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sabato 27 aprile 2024

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 27 aprile.
Il 27 aprile 1667 John Milton vende i diritti del suo "Paradiso perduto" per 10 sterline.
Scrittore e poeta, John Milton nasce a Londra il giorno 9 dicembre dell'anno 1608. Educato e cresciuto in ambienti puritani, colti e umanisti, compie i suoi studi conseguendo la laurea al Christ's College di Cambridge. Il giovane Milton avverte però insoddisfazione verso il clero anglicano; mentre parallelamente il suo interesse per la poesia cresce, rinuncia a prendere gli ordini sacri.
Vive con il padre, notaio e compositore di musica, dal 1632 al 1638 nel Buckinghamshire e, libero da ogni preoccupazione, ha modo di concentrarsi nello studio dei classici oltre che della storia ecclesiastica e politica. Approfondisce in particolar modo i testi di Bembo, Dante, Francesco Petrarca e Torquato Tasso.
Negli anni successivi viaggia molto tra Svizzera, Francia e Italia; John Milton incontra anche Galileo Galilei, ma non riesce ad arrivare in Sicilia e in Grecia, a causa della minaccia della guerra civile che sta per scoppiare in Inghilterra. Torna quindi in patria stabilendosi a Londra; qui si dedica all'insegnamento e alla scrittura di trattati religiosi e politici.
Nel 1642 sposa la diciassettenne Mary Powell, figlia di un monarchico, la quale abbandona Milton dopo un solo mese. Dopo aver scritto e pubblicato un'apologia sul divorzio ("Dottrina e disciplina del divorzio", The Doctrine and Discipline of Divorce, 1643) si riconcilia con la moglie nel 1645.
La morte del padre, avvenuta nel 1646, porta un miglioramento delle sue condizioni finanziarie. Abbandona l'insegnamento ma è solo a partire dal 1658 che si dedicherà in modo completo all'attività di letterato.
La carriera di Milton lo porta a ricoprire anche cariche di Stato: quando l'Inghilterra viene attraversata dalla guerra civile, Milton con i suoi scritti appoggia la causa parlamentare e le posizioni di Cromwell. Grazie alla vittoria di quest'ultimo nella guerra civile, Milton trova successivamente appoggi alle sue convinzioni e alle sue idee. Nel 1649 viene nominato segretario degli Affari esteri. Pochi anni dopo (1652) è vittima di una malattia che lo porta alla cecità: per proseguire la sua attività di scrittore deve ricorrere all'aiuto di un segretario a cui dettare i propri pensieri.
Nel 1652 muore la moglie. Si risposerà altre due volte e dalle varie unioni nasceranno sette figli.
Dopo la restaurazione di Carlo II, Milton viene incarcerato perché simpatizzante di Oliver Cromwell. Con l'influenza dell'amico e studente Andrew Marvell (che successivamente diverrà anch'egli poeta) riesce a ritrovare la libertà.
Il capolavoro letterario di John Milton è il poema epico (un'epopea di impianto omerico) "Paradiso perduto" (Paradise Lost), pubblicato in una prima edizione di 10 volumi nel 1667 quando - ormai cieco e senza soldi - ne vendette i diritti per 10 sterline. La seconda edizione del 1674, conta 12 volumi. Milton aveva iniziato l'opera già negli anni della prima produzione saggistica. Con la sua pubblicazione "Paradise Lost" dà vita a quello che viene considerato un vero e proprio dramma cosmico.
Assieme a quest'opera pubblica anche "Sansone Agonista", una tragedia in cinque atti ispirata alle vicende bibliche di Sansone e Dalila.
Nel 1671 esce il "Paradiso riconquistato".
Non solo per il suo lavoro più noto, bensì per tutta la sua produzione saggistica e letteraria, Milton viene considerato uno dei letterati britannici più importanti, apprezzati ed influenti dell'epoca successiva a quella di Shakespeare.
Tra le altre opere di Milton, nel suo primo periodo letterario ricordiamo il "Lycidas", un'elegia pastorale in 193 versi, scritta nel 1637 in memoria di uno studente di Cambridge, in cui John Milton affronta il tema della morte prematura; vi sono poi "L'allegro" e "Il pensieroso", due poemetti terminati di scrivere nel 1631 ma pubblicati solo una quindicina di anni dopo.
