Le sue figurazioni connettono il soggetto allo spazio in una visione
caleidoscopica prismatica, sottolineando i contorni, separando geometricamente
le zone cromatiche, eppure sortendo l’effetto unificante di un’immagine
congrua che non rinuncia ad evocare i volumi nei giochi di luce e
d’ombra. I suoi racconti sono frammenti di vita, ritratti di invenzione,
madonne oppure briganti, ma nella varietà tematica emerge l’imprinting
di un’iconizzazione sua propria, negli occhi grandi e rettangolari come
acquari, nelle labbra solide e chiuse, creando un pattern d’espressività
che diviene sua sigla” (Roberta Fiorini, Galleria Simultanea Spazi
d’Arte, Firenze).
da Il pickwick