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imm. da antoniomarianardi.it/images/1943-S.Caterina da Siena, olio su tavola cm.94x70 |
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Caterina nasce a Siena nel popolare rione di Fontebranda nel cuore della
contrada dell'Oca il 25 marzo 1347. E' la ventitreesima figlia del
tintore Jacopo Benincasa e di sua moglie Lapa Piagenti. La gemella
Giovanna morirà poco tempo dopo la nascita. Il suo carisma mistico (come
viene chiamato dai cattolici) si rivela molto presto, tanto che a soli
sei anni sostiene di aver visto, sospeso in aria sopra il tetto della
basilica di San Domenico, il Signore Gesù seduto su di un bellissimo
trono, vestito con abiti pontificali insieme ai santi Pietro, Paolo e
Giovanni. A sette anni, quando le bambine sono ben lontane solo dal
concepire una cosa simile, fa voto di verginità.
In concomitanza con queste tendenze inizia, ancora bambina, a
mortificarsi, soprattutto rinunciando a tutti i piaceri che in qualche
modo avessero a che fare con il corpo. In particolare, evita di mangiare
carne di animale. Per evitare i rimproveri dei genitori, passa il cibo
di nascosto ai fratelli o lo distribuisce ai gatti di casa.
Verso i dodici anni i genitori decidono di maritarla. Evidentemente,
non avevano ben compreso il carattere di Caterina, anche se in effetti
le sue pratiche ascetiche erano condotte in solitudine. Ad ogni modo,
pur di non concedere la sua mano, giunge a tagliarsi completamente i
capelli, coprendosi il capo con un velo e chiudendosi in casa.
Considerata affetta da una sorta di fanatismo giovanile, per piegarla la
costringono a pesanti fatiche domestiche. La reazione è del tutto in
linea con il suo misticismo. Si "barrica" all'interno della sua mente,
chiudendosi del tutto al mondo esterno. Questo sarà, fra l'altro, uno
dei suoi insegnamenti, quando, diventata ormai un simbolo, godrà del
seguito di numerosi allievi.
Un bel giorno, però, la considerazione dei genitori cambia: il padre
osserva che una colomba si posa sulla sua testa, mentre Caterina era
intenta a pregare, e si convince che il suo fervore non è solo il frutto
di un'esaltazione ma che si tratta di una vocazione veramente sentita e
sincera.
A sedici anni, spinta da una visione di San Domenico, prende il velo
del terz'ordine domenicano, pur continuando a restare nella propria
casa. Semianalfabeta, quando cerca di imparare a leggere le lodi divine e
le ore canoniche, fatica parecchi giorni, inutilmente. Chiede allora al
Signore il dono di saper leggere che, a quanto riportano tutte le
testimonianze e da quanto dice lei stessa, le è miracolosamente
accordato.
Intanto, prende anche ad occuparsi dei lebbrosi presso l'ospedale
locale. Scopre però che la vista dei moribondi e soprattutto dei corpi
devastati e delle piaghe le genera orrore e ribrezzo. Per punirsi di
questo, un giorno beve l'acqua che le era servita per lavare una ferita
cancrenosa, dichiarando poi che "non aveva mai gustato cibo o bevanda
tanto dolce e squisita." Dal quel momento, la ripugnanza passò.
A vent'anni si priva anche del pane, cibandosi solo di verdure crude,
non dormiva che due ore per notte. La notte di carnevale del 1367 le
appare Cristo
accompagnato dalla Vergine e da una folla di santi, e le dona un
anello, sposandola misticamente. La visione sparisce, l'anello rimane,
visibile solo a lei. In un'altra visione Cristo
le prende il cuore e lo porta via, al ritorno ne ha un altro vermiglio
che dichiara essere il suo e che inserisce nel costato della Santa. Si
dice che a ricordo del miracolo le rimase in quel punto una cicatrice.
La sua fama andava espandendosi, attorno a lei si raccoglieva una
quantità di gente, chierici e laici, che prendono il nome di
"Caterinati". Preoccupati, i domenicani la sottopongono ad un esame per
appurarne l'ortodossia. Lo supera brillantemente e le assegnano un
direttore spirituale, Raimondo da Capua, diventato in seguito il suo
erede spirituale
Nel 1375 è incaricata dal papa di predicare la crociata a Pisa.
Mentre è assorta in preghiera in una chiesetta del Lungarno, detta ora
di Santa Caterina, riceve le stimmate che, come l'anello del matrimonio
mistico, saranno visibili solo a lei. Nel 1376 è incaricata dai
fiorentini di intercedere presso il papa per far togliere loro la
scomunica che si erano guadagnati per aver formato una lega contro lo
strapotere dei francesi. Caterina si reca ad Avignone con le sue
discepole, un altare portatile e tre confessori al seguito, convince il
papa, ma nel frattempo è cambiata la politica e il nuovo governo
fiorentino se ne infischia della sua mediazione.
Però, durante il viaggio, convince il papa a rientrare a Roma. Nel
1378 è dunque convocata a Roma da Urbano VI perché lo aiuti a
ristabilire l'unità della Chiesa, contro i francesi che a Fondi hanno
eletto l'antipapa Clemente.
Scende a Roma con discepoli e discepole, lo difende strenuamente,
morendo sfinita dalle sofferenze fisiche mentre ancora sta combattendo. È
il 29 aprile del 1380 e Caterina ha trentatré anni, un'età che non
potrebbe essere più significativa....
Sarà sepolta nel cimitero di Santa Maria sopra Minerva. Tre anni dopo
le sarà staccato il capo per portarlo a Siena. Quel che resta del
corpo, smembrato per farne reliquie, è nel sarcofago sotto l'altare
maggiore.
Ha lasciato circa quattrocento lettere scritte a tutti i potenti del
suo tempo ed un "Dialogo della divina provvidenza" che è una delle più
notevoli opere mistiche di tutti i tempi.
La figura di Santa Caterina da Siena ha ispirato numerosi artisti che
l'hanno ritratta il più delle volte con l'abito domenicano, la corona
di spine, reggendo in mano un cuore o un libro, un giglio o il
crocefisso o una chiesa. Molti pittori predilessero i fantasiosi
racconti della sua vita, come il matrimonio mistico, che si distingue da
quello di Santa Caterina d'Alessandria, perché in questo caso il Cristo
è adulto.
È patrona d'Italia e protettrice delle infermiere.
fonte web: http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=101&biografia=S.+Caterina+da+Siena