Buongiorno, oggi è il 28 ottobre.
Il 28 ottobre 1922 diverse migliaia di militanti del giovane Partito Nazionale Fascista, costituitosi meno di un anno prima, confluivano da varie località d'Italia verso la capitale, per chiedere a gran voce che venisse dato a Mussolini l'incarico di formare un governo. Fu la cosidetta marcia su Roma, che fu poi celebrata negli anni a venire come l'inizio dell'Era Fascista.
Mussolini era rimasto a Milano in attesa degli eventi.
La marcia su Roma si pone in un contesto di estrema fragilità della situazione politica ed economica del paese, da poco uscito, sebbene vittorioso, dalla Grande Guerra con un'economia provata dallo sforzo bellico. Governi deboli e poco incisivi diedero la spinta alla volontà di cambiamento, alla ricerca di un uomo forte che potesse dare una speranza e risollevare il paese. Mussolini in quegli anni tesseva alleanze strategiche, a partire da quella con D'Annunzio, molto amato dagli italiani.
La marcia su Roma ebbe un prologo quando i fascisti il 2 agosto occuparono militarmente Ancona, una città notoriamente ribelle ai totalitarismi. L'occupazione non ebbe ostacoli, nè reazioni da parte dell'esercito: era la dimostrazione che il paese considerava come ineluttabile il passaggio al fascismo.
La mattina successiva alla Marcia il Re si convinse che non vi era altra soluzione che concedere a Mussolini l'incarico di formare un nuovo governo. Questi partì il 30 da Milano (in treno) e alle 18 presentò il suo governo, che aveva al suo interno solo tre fascisti di orientamento moderato, più altre personalità del mondo civile e militare (tra cui il generale Armando Diaz).
Era l'inizio del ventennio fascista.
10 anni dopo, a commemorazione del primo decennale della Marcia su Roma, Mussolini ordinò che in ogni città o paese, grande o piccolo che fosse, si desse a una strada il nome di Via Roma. Ancora oggi, a distanza di 90 anni, Via Roma è il toponimo più diffuso in Italia.
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