Buongiorno, oggi è l'11 ottobre.
L'11 ottobre 1962 si apre a Roma il Concilio Vaticano II, che papa Roncalli (Giovanni XXIII) aveva fortemente voluto ed indetto già pochi mesi dopo la sua elezione al soglio di Pietro. Scopo del Concilio, come spiegato dal papa stesso nella cerimonia di apertura, era quello non già di proclamare nuovi dogmi, quanto piuttosto di tornare a parlare col mondo, interpretando i segni dei tempi che cambiavano con crescente velocità. Quella sera stessa il papa pronunciò il famoso discorso alla Luna (« Cari figlioli, tornando a casa, troverete i bambini: date una carezza ai vostri bambini e dite: "Questa è la carezza del Papa!" »).
Il 3 giugno dell'anno successivo papa Giovanni morì e fu il suo successore, Paolo VI, a portare avanti il concilio che si concluse il 7 dicembre del 1965; alla fine risultarono prodotte 4 costituzioni, 9 decreti e 3 dichiarazioni.
Il Concilio affrontò la promozione ecclesiastica nel "terzo mondo" - specie in America Latina e Africa - il rapporto tra i ricchi e i poveri del pianeta, il tema dell'obiezione di coscienza legato a quello cruciale della guerra e della pace, il dialogo con le altre fedi, la discriminazione razziale e le responsabilità storiche della Chiesa cattolica. Sul piano teologico-dottrinale, di fatto, furono poche le innovazioni ma certamente decisive: si stabilì un nuovo rapporto di parità tra clero e comunità di fedeli che definì il concetto allargato di Chiesa, si tratteggiò una nuova liturgia della Messa e l’abbandono dell’uso del latino durante le funzioni.
Tuttavia, le novità portate dal nuovo Concilio non trovarono un unanime consenso all’interno della Curia e, per questo, si verificarono aspri e difficili contrasti tra chi intendeva abbracciare il nuovo corso e chi, viceversa, ne intravedeva i rischi o le inopportunità.
Ancora oggi nella Chiesa si discute del concilio, dei risultati ottenuti e di come esso possa ancora traghettare il cattolicesimo sulle turbolente acque del terzo millennio.
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