Al secondo periodo letterario - che va dal 1640 al 1660 - risalgono i pamphlet che sin dalla loro prima pubblicazione rendono famoso il suo autore, che attacca l'istituzione episcopale e si pronuncia in maniera favorevole per un ritorno dello spirito della Riforma ("Of Reformation Touching Church Discipline in England", 1641).
"The Reason of Church Government Urged Against Prelaty" è un altro di questi libelli - scritto e pubblicato fra il 1641 ed il 1642 - contiene accenni autobiografici di rilievo storico.
"L'Areopagitica" (1644), è un appello carico di fervore con cui sostiene la libertà di stampa: questa costituisce la sua opera in prosa più conosciuta.
Milton scrive anche ventiquattro sonetti (in parte saranno pubblicati postumi) ed un breve testo didattico dal titolo "Trattato dell'educazione" (Tractate of Education).
In vecchiaia, negli ultimi trattati - prodotti intorno al 1660 - "Difesa del popolo anglicano" (Pro populo anglicano defensio) e "Trattato del potere civile nelle cause ecclesiastiche" (Treatise of Civil Power in Ecclesiastical Causes), Milton affronta temi più strettamente teologici, pronunciandosi a favore di un'interpretazione assolutamente soggettiva delle Sacre Scritture, suggerendo nel contempo una concreta riforma di governo.
Per anni Milton coltiva il desiderio di redigere uno studio completo sulla vita e la dottrina cristiana. Ormai completamente cieco sin dal 1652 si dedica a questo progetto con l'aiuto di diversi segretari, fino al giorno della sua morte, che avviene a Londra il giorno 8 novembre 1674.
Con la sua opera conclusiva, "De doctrina christiana", sostiene che insegnamenti e usanze della Chiesa Cattolica Romana e delle Chiese Protestanti non sono in armonia con le Sacre Scritture. In quest'opera fa riferimento alle Scritture riportando più di novemila citazioni, mantenendo un rispettoso utilizzo del nome di Dio, Geova, ed utilizzandolo liberamente nei suoi scritti.
Basandosi sulla Bibbia, Milton rigetta la dottrina calvinistica della predestinazione in favore del libero arbitrio; usa le Scritture per sostenere che l'anima umana è soggetta alla morte e che non è duplice o scindibile dal corpo, come comunemente si crede; l'unica speranza per i morti è pertanto quella di una futura risurrezione dal sonno della morte. Inoltre dimostra biblicamente che Cristo, figlio di Dio, è subordinato a Dio, Padre. Poiché le sue spiegazioni scritturali sono in completo disaccordo con l'insegnamento ufficiale della Chiesa, il manoscritto rimane sepolto in archivio per 150 anni prima di tornare alla luce. Solo nel 1823 il monarca reggente Giorgio IV ordina che l'opera sia tradotta dal latino e resa pubblica: due anni dopo viene pubblicato in lingua inglese, suscitando subito aspre polemiche negli ambienti teologici e letterari. La traduzione viene tacciata di essere un falso; il traduttore tuttavia, prevedendo queste reazioni, per confermare l'attribuzione della paternità dell'opera a Milton, aveva corredato l'edizione di note in calce che evidenziavano 500 analogie parallele tra il "De doctrina christiana" e il "Paradiso perduto"

venerdì 26 aprile 2024

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 26 aprile.
Il 26 aprile 1933 viene istituita la Gestapo.
Abbreviazione di GEheime STAatsPOlizei, Polizia segreta di Stato istituita il 26 aprile 1933 con un decreto di Göring, allora presidente del Reichstag e ministro degli interni di Prussia. Sorta inizialmente solo nella Prussia, la Gestapo iniziò subito un'epurazione capillare che si estese dall'interno della stessa polizia alla magistratura, agli uffici amministrativi statali sino alle industrie private tra gli impiegati e gli operai.
Oppositori politici ed ebrei, denunciati da quelle delazioni anonime che, incoraggiate dalla Gestapo, divennero un costume di vita, furono posti immediatamente sotto controllo, arrestati e imprigionati nei campi di concentramento.
L'attività della Gestapo fu diretta anche a eliminare la concorrenza delle SA di cui ogni comandante possedeva una prigione personale in cui rinchiudeva i "propri" prigionieri. Per Göring le SA rappresentavano un grande ostacolo al completo controllo della polizia tedesca, e come tali dovevano essere soppresse.
