero zio, che esasperato andava su tutte le furie e alla fine combinava sempre tantissimi guai, più di tutti i nipoti messi insieme. In seguito si rivelarono essere un preziosissimo sostegno nei confronti di Paperino, capaci di tirare fuori lo zio, da situazioni complicatissime, grazie al loro ingegno e al loro intuito. I tre fanno anche parte del corpo di volontari delle Giovani Marmotte (una sorta di associazione Scout) dirette dal Gran Mogol e quando si trovano in difficoltà, consultano il loro immancabile "Manuale", fonte di ricchissimi spunti e di tante risorse per risolvere situazioni tecniche complesse.
Paperino vive in una casettina con giardino nella città di Paperopoli e si arrangia a fare mille mestieri dal pompiere al gelataio, dall' incantatore di serpenti al pescivendolo ecc... Viaggia con una macchinetta rossa e blu in stile "Cabriolet" targata 313, grazie alla quale si avventura in situazioni e storie mozzafiato che entusiasmano e divertono i lettori. Fu comunque dopo la seconda guerra mondiale che alla famiglia dei paperi, si aggiunsero altri bellissimi personaggi, tutti caratterizzati splendidamente da Walt Disney. Nel 1947 grazie al nuovo e talentuoso disegnatore Carl Barks, Walt Disney diede vita, a tantissimi personaggi fra i quali primeggiò senza ombra di dubbio il ricchissimo e avarissimo zio di Paperino: Uncle Scrooge, che in Italia venne chiamato Paperon de Paperoni (da Mario Gentilini, il direttore di Topolino).
Si tratta di un riccone che vive in un rifugio-cassaforte chiamato "Il deposito" contenente tanto denaro da doverlo conteggiare con una unità di misura del tutto eccezionale: il fantastiliardo. Tutti questi soldi riempiono il 90% del deposito e il passatempo preferito di zio Paperone (è così che viene chiamato da Paperino e i suoi nipoti) è quello di tuffarsi dentro a questo mare di monete d'oro, grazie a un trampolino, ma soltanto lui è in grado di tuffarsi in quel modo, infatti qualsiasi altra persona rischierebbe di sbattere la testa e farsi molto male. Durante le sue "nuotate" ama ripetere "mi piace nuotare nel denaro, come un pesce-baleno, scavarci delle gallerie come una talpa e gettarmelo in testa come una doccia!". Zio Paperone è terribilmente avaro e ama accumulare soldi senza spendere un centesimo, né per sé, né tantomeno per Paperino e Qui, Quo, Qua; anzi non perde occasione per sfruttarli e coinvolgerli in situazioni e avventure che dovrebbero andare a suo favore, illudendoli con la promessa di ottenere delle laute ricompense una volta portata a termine la missione. Nonostante sappiano benissimo che questo non accadrà e diffidino enormemente delle promesse dello zio, Paperino e i suoi nipoti hanno il cuore tenero e spesso e volentieri vengono catapultati nelle situazioni senza neanche rendersene conto. Spesso zio Paperone ama raccontare ai suoi nipotini le sue avventure nel Klondike, quando era ancora un povero cercatore d'oro e doveva difendersi da ladri e lestofanti della peggior specie. Ama tutte le monetine del suo deposito dalla prima all'ultima, come se si trattasse delle sue figlie che chiama "sangue del mio sangue", ma quella alla quale tiene di più è sicuramente "la numero uno", cioè la sua prima monetina portafortuna, grazie alla quale sono arrivate in seguito tutte le altre. Questa monetina è presa di mira da una strega che ne ha individuato il suo grande potere magico, si tratta di Amelia la strega che ammalia (Magica De Spell nell'originale americano), una papera vestita di nero, con i capelli lunghi e neri che vola a bordo di una scopa e possiede dei poteri ipnotici. Zio Paperone però sa come difendersi da queste arti magiche e spesso quando vede la strega svolazzare sopra il suo deposito, la prende a cannonate con un vecchio archibugio situato nel terrazzo. Zio Paperone è sempre stato contraddistinto da un paio di favoriti che gli incorniciano il viso e da un paio di occhialini sopra il becco, veste sempre in redingote, ghette, cilindro e bastone da passeggio. Grazie a Carl Barks, che oltre alla realizzazione grafica di molti personaggi, ha scritto anche divertentissime storie, sono stati realizzati diversi capolavori fumettistici come: "Paperino e il gorilla", "Paperino e il mistero degli Incas", "Paperino e il tempo che fu", "Zio Paperone e la gemma anatema".
Se Paperino incarna vizi e virtù dell'uomo medio, zio Paperone rappresenta il tipico capitalista, pronto a sfruttare il lavoro degli altri senza pagarli adeguatamente, anche se bisogna riconoscergli un innato senso degli affari e quando sa di poter ricavare il doppio, non esita a spendere.
Divertono molto i suoi ragionamenti da taccagno, come la sua massima per eccellenza: "il tempo è moneta". Nonostante tutto, Paperone lo zio di Paperino è simpaticissimo proprio perché è sincero e schietto nei suoi difetti che non nasconde dietro a un dito. Uno dei suoi più acerrimi nemici è Rockerduck, un riccone secondo solo a lui nel quantitativo di denaro. E' il suo rivale in affari e i due entrano spesso in competizione quando si tratta di raggiungere per primi un determinato business.
Spesso nelle loro avventure zio Paperone e Paperino per difendere il tesoro del deposito ricorrono alle invenzioni di un loro parente inventore: Gyro Gearloose che in Italia fu inizialmente chiamato con il nome di Giro Ruotalibera, ma che in seguito fu ribattezzato come Archimede Pitagorico, una specie di gufo alto e longilineo, caratterizzato da dei capelli biondi, un cappellino verde e un paio di occhialini sopra il becco. Questo straordinario inventore, cugino di Paperino, riesce a stupirci con le sue ingegnose e fantascientifiche macchine che talvolta sfidano le leggi della fisica e della matematica, riuscendo a catapultare i personaggi persino a ritroso nel tempo oppure nello spazio. E' sempre accompagnato da un piccolo robot con una testa di lampadina che si chiama Edy. Il più delle volte, però Archimede deve inventare dei marchingegni in grado di scoraggiare le iniziative della Banda Bassotti (in americano Beagle Boys), una banda di ladri irriducibili che tentano in mille modi di entrare nel deposito per rubare il denaro di zio Paperone, spesso e volentieri capeggiati dal leader del gruppo: nonno Bassotto, identico agli altri bassotti, con la sola eccezione di una barbetta bianca e una pipa. I bassotti vengono rappresentati graficamente come dei banditi mascherati e provvisti di numero carcerario identificativo (176-176, 176-671, 176-761 e 176-617), ricamato sui loro maglioni rossi.
Molto spesso vengono dissuasi nelle loro iniziative dai mille antifurti elettronici del deposito o dalle cannonate di zio Paperone e la conclusione delle loro avventure, destinate quasi sempre al fallimento è quella di essere rinchiusi in prigione e piangere come bambini. Ma se da una parte zio Paperone rappresenta l'avarizia, Qui, Quo, Qua l'arguzia, Archimede l'ingegno e Paperino la sfortuna esiste un altro Papero che rappresenta in tutto e per tutto la fortuna, stiamo parlando naturalmente di Gastone (Gladstone nell'originale americano) il cugino fortunatissimo di Paperino, che non perde occasione per ostentare i privilegi che gode da parte della dea bendata, cosa che manda su tutte le furie lo sfortunatissimo Paperino. Gastone è bello, ricco ed elegante e potrebbe anche non lavorare in quanto gli capita spesso di trovare qualche portafoglio per strada o di vincere a qualche ricca lotteria.
Così come per Topolino esiste Minnie, anche per Paperino esiste l'eterna fidanzata e questa è Paperina (Daisy Duck), una papera contraddistinta da un grosso fiocco sulla testa e da delle ciglia lunghe e folte. E' molto dolce, ma sa essere anche molto irascibile soprattutto quando Paperino ne combina una delle sue, è dotata di un grande senso pratico e come tutte le donne, riesce a ottenere sempre quello che vuole, quando si mette d'impegno. Cosi come Paperino, ha tre nipotine che sono l'alter ego di Qui, Quo e Qua, con i quali entrano spesso e volentieri in competizione, si chiamano Emy, Evy ed Ely.
Come in molte famiglie, anche in quella dei paperi c'è una nonna, questa è Nonna Papera (Grandma Duck), contraddistinta da una folta crocchia e da un paio di occhiali rettangolari che tiene sopra il becco; è famosa per le sue torte prelibate e per i suoi pranzi sopraffini, che cucina nella sua casa di campagna dove amministra una fattoria.
C'è poi Paperoga, un cugino pigro, distratto e sempre con la testa fra le nuvole, che indossa un maglione e una cuffia rossa e porta dei capelli lunghi e malcurati. Ma così come Pippo può trasformarsi in Super-Pippo anche Paperino possiede un alter ego mascherato, la cui missione è quella del giustiziere mascherato, che ruba ai ricchi per dare ai poveri, stiamo naturalmente parlando di Paperinik, nato nel 1969 dalla fantasia di Elisa Penna. Non tutti però sanno che Paperinik è un personaggio italiano, non è stato perciò ideato da Disney e Carl Barks. Elisa Penna prese spunto dalle tante parodie su Diabolik che imperversavano negli anni '60 ("Totò Diabolicus", "Dorellik" ecc...).
Nonostante la sua ispirazione sia stata Diabolik, Paperinik è un mix di tanti personaggi quali Batman, Zorro, Arsenio Lupin ecc...Tutto ha inizio quando Paperino, vince erroneamente Villa Rose, il covo dell'ex ladro gentiluomo Fantomius (chiaramente ispirato al celebre ladro dai mille travestimenti Fantomas), venendo a conoscenza, tramite un diario, di tutti i segreti e i trucchi del ladro. Chiede aiuto ad Archimede, che ignaro di tutto, contribuisce a realizzare il rifugio sotterraneo, sotto casa di Paperino e tante piccole invenzioni utili all'eroe mascherato, comprese le varie maschere per i tanti travestimenti (proprio come Diabolik). Vestito con una tuta, il mantello e la maschera nera, indossa un paio di stivali con le molle che gli consentono di compiere dei balzi prodigiosi, usa diverse pistole con delle proprietà differenti (raggi paralizzanti, ipnotici ecc....) e possiede tantissimi marchingegni che gli consentono di arrampicarsi, volare, telecomandare ecc..., la stessa macchina 313 può diventare un fantastico bolide volante. Le avventure di Paperinik lo vedono protagonista di una testata tutta sua chiamata PK, le cui avventure e le trame, si discostano molto da quelle originarie del personaggio. Altri personaggi che fanno parte del mondo dei paperi sono: Pico de Paperis, un parente scienziato, Ciccio l'aiutante di Nonna Papera, Brigitta l'innamorata pazza di Paperon de Paperoni, Paperetta YeYe la simpaticissima teenager, Moby Duck il marinaio e il delfino Porpi, Filo gigante e tantissimi altri che sarebbe impossibile elencare tutti. Fra i tanti autori e disegnatori che hanno contribuito al successo italiano di Paperino ricordiamo Giovan Battista Carpi, Romano Scarpa, Claudio Cavazzano, Bruno Pezzin e tantissimi altri.

giovedì 8 giugno 2023

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è l'8 giugno.
L'8 giugno 1967, nell'ambito della guerra dei sei giorni, Israele colpisce erroneamente la nave americana USS Liberty provocando 34 morti e 171 feriti, e rischiando una gravissima crisi diplomatica con gli Stati Uniti.
La crisi di Suez nel 1956 aveva provocato un'umiliante sconfitta diplomatica per Francia e Inghilterra. Lo Stato di Israele, pur dovendo ritirarsi dai territori conquistati di Gaza e del Sinai, mantenne il diritto di transito delle navi israeliane sullo stretto di Titan attraverso cui il Golfo di Aqaba comunica con il Mar Rosso. La concessione era una via di approvvigionamento petrolifero fondamentale per Israele attraverso il porto israeliano di Eliat. Lo stretto di Tiran era però un territorio egiziano occupato dallo Stato d'Israele fin dalla prima guerra arabo-israeliana del 1948 e da cui le truppe israeliane non si erano mai ritirate nonostante le richieste delle Nazioni Unite. Lo stesso porto di Eliat rimase sotto il controllo diretto di Israele per tutti gli anni '50 e '60.
Nel 1967 il leader egiziano Nasser proclamò la chiusura del Golfo di Aqaba alle navi israeliane. Nasser osservava come la concessione di quel diritto di transito fosse stata ottenuta a seguito dell'aggressione israeliana del 1956 condannata dalle Nazioni Uniti. Era una richiesta legittima ma anche una chiara provocazione per indurre lo Stato di Israele verso un nuovo conflitto. Nasser sperava nell'unione panaraba che, almeno in parte, si realizzò. Alcuni paesi arabi (Siria, Giordania, Iraq) si mobilitarono dalla parte dell'Egitto.
Il 5 giugno 1967, dopo due settimane dalla decisione di Nasser, le truppe israeliane realizzarono un attacco preventivo bombardando a tappeto gli aeroporti militari egiziani e iniziando l'invasione dei territori giordani, siriani ed egiziani. I paesi arabi dell'Arabia Saudita, Kuwait e Iraq decisero l'embargo petrolifero immediato verso Stati Uniti, Germania Occ. e Gran Bretagna.
In pochi giorni le truppe israeliane conquistarono il Sinai, il fronte Giordano e Gerusalemme. Le Nazioni Unite, su espressa richiesta dell'Unione Sovietica, riuscirono a imporre rapidamente un armistizio tra Israele, Egitto e Giordania ponendo fine alla "guerra dei sei giorni". Israele usciva vincitore indiscusso del conflitto.
L'arma del petrolio non riuscì a scattare per diversi motivi. Da un lato la rapida guerra preventiva di Israele aveva reso impossibile ogni forma di reazione circoscrivendo le conseguenze dell'embargo petrolifero al minimo, dall'altro il mondo arabo si presentò disunito nell'attuare l'embargo stesso. L'Iran dello Scià Palhevi e la Libia del re Idris erano completamente allineate dalla parte delle potenze occidentali e non parteciparono all'embargo petrolifero riducendone fortemente la portata. La stessa Arabia Saudita si mostrò scettica nei confronti del progetto panarabo di Nasser.
L'embargo petrolifero venne tolto dopo solo due mesi senza gravi ripercussioni per le economie occidentali e lo spettro della crisi energetica si allontanò del tutto dall'Europa.
L'esito della guerra, la condizione giuridica dei territori occupati e il relativo problema dei rifugiati influenzano pesantemente ancora oggi la situazione geopolitica del Medio oriente.

mercoledì 7 giugno 2023

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 7 giugno.
Il 7 giugno 1926 Antoni Gaudì viene investito da un tram, il primo a circolare a Barcellona. Morì 3 giorni dopo.
Uno degli architetti più originali e innovatori del Novecento, "il primo fra i geni" secondo Joan Mirò. A più di 170 anni dalla sua nascita, mentre Barcellona ha provveduto a celebrare l'anno gaudiano (organizzando decine di esposizioni e iniziative culturali), è cominciato anche il processo di beatificazione di Gaudí. E non si tratta, per una volta, della solita, scontata e alquanto laica "beatificazione" in senso culturale, ma proprio nel senso strettamente religioso del termine. Uomo profondamente devoto, Antoni Gaudì venne soprannominato già dai contemporanei "l'architetto di Dio" e la sua opera, secondo l'arcivescovo di Barcellona cardinale Ricard María Carles, è comparabile al "Cantar espiritual" di san Giovanni della Croce.
D'altronde i poveri della capitale catalana non hanno certo aspettato il processo ecclesiastico per capire chi fosse davvero Gaudì sul piano umano: per loro era già un santo, e il miracolo più grande, anche se incompiuto, è stato proprio quel Tempio Espiatorio della Sagrada Familia per cui è diventato famoso in tutto il mondo (e che rappresenta il fulcro catalizzatore del turismo barcellonese). Straordinaria e stravagante opera edificata grazie alle elemosine raccolte per decenni, la Sagrada Familia è un'opera in cui si avverte profondamente il distaccarsi dell'artista dalla tradizione storica, in favore di una invenzione formale estremamente libera e fantastica.
Questo visionario architetto era uomo dal temperamento appassionato e dotato di una intelligenza fuori dal comune. Nato il 25 giugno 1852 a Reus, Antoni Gaudì Cornet, oggi considerato uno dei più grandi architetti degli ultimi due secoli, discendeva da una famiglia di modeste origini sociali. Il padre, il nonno e il bisnonno furono calderai (artigiani che costruivano caldaie e manufatti in rame o lamiera), ma lui, portato per gli studi e la riflessione, frequentò prima la scuola degli Scolapi di Reus e poi, nel 1870, la Scuola di Architettura di Barcellona.
Fra il 1876 e il 1878 Gaudì, ancora studente, realizza lavori con gli architetti Villar, Sala e Martorell, così come con il capomastro Fontserè. Il 4 gennaio 1878 finisce finalmente gli studi di architettura e il 15 marzo ottiene il titolo di architetto, che gli consente di aprire un ufficio nella barcellonese Via Call. Questo è l'anno in cui invia a Parigi, dove si inaugura l'Esposizione Internazionale, il progetto della "Cooperativa Mataronense".
Nel 1883 realizza un viaggio a Banyuls, Elne e Carcassone ed assume l'incarico della realizzazione del progetto del già citato tempio della Sagrada Familia. Fra il 1890 e il 1894 si trasferisce in Andalusia, a Leon e Astorga, città queste in cui lascerà una profonda impronta architettonica. Il 3 settembre 1901 ottiene il Premio dal Municipio di Barcellona per la realizzazione della Casa Calvet.
Nel 1904 visita Palma di Maiorca, nella quale tornerà nel 1914. Nel 1910 ottiene un enorme successo nell'Esposizione del "Societè Generale des Beaux Arts" di Parigi. L'anno dopo, purtroppo, nel visitare Malta si ammala gravemente contraendo una rara specie di febbre.
Il 7 giugno 1926 Gaudì viene tragicamente investito da un tram. Il suo miserevole aspetto ingannò i soccorritori che pensarono si trattasse di un povero vagabondo. Lo trasportarono all'ospedale della Santa Croce, un ospizio che la ricca borghesia catalana aveva costruito per i mendicanti. Venne identificato, ma il 10 giugno spirò: venne seppellito a Barcellona, proprio nel cuore della Sagrada Familia.
Considerato l'architetto emblematico del modernismo novecentesco, Gaudì fu anche rappresentante di una corrente culturale e spirituale che opponeva all'anarchismo e ai fervori socialisti dei primi del '900, valori profondamente cristiani, quasi mistici. E mistico era lui stesso, come dimostra bene una vita di povertà e solitudine spesa a servizio della sua professione, ma con un fine più alto: costruire la città di Dio nella città degli uomini.
Per quarantadue anni, dal 1884 fino al giorno dell'improvvisa morte, Gaudì lavorò instancabilmente alla "cattedrale dei poveri". Negli ultimi tempi non si allontanava più dal gigantesco cantiere neppure per dormire. Nonostante avesse una piccola casetta nel centro storico di Barcellona, si era ricavato un angolino nella Sagrada Familia, dove studiava e lavorava, giorno e notte. Non si sposò mai e non ebbe figli.
Tra le altre sue meravigliose opere ricordiamo la Casa Vicens, il sobrio Collegio delle Teresiane, le audaci e geniali Casa Milà (la Pedrera) e la Casa Batlló, nonché il meraviglioso Parco Güell.

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