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giovedì 30 ottobre 2014

Da #FinchéLeStelleSarannoInCielo #KristinHarmel



 
 
Hope, reduce da un divorzio, alle prese con una figlia adolescente ribelle, ha ereditato dalla nonna Rose l’amore per i dolci e realizza splendide ricette, riportate fedelmente nel libro. Rinuncia definitivamente al sogno di diventare avvocato e conduce con abilità e competenza la pasticceria di famiglia. 
Attanagliata dai debiti, Hope rischia di perdere l’attività di famiglia perché le banche pretendono la restituzione di un prestito e si districa tra le difficoltà economiche e quelle familiari: la nonna, ormai anziana, finisce per perdere i suoi più cari ricordi per l’avanzare dell’Alzheimer, che le ruba progressivamente tutto ciò che conserva nella mente e nel cuore.
In uno dei suoi rari momenti di lucidità, Rose affida a Hope il compito di l’incarico di ritrovare le tracce della sua famiglia e le consegna un elenco di nomi, chiedendole di recarsi a Parigi.
 
La donna, nonostante i numerosi problemi che la tormentano, decide di esaudire il desiderio della nonna.
A Parigi si susseguono inaspettate scoperte, che portano Hope non soltanto a vedere la nonna sotto una nuova luce, ma perfino a interrogarsi sulla propria identità personale e culturale. Scopre che la nonna, che credeva cattolica, è ebrea, perseguitata dai nazisti che le hanno sterminato la famiglia. Aiutata da una famiglia musulmana, è riuscita a nascondersi durante le persecuzioni e a rifugiarsi in America, che per lei rappresentava il sogno di una terra libera da pregiudizi, discriminazioni e persecuzioni religiose.
Di scoperta in scoperta, Hope è costretta a recuperare e ricostruire il proprio rapporto con la madre e con la stessa nonna, ma anche a rivedere la propria immagine di sé e ad analizzare la propria difficoltà di abbandonarsi al sentimento.
 
Nella narrazione a due voci (l’io narrante è costituito, alternativamente, da Hope e dalla stessa Rose), tra le angosce del presente e del passato, passando per gli orrori dell’Olocausto, viene faticosamente ricostruita, tassello dopo tassello, un’intera saga familiare, in cui spiccano la  tenera storia d’amore di Rose e di Jacob, destinata a durare “finché le stelle saranno in cielo” e tante storie di coraggio e di grande solidarietà tra perseguitati. 

"Finchè le stelle saranno in cielo"  Kristin Harmel

mercoledì 29 ottobre 2014

#Library: Livraria Lello, Oporto, #Portogallo


imm. da repubblica .it
Questa storica libreria, aperta all'inizio dell'Ottocento, si fa notare per il suo stile Art Nouveau, tutto curve e stucchi

la  Livraria Lello e' classificata tra le 10 librerie più belle del mondo
imm. e testo tratto da repubblica.it


martedì 28 ottobre 2014

#ItalyArcheologica #Sicilia: La Villa del Casale



imm. da siciliainfoto.it - villa del casale

A sei chilometri da Piazza Armerina, in provincia di Enna, sorge la Villa del Casale, uno dei luoghi più affascinanti dell’itinerario archeologico. Apparteneva ad un’azienda agricola del III secolo d. C. ed è stata scoperta solo sul finire dell’800. Il tempo ci ha regalato intatti i mosaici che ornavano le pareti dei diversi ambienti. Molto probabilmente la Villa era l’abitazione di un nobile romano.
La visita parte dal monumentale ingresso dopo il quale si trova un ampio cortile.



imm. da da wikipedia Villa Del Casale Frigidarium

 Il cortile è circondato da un portico dal quale si accede alle terme. Le terme sono divise in quattro ambienti diversi, il salone, il frigidarium, il tepidarium e i calidaria. Proseguendo la visita è possibile passare attraverso il grande corridoio detto “della Grande Caccia” per arrivare poi alle stanze dove vivevano gli antichi proprietari.


imm. Scena di caccia- autore Jerzy Strzelecki- tratta da .wikimedia.org/

Tutte le stanze sono ornate dai fantastici mosaici che rappresentano, di volta in volta, scene diverse. Per finire c’è il Triclinium, una grande sala quadrata all’interno della quale si trovano tre absidi con rappresentazioni della mitologia classica: le fatiche di Ercole, la metamorfosi di Dafne e altri.

 tratto da esplorasicilia.com

giovedì 23 ottobre 2014

#Arte #madeinitaly #CoronaFerrea #Monza

imm. da wikipedia


Corona Ferrea
Museo e Tesoro del Duomo di Monza
La Corona Ferrea o Corona di Ferro è un'antica e preziosa corona che venne usata dall'Alto Medioevo fino al XIX secolo per l'incoronazione dei Re d'Italia. Per lungo tempo, gli imperatori del Sacro Romano Impero ricevettero questa incoronazione
All'interno della corona vi è una lamina circolare di metallo: la tradizione vuole che essa sia stata forgiata con il ferro di uno dei chiodi che servirono alla crocifissione di Gesù. Per questo motivo la corona è venerata anche come reliquia, ed è custodita nel duomo di Monza nella Cappella di Teodolinda.

da wikipedia.

mercoledì 22 ottobre 2014

#Arte #Giotto: Annuncio a Sant'Anna




L'Annuncio a sant'Anna è un affresco (200x185 cm) dI Giotto,databile al 1303-1305  circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova. Fa parte delle Storie di Gioacchino e Anna nel registro più alto della parete destra, guardando verso l'altare.

 imm. e testoda   wikipedia

martedì 21 ottobre 2014

#Library: El Péndulo - Città del #Messico


imm. da thetoc.gr

El Péndulo, Città del Messico. Musica live, un caffè interno e una fitta "vegetazione" interna per evocare frescura nelle torride estati messicane. E per il suo 20mo anniversario, l'anno scorso, 1000 libri offerti gratis ma con una dicitura particolare: "questo è un libro gratuito, per favore restituitelo in un altro spazio pubblico"

 La libreria El péndulo è classificata tra le 10 librerie piu' belle del mondo
 imm. e testo da repubblica.it

lunedì 20 ottobre 2014

#ART3.0:AutoRiTratto #AnnamariaMaremmi




                                                         Leggi l'intervista





 Quali sono i passaggi fondamentali della tua evoluzione artistica? Sono sempre stata una “figurativa”, la pittura intesa come rappresentazione di ciò che mi circonda visto ed espresso di volta in volta attraverso gli stati d’animo del momento.

domenica 19 ottobre 2014

#RiparareIlMondo

imm. googleusercontent.com



Non sta a noi riparare il mondo.
Ma sta a noi allungarci a riparare quel pezzetto di mondo che riusciamo a raggiungere.
Ogni cosa piccola, determinata e calma che può fare una coscienza per aiutarne un’altra, per sostenere un piccolo pezzo di questo povero mondo sofferente, aiuta immensamente.
Perché il cambiamento sia profondo è necessario accumulare azioni su azioni, aggiungere, aggiungere ancora, perseverare.
Una delle azioni più potenti e più tranquillizzanti che potete fare per agire in un mondo in tempesta è alzarvi e permettere al vostro spirito di mostrarsi.
Uno spirito acceso, sopra coperta, brilla come il sole.
Brucia e scintilla, lancia segnali, accende altri fuochi, incendia la scena. Osa mostrare la propria passione come una lanterna, in mezzo alle ombre profonde di un’epoca buia.
Brillare ferocemente, e mostrare compassione verso gli altri, sono due modi tremendamente necessari, e coraggiosi, di essere presenti in questo mondo.
Chi annaspa nel buio può accendersi della luce di altri, se gli altri sono disposti a mostrarsi in tutto il loro splendore.
Se volete aiutare a portare pace nella tempesta, questa è una delle cose più forti, più grandi, più potenti che potete fare.
Non sta a noi riparare il mondo.
Ma sta a noi allungarci a riparare quel pezzetto di mondo che riusciamo a raggiungere.


  Clarissa Pinkola Estes da  Siamo fatti per questi tempi

sabato 18 ottobre 2014

#Madeinitaly #Verona citta' d'Arte



imm. da .icostanti-verona.com

Verona è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO per la sua struttura urbana e per la sua architettura. L'urbanistica della città, che si è sviluppata progressivamente e ininterrottamente durante duemila anni, fonda le proprie origini nella città romana, di cui conserva il tessuto urbano.

 imm. da wikimedia.org

 Da vedere: la Città Antica, il Museo Civico di Storia Naturale e piazza delle Erbe, al centro della quale troneggia la fontana di Madonna Verona

piazza delle erbe -http://www.siviaggia.it imm. da cosafarea.it
testo da  siviaggia.it

 

#ItalyArcheologica #Sicilia #CavaIspica

imm. da panoramasicilia.net

Tra Modica e Ispica si estende Cava Ispica, un altro dei siti archeologici della Sicilia antica. Questo sito è il più noto della Sicilia Orientale nota sia per i suoi aspetti naturalistici che per gli antichi resti. Anticamente era conosciuta con il nome si Cava Ranni e il successivo Ispica le venne dato per la presenza di un fiume che l’attraversava. In questo sito archeologico è possibile ammirare diverse abitazioni che risalgono al periodo neolitico.
La Cava può essere divisa in due parti diverse: Landreria e Cava. Nella prima si trovano diverse catacombe del periodo paleocristiano e la chiesa di S. Maria, la Grotta della Signora, le Grotte Cadute, la Speziera, il Castello, il Convento, il Camposanto e una piccola chiesa di origine bizantina.
Nella seconda parte, Cava, si possono visitare la Chiesa dell’Annunziata, le fosse sepolcrali, la Grotta Scuderia, e il Palazzo Marchiona

 tratto da esplorasicilia.com

venerdì 17 ottobre 2014

#Library: Libreria Acqua Alta #Venezia

imm. da educational.rai.it
Libreria Acqua Alta, Venezia. La Bbc la cita come "unica libreria sott'acqua". O quasi. E mostra questa immagine, che l'autrice, Justine Bibler, che si trovava nella Serenissima nel novembre scorso, così commenta, su Flickr: "Venezia è allagata...... ma la Libreria Acqua Alta è regolarmente aperta. In effetti, è nel suo elemento". Di fatto, la particolare collocazione dell'esercizio costringe il proprietario a frequenti traslochi delle pubblicazioni, dal basso verso l'alto e viceversa...

La libreria Acqua Altra e classificata tra le 10 librerie più belle del mondo

 testo da repubblica.it

giovedì 16 ottobre 2014

#ART3.0AutoRiTratto di #LuigiPetracchi


ART 3.0: AutoRiTratto di Luigi Petracchi

                                                         Leggi l'intervista
 
Scritto da Catia Giaccherini



 “Ogni arte e ogni scienza può, mediante un’opportuna trasposizione, assumere un valore esoterico  autentico”.  René Guénon, L’esoterismo di Dante. Inizia così l’ultimo catalogo di Luigi Petracchi.



  Quando ti sei accorto di voler essere un artista?
All’età di otto anni. All’inizio della terza elementare, ho ricevuto dai miei genitori, assieme ad un astuccio nuovo contenente i soliti oggetti rituali, una grande scatola di matite colorate.





mercoledì 15 ottobre 2014

FRATTURA CRITICA - Teatro Bellini 17 ottobre - Napoli #ReteCritica

#TURNOVER presenta  FRATTURA CRITICA

La necessità di un cambiamento: 
Etica, Innovazione e Professionalità

a cura  di

Alessandro Toppi (Il Pickwick) 
Michele Di Donato (Il Pickwick)
Emanuela Ferrauto (Dramma)
Napoleone Zavatto (Cinque Colonne)


e con la collaborazione di #ReteCritica e l'Associazione Nazionale Critici Teatrali. 
 Intervengono critici di testate  online locali e nazionali.


VENERDÌ 17 OTTOBRE ore 10.00 

Teatro Bellini di Napoli

Via Conte di Ruvo, 14
80135 - Napoli (NA)
Tel. +39 081.5491266
Fax +39 081.5499656

#ART3.0:AutoRiTratto di #MaraCorfini


           

       Scritto da Catia Giaccherini



Mara Corfini vive a Firenze. È lucchese di nascita e dopo aver frequentato l'Istituto d'Arte "A. Passaglia" di Lucca arriva a Firenze dove studia Scenografia e Pittura presso l'Accademia di Belle Arti. È docente di Materie Artistiche e si dedica alla pittura esponendo in varie collettive e personali, nazionali ed internazionali. Mara Corfini ama dipingere all'aria aperta perchè ama la luce del sole. Lei coglie l'attimo fuggente dipingendo con impulso. 

lunedì 13 ottobre 2014

#ArteInItaly #OpereDiGiotto: La Madonna di Borgo San Lorenzo


 

 La Madonna di Borgo San Lorenzo è un dipinto frammentario a tempera e oro su tavola, dimensioni  81,5x41cm attribuito a Giotto,  databile al 1290 -1295  circa e conservato nella Pieve di San Lorenzo a Borgo San Lorenzo. Sebbene non ancora assegnata con certezza al maestro, è assai probabile che si tratti di una delle più antiche opere del suo catalogo, dipinta quando aveva circa vent'anni.

tratto da it.wikipedia.or

#ART3.0:AutoRiTratto di #AntonellaLomonaco



ART 3.0: AutoRiTratto di Antonella Lomonaco

                                                       Leggi l'intervista 

Scritto da Catia Giaccherini 




 Ho iniziato il mio percorso artistico con la pittura informale, con tinte forti, calde, i gialli, i rossi, gli arancio nelle mille tonalità dei tramonti che ti lasciano senza fiato, in quella dimensione di stupore che ti fa sentire una bambina davanti al miracolo della natura.

#ItalyArcheologica # Sicilia #MonteJato


 imm. da isaac.guidasicilia.it/foto/news/luoghi/teatro_monte_jato_N.jpg
Monte Jato

Il sito archeologico di Monte Jato si trova a circa trenata chilometri a sud ovest di Palermo.
Si estende tra tre pendii rocciosi, luogo che un tempo era considerato molto sicuro.
Anticamente la città si chiamava Ietas o Ietae ed era abitata dagli Alimi a partire dal VI secolo a. C., solo successivamente arrivarono i greci. In questo sito archeologico possiamo trovare un grande teatro, l’Agorà e la sala del consiglio cittadino, il Bouleuterion.
Recenti scavi hanno portato alla luce un piccolo santuario dedicato alla dea Afrodite, risalente al 550 a. C. circa, e una casa ellenistica con 23 stanze, dei cortili e una cisterna.

tratto da  esplorasicilia.com/

domenica 12 ottobre 2014

#ArteInItaly #OpereDi #Giotto: Ascensione (Assisi)





L'Ascensione è un affresco  (500x400 cm) attribuito al giovane Giotto,   databile al 1291-1295  circa e situato nella fascia superiore della controfacciata della Basilica superiore di Assisi

 tratto da  Wikipedia.org

sabato 11 ottobre 2014

#ART3.0: Autoritratto di #MassimoLomi


 


ART 3.0: Autoritratto di Massimo Lomi

                                                    Leggi l'intervista

Scritto da Catia Giaccherini



In casa ha sempre respirato l’arte, tra musei e mostre, fino a fare, della sua passione, la sua professione. Nasce fotografo e questo si riflette nelle sue opere che hanno sempre un taglio tipicamente fotografico. A inizio anni ’90 trova vicino alla sua casa di Fiumalbo uno sportello di legno e decide di dipingerlo. Il padre guardando l’opera commenta: “Veramente bello, peccato che l’hai dipinto su uno sportello.”



venerdì 10 ottobre 2014

#IlParadossoDel #Barbiere


Imm. tratta dal web

Spero soltanto che Carr sia in bottega - disse. - Brown è così maldestro. E la mano di Allen è divenuta malferma dopo che ha avuto quella febbre".
"E certo che Carr è in bottega" - disse zio Joe. "Scommetto mezzo scellino che non c'è! " - dissi io. Conserva le tue scommesse per occasioni migliori "- disse zio Joe. "Intendo dire [...] che io posso provarlo logicamente. Ciò non ha niente a che vedete col caso".. "Per amor di discussione - cominciò zio Joe - poniamo che Carr sia fuori. Cerchiamo quindi di vedere a che cosa ci condurrebbe una tale assunzione. A questo scopo ricorrerò alla reductio ad absurdum ".[...] Se Carr è fuori, mi concederai che, se anche Allen è fuori, Brown deve essere in bottega?" "E quale vantaggio deriva dal suo essere in bottega? - disse zio Jim. - Io non voglio che Brown mi rada! E troppo maldestro ". [...] Quanto a lungo questa discussione avrebbe potuto durare, non ne ho la minima idea. Penso che l'uno e l'altro avrebbero potuto discutere per sei ore di seguito. Ma proprio in quel momento arrivammo alla bottega del barbiere, ed entrando trovammo...

  Lewis Carroll, A Logical Paradox, in Mind, XI, 1894

giovedì 9 ottobre 2014

#AmareSenzaMisura


imm. reset-italia.net

Un giovane discepolo andò dal saggio e gli disse:
"Maestro ditemi una parola.
Quando un uomo ama è sa di essere amato è la persona più felice di questo mondo.
Ma come si fa ad imparare ad amare?"
"Beh", rispose il saggio,
"potresti iniziare a mettere in pratica queste regole:

          1) Non dare mai un'immagine falsa di se stessi.
          2) Dire sempre di sì, quando è sì, e no, quando è no.
          3) Mantenere la parola data, anche e soprattutto se costa.
          4) Guardare gli altri ad occhi aperti, cercando di conoscere i pregi e i difetti.
          5) Accogliere degli altri non solo i pregi ma anche i difetti e viceversa.
          6) Esercitarsi a perdonare.
          7) Dare agli altri il meglio di se stessi, senza nascondere loro i propri difetti.
          8) Riprendere il rapporto con gli altri anche dopo delusioni e tradimenti.
          9) Imparare a chiedere scusa, quando ci si accorge di aver sbagliato.
          10) Condividere gli amici, vincendo la gelosia.
          11) Evitare amicizie possessive e chiuse.
          12) Dare agli altri anche quando gli altri non possono darci niente."

Il discepolo con uno sguardo  perplesso disse:
"Sono regole belle ma difficili da vivere!" 

"Perché, chi ti ha detto che amare è facile?", rispose il saggio.
"Non esiste l'amore facile, non esiste l'amore a buon mercato.
Non esiste la felicità facile, non esiste la felicità comprata a prezzi di saldo.
Tutti cercano l'amore ma pochi sono disposti a pagare il prezzo per ottenerlo: il sacrificio!
Imparare ad amare richiede un lungo cammino e un lungo tirocinio.
E' difficile, ma non impossibile!"
" Quando potrò dire a me stesso di aver imparato ad amare?" disse il discepolo.

" Mai. Perché la misura dell'amore è amare senza misura". Rispose il saggio.
  tratto dal web

mercoledì 8 ottobre 2014

#IlCachi # Diospyroskaki #Ebenacee


 imm. da giardinaggioweb.net

La pianta dei cachi, nome scientifico Diospyros kaki, appartiene al genere delle Ebenacee è originaria dell'Asia orientale e può raggiungere un'altezza di 15 metri; la sua coltivazione è una delle più antiche e risale a circa 2.000 anni fa ad opera dei contadini cinesi.

Le piante dei cachi cominciano a produrre i frutti dopo il quarto anno di vita. I cachi giungono a maturazione nel periodo autunnale ad ottobre/novembre quando la pianta è rimasta quasi completamente spoglia delle foglie e la loro buccia diventa di un colore arancione acceso.

Le prime coltivazioni di cachi in Italia risalgono ai primi anni del '900 e riguardano la parte meridionale della penisola da dove poi si diffusero nelle altre regioni; oggigiorno i cachi italiani più pregiati sono quelli siciliani che vengono anche esportati in molti paesi esteri.
 
tratto da  mr-loto.it/cachi.html

martedì 7 ottobre 2014

#Crisantemi #NonsolofioriperiDefunti



imm. store.ilgarden.it


 I crisantemi fioriscono a fine ottobre e per noi sono i fiori dei defunti che ben pochi osano regalare in occasione di un matrimonio o di un compleanno. Ma non è così nel resto del mondo. In Cina e in Giappone, dove i crisantemi sono il fiore nazionale, sono simbolo di vita e di gioia grazie alla bellezza, alla varietà di forme, dimensioni e colore che ne fanno un ornamento prezioso in tantissime occasioni di festa.
Del resto la parola crisantemo deriva dal greco e significa “fiore d’oro”. Originario della Cina, le sue tracce si perdono nella notte dei tempi e si pensa che venisse coltivato addirittura cinque secoli prima della nascita di Cristo.
Dalla Cina si è diffuso in Corea e in Giappone dove un crisantemo composto da sedici petali è diventato l’emblema araldico della famiglia imperiale, e simbolo del paese stesso.
In Olanda i primi crisantemi arrivarono alla fine del 1600, ma occorrerà quasi un secolo perchè si diffondano in Francia, poi in Italia e in Inghilterra. In principio erano una vera rarità esotica, ma col tempo se ne diffuse la coltivazione casalinga.
Il crisantemo fiorisce quando le ore di buio equivalgono o superano quelle di luce, ed è per questo che nei nostri climi i primi fiori li vediamo in autunno, poi in primavera quando le ore di sole aumentano la pianta entra in riposo vegetativo.
Resistenti al freddo, le piante del crisantemo si adattano a tutti i tipi di terreno, purchè ben drenati, ma, per chi volesse cimentarsi nella coltivazione casalinga, è meglio scegliere un luogo soleggiato e riparato sia dalla pioggia dal vento anche per non rischiare di trovarsi con le corolle rovinate o gli steli spezzzati.
Per chi invece si accontenta di acquistarli c’è solo l’imbarazzo della scelta. Le varietà sono migliaia differenti per lunghezza dello stelo, forma e dimensioni della corolla, numero di petali, colori, che vanno dal bianco ai viola passando per tutte le tonalità del giallo del rosso e dell’arancio, e, soprattutto in questi giorni, prezzo.
Del resto, speculazioni a parte, i crisantemi sono una voce fondamentale della floricoltura italiana con la produzione concentrata in particolare in Liguria, Campania, Lazio, Toscana, Puglia e Sicilia. Ogni anno in Italia se ne producono più di 600 milioni di steli e circa 10 milioni di vasi e la loro vendita è concentrata tra la fine di ottobre e la prima decade di novembre quando in crisantemi si spendono tra i 380 e i 420 milioni di euro.
E chissà che qualcuno non sia destinato anche alle cucina recuperando un uso antico. I ricettari europei dei secoli scorsi lo ponevano ad un posto d’onore, i petali più delicati infatti possono essere aggiunti alle insalate, mentre gli altri possono profumare zuppe e minestroni, o dare nuovi sapori ad arrosti di carne o pesce

  da conipiediperterra.com

lunedì 6 ottobre 2014

#ART3.0AutoRiTratto di #Andrea Simoncini




ART 3.0: AutoRiTratto di Andrea Simoncini

                                                            Leggi l'intervista

  Scritto da Catia Giaccherini

Dopo la maturità inizia il suo percorso artistico frequentando lo studio del pittore Mario D’Elia che già nel 1976 sviluppava temi metafisici e surreali tanto cari alla poetica di Andrea Simoncini. Vince il primo premio durante una collettiva nel 1978 a Lugo di Romagna. Nei primi anni ’90 partecipa ad una collettiva di artisti contemporanei nell’Oltrarno all’interno del Chiostro del Carmine dove si trovano gli affreschi del Masaccio. Alla stessa mostra partecipano Nino Trinnanzi, Sergio Scatizzi e Luca Alinari. Da allora ha collezionato più di cinquanta mostre tra collettive e personali in tutta Italia.

 

#CastagneEmarroni #LaloroStoria


imm. da meteoweb.eu 
Gli alberi nobili di castagne con ampia corona provengono dai paesi del Caucaso, la regione montagnosa tra il Mar Nero e il Mar Caspio. Gli antichi Armeni li hanno coltivati, chiamando “Kasutha” i loro frutti prelibati, ossia “frutto secco”.

I Romani chiamavano il castagno „Castanea“ ed il botanico britannico Miller nel 1759 vi aggiunse la denominazione “sativa”. Ciò significa “saziare” e ne documenta così l’importanza culinaria. Da allora il castagno europeo porta il nome botanico “Castanea sativa” e si distanzia quindi dall’Ippocastano (Aesculus hippocastanum).
I Romani non erano soltanto affascinati dal frutto, ma anche dal suo legno che si distingue per il suo alto contenuto tanninico, rendendo le costruzioni resistenti alle intemperie. Visto che il castagno cresce anche ad un’altezza di 1000m slm, la sua coltivazione era così predestinata.

Con l’espansione dell’Impero Romano si propagava anche la cultura della castagna. Pure a nord delle Alpi gli alberi di castagno buttavano radici. L’espressione tedesca « Marone » si affermò attorno al 1600, derivante dal francese « marron » e dal’italiano « marrone ».

La cultura della castagna si affermò nella Svizzera meridionale circa 1000 anni fa. L’incremento della temperatura media favorì la coltivazione fino nelle valli alpine più alte. Su queste lastre impervie cresceva appena abbastanza grano per il pane quotidiano. Sui fianchi magri delle vallate alpine infatti il castagno forniva da due a tre volte più calorie per unità coltivata rispetto la coltivazione del grano. Per questo motivo lo si chiama „ L’albero del pane dei poveri“.

fonte strazzini-marroni.ch

domenica 5 ottobre 2014

#ItalyArcheologica #Sicilia #Morgantina


 imm. da .regione.sicilia.it-morgantina
Il sito archeologico di Morgantina si trova nel paese di Aidone, nel cuore della Sicilia, in provincia di Enna, tra i monti Erei. Questa piccola città visse i suoi anni di maggior splendore durante il periodo greco e poi romano quando fu un rinomatissimo centro di controllo dei flussi commerciali dalla Sicilia settentrionale a quella meridionale. È stata più volte definita città spettacolo sia per il contesto naturale nel quale è inserito sia per il suo magnifico teatro del IV-III secolo a. C.
Questo teatro era stato costruito scavando sui di una collina e di particolare interesse sono la sua orchestra a forma di cavallo e la cavea in blocchi di pietra arenaria. La cavea di questo antico teatro poteva contenere circa mille spettatori e ancora oggi è in ottimo stato. Oggi, in questo teatro, si svolgono manifestazioni e rappresentazioni teatrali. Oltre il teatro anche l’Agorà è molto interessante.
Era divisa in due parti, una superiore ed una inferiore, collegate da una scalinata e al centro di quella inferiore sorgeva un complesso di botteghe.
Su un lato dell’Agorà si trovava il Gymnasium, del periodo romano, all’interno del quale vi era una grande palestra con bagni e spogliatoi.
Sul lato opposto sorgeva un portico del quale restano visibili le basi delle colonne. Oltrepassando questo portico si sale su verso la collina sulla quale si stabilì il centro residenziale. È qui che si possono visitare antiche abitazioni signorili con ambienti di lusso, colonne, capitelli preziosi e affascinanti decorazioni.
 tratto da esplorasicilia.com

sabato 4 ottobre 2014

#L'OrigineDelPesco



imm.wikipedia

Il pesco (Prunus persica)  è una specie del genere Prunus  che produce un frutto commestibile chiamato pesca.
Il pesco è un albero originario della Cina, dove fu considerato simbolo d'immortalità, e i cui fiori sono stati celebrati da poeti, pittori e cantanti. Dall'oriente il pesco giunse in Persia  da dove giunse in Europa; dalla Persia deriva quindi il nome della specie, (ripreso ancor oggi in molti dialetti italiani). In Egitto, la pesca era sacra ad Arpocrate,  dio del silenzio e dell'infanzia, tanto che ancora oggi le guance dei bambini vengono paragonate alle pesche, per la loro morbidezza e carnosità. Il frutto arrivò a Roma nel I secolo d.C. e grazie ad Alessandro Magno  si diffuse in tutto il bacino del Mar Mediterraneo. Pare infatti, secondo lo scrittore romano Rutilio Tauro Emiliano Palladio,   che esso ne fosse rimasto affascinato quando lo vide per la prima volta nei giardini di re Dario III  durante la spedizione contro la Persia.

Tratto da wikipedia

giovedì 2 ottobre 2014

#ItalyArcheologica #Sicilia #Tindari


 imm. da sicilia.cosavedere.net/wp-content/uploads tindari citta antica.
La città venne fondata da Dionisio di Siracusa nel 396 a.C. come colonia di mercenari siracusani che avevano partecipato alla guerra contro Cartagine, nel territorio della città sicula di Abacaenum (Tripi), e prese il nome di Tyndaris, in onore di Tindaro, re di Sparta e sposo di Leda, padre putativo di Elena e dei Dioscuri, Castore e Polluce.
Durante la prima guerra punica, sotto il controllo di Gerone II di Siracusa, fu base navale cartaginese, e nelle sue acque si combatté nel 257 a.C. la
battaglia di Tindari, nella quale la flotta romana, guidata dal console Aulo Atilio Calatino, mise in fuga quella cartaginese.
Con Siracusa passò in seguito nell'orbita romana e fu base navale di Sesto Pompeo. Presa da Augusto nel 36 a.C., che vi dedusse la colonia romana di Colonia Augusta Tyndaritanorum, una delle cinque della Sicilia, Cicerone la citò come nobilissima civitas.
Nel I secolo d.C. subì le conseguenze di una grande frana, mentre nel IV secolo fu soggetta a due distruttivi terremoti
Sede vescovile, venne conquistata dai Bizantini nel 535 e cadde nel 836, nelle mani degli Arabi dai quali venne distrutta.
Vi rimase il santuario dedicato alla Madonna Nera di Tindari, progressivamente ingrandito, che ospita una Maria con il Bambino scolpita in legno, considerata apportatrice di grazie e miracolosa.

imm. da .mondosicilia.it/images/Tindari-Santuario-Madonna-Nera.
 I resti della città antica si trovano nella zona archeologica, in discreto stato di conservazione, per lo scarso interesse di un reimpiego dei blocchi di pietra arenaria di cui erano costituiti.
I primi scavi si datano al 1838-1839 e furono ripresi tra il 1960 e il 1964 dalla Soprintendenza archeologica di Siracusa e ancora nel 1993, 1996 e 1998 dalla Soprintendenza di Messina, sezione dei beni archeologici. Sono stati rinvenuti mosaici, sculture e ceramiche, conservati in parte presso il museo locale e in parte presso il Museo archeologico regionale di Palermo.
L'impianto urbanistico, risalente probabilmente all'epoca della fondazione della città, presentava un tracciato regolare a scacchiera. Si articolava su tre decumani, strade principali (larghezza di 8 m), correvano in direzione sud-est - nord-ovest, ciascuno ad una quota diversa, e si incrociavano ad angolo retto e a distanze regolari con i cardini, strade secondarie e in pendenza (larghezza 3 m). Sotto i cardini correva il sistema fognario della città, a cui si raccordavano le canalizzazioni provenienti dalle singole abitazioni. Gli isolati delimitati dalle vie avevano un'ampiezza di circa 30 m e una lunghezza di 77 o 78 m.
Uno dei decumani rinvenuti nello scavo, quello superiore doveva essere la strada principale della città: costeggia ad una estremità il teatro, situato più a monte e scavato nelle pendici dell'altura, e all'altra estremità sfocia nell'agorà, oltre la quale, nella zona più elevata, occupata oggi dal Santuario della Madonna Nera, doveva trovarsi l'acropoli.

 da upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/3/3e/Tindary 

 l teatro venne costruito in forme greche alla fine del IV secolo a.C. e in seguito rimaneggiato in epoca romana, con una nuova decorazione e l'adattamento a sede per i giochi dell'Anfiteatro.
Rimasto a lungo in abbandono e conosciuto solo per le illustrazioni del XIX secolo era appoggiato alla naturale conformazione a conca della collina, nella quale furono scavate le gradinate dei sedili (0,40 m di altezza e 0,70 m di profondità) della cavea, che doveva raggiungere una capienza di circa 3000 posti. In età romana vi si aggiunse un portico in opera laterizia e la ricostruzione della scena, di cui restano solo le fondazioni e un'arcata, restaurata nel 1939. L'orchestra venne trasformata in un'arena, circondando la cavea con un muro e sopprimendone i quattro gradini inferiori.
Dal 1956 vi ha sede un festival artistico che annovera tra le manifestazioni danza, musica, e ovviamente teatro.

luigibernabobrea.it/img/luoghi/grandi/tindari-teatro.

 testo tratto da .giralasicilia.com

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