Ma a questo scopo occorreva contrapporre un organismo più efficiente, compito che nel 1934 fu affidato a Himmler, assistito da Heydrich. Quest'ultimo fu in pratica il vero organizzatore di quella macchina perfetta e brutale.
La "purga Röhm" [o "notte dei lunghi coltelli"] del luglio dello stesso anno ne fu un'agghiacciante prova. In quello stesso anno la Gestapo aveva intanto esteso la sua organizzazione su tutta la Germania; la mancanza di una legge che ne regolasse l'attività fece sì che essa operasse sino al 1936 nell'illegalità più assoluta: nessuna autorità prese provvedimenti contro di essa e i tribunali rifiutarono di prendere in considerazione i ricorsi contro i suoi ordini, in quanto nessuna norma li vietava.
Il 10 febbraio 1936 Göring emanò un decreto che permetteva alla Gestapo di esercitare compiti di polizia su tutto il territorio dello Stato e negava ufficialmente la possibilità di ricorrere contro i suoi atti ai tribunali amministrativi. Con successivo decreto del 17 giugno 1936 Himmler veniva nominato capo di tutte le polizie tedesche riunite in una sola organizzazione a sua volta ripartita in due grandi rami: l'ORPO (Ordnungspolizei) polizia d'ordine, e la SIPO (Sicherheitspolizei) polizia di sicurezza.
La prima, in uniforme - comprendente i servizi di polizia cittadina, amministrativa e fluviale, la gendarmeria, la guardia costiera e i pompieri - era diretta dall'ufficiale delle SS, Daluege. La seconda, in borghese, diretta da Heydrich - comprendente la Gestapo e la KRIPO (Kriminalpolizei) polizia criminale - era incaricata di "ricercare ed eliminare tutti i movimenti che, in veste di mandatari dei nemici politici del popolo tedesco, tentano di distruggere l'unità nazionale e di annientare la potenza dello Stato e del partito" e soprattutto doveva agire contro "gli individui che per degenerazione fisica o morale si sono estraniati dalla comunità popolare e che nel loro personale interesse violano le disposizioni vigenti a garanzia dell'interesse generale".
Anche il servizio di sicurezza del corpo delle SS nel Reich (SD, Sicherheitsdienst des Reichsführers SS), che era in sostanza la polizia delle SS, era aggregato alla SIPO e posto alle dipendenze di Heydrich, ma rimaneva indipendente e staccato dagli organi statali. Per svolgere i suoi compiti la Gestapo disponeva di mezzi pressoché illimitati; aveva anche il compito teorico di dirigere i campi di concentramento, che di fatto invece furono sempre diretti dalle SS. La sua sede era nella Prinz-Albrechtstrasse di Berlino, divenuta tristamente celebre; aveva ispettorati regionali e commissariati speciali alle frontiere, particolarmente attivi dal 1936 al 1939, incaricati di svolgere l'attività all'estero. Un ufficio della Gestapo entrò in funzione, già prima della guerra, presso il consolato tedesco di Parigi, dove diresse molti servizi d'informazione e gruppi di sabotaggio mascherati da agenzie turistiche e commerciali. Essendo riuscita a inserirsi in ogni ambiente della classe dirigente del Reich (amministrazione pubblica, forze armate, insegnamento, ecc.), la Gestapo divenne l'arma più terribile dell'oppressione nazista. Dopo l'invasione della Polonia fu creato, il 27 ottobre 1939, il RSHA (Reichssicherheitshauptamt, ufficio centrale per la sicurezza del Reich) nel quale furono riuniti i servizi inquirenti, investigativi e informativi sia politici che criminali, diviso in sette Ämter o reparti di cui il quarto era la Gestapo. Il RSHA dette alle SS la possibilità di controllare tutta la politica del Reich perché esso fu posto alle dipendenze del ministro degli interni e nello stesso tempo fu considerato come uno dei principali servizi SS. A capo del RSHA fu messo Heydrich, che venne anche nominato direttore dello stesso servizio per i territori occupati dove esplicò una feroce attività di repressione di vere e presunte organizzazioni di resistenza. Dopo l'uccisione di Heydrich da parte dei partigiani cèchi (1942) la direzione dello RSHA passò il 30 gennaio 1943 a Kaltenbrunner, capo delle SS in Austria. Egli perfezionò il sistema dei campi di concentramento e di sterminio ed estese su tutta l'Europa occupata il regime poliziesco del III Reich. Dal febbraio dell'anno successivo anche i poteri dell'Abwehr furono trasferiti alla Gestapo che raggiunse così il completo controllo delle forze armate.

giovedì 25 aprile 2024

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 25 aprile.
Alle sette di sera del 25 aprile 1969, a uffici ormai chiusi, un'esplosione scuote le vie attorno alla Fiera Campionaria di Milano: un ordigno, fatto brillare nello stand della Fiat, provoca una ventina di feriti ma per fortuna nessun morto.
Le indagini, affidate al giovane vice dirigente dell'Ufficio politico Luigi Calabresi, si dirigono verso il mondo anarchico anche se l'episodio in sé non sembra destare più di tanto allarme. Le paure del Paese in quel periodo sono rivolte verso l'Alto Adige, dove terroristi sudtirolesi martellano il territorio con attentati a tralicci e caserme dei carabinieri. Invece sarà l'inizio di una delle stagioni più buie per l'Italia, gli «anni di piombo», punteggiati da agguati e attentati con centinaia di morti e migliaia di feriti. Con Milano spesso epicentro del dramma a partire dalla strage di piazza Fontana del 12 dicembre dello stesso anno.
Non era la prima volta del resto che la Fiera entrava nel mirino degli attentatori, e sempre nel mese di aprile. Alle 9.45 di giovedì 12 infatti un bomba «accolse» re Vittorio Emanuele III che, appena arrivato in stazione, si stava recando a inaugurare la Campionaria del 1928. Il bilancio fu terribile, sedici persone morte sul colpo, altre quattro nei giorni successivi. Benito Mussolini da Roma telegrafò alle autorità di polizia: «Trovate subito i responsabili». Nei giorni successivi verranno arrestati centinaia di sospetti senza mai arrivare a individuare i colpevoli: anche quella prima strage, non avrà mai colpevoli.
Un salto di 40 anni ci porta ora alla fine degli anni Sessanta, con il Paese scosso da un ondata di contestazioni operaie e studentesche. Fabbriche e università vengono occupate a ritmo quasi quotidiano, scioperi e manifestazioni si susseguono e spesso terminano in duri scontri con le forze dell'ordine. Proprio all'inizio del 1969 si registrano i primi morti. Il 27 febbraio la visita del presidente degli Usa Richard Nixon scatena violenti incidenti che portarono alla morte di uno studente di 24 anni. Il 9 aprile altri disordini a Battipaglia durante uno sciopero, la polizia apre il fuoco uccidendo due persone e ferendone 200.
Pochi giorni ancora e il 25 aprile un gran botto scuote lo stand Fiat all'interno della Fiera, provocando 19 feriti. Luigi Calabresi, non ancora trentenne, venne incaricato di scovare i colpevoli. Lui indirizza subito le sue attenzioni verso i circoli anarchici, nonostante la data del 25 aprile lasci pensare ad altre ipotesi, e viene subito accusato di svolgere indagini a senso unico. Arrivato da poco in città, era stato infatti aggregato all'Ufficio politico, come allora si chiamava la Digos, incaricato in particolare di seguire gli ambienti estremisti di sinistra.
L'indagine di Calabresi porta all'arresto di quindici persone della sinistra extraparlamentare, rimaste in carcere per sette mesi prima di venire scarcerate per mancanza di indizi. I veri colpevoli saranno individuati, e condannati, qualche anno dopo: i neofascisti Franco Freda e Giovanni Ventura che poi entreranno nelle indagini per la strage di piazza Fontana.
Ma siamo ancora ben lontano dal precipitare degli eventi dei mesi successivi. Tra l'8 e il 9 agosto otto bombe scoppiano su altrettanti treni, altre due vengono trovate inesplose. Anche in questo caso solo feriti ma nessun morto e per questo sembra che gli attentatori puntino non alla strage ma a spaventare il Paese. Ben diversa invece è la situazione in Alto Adige, dove gli attentati dinamitardi hanno già causato una ventina di morti. Ma con l'arrivo dell'autunno caldo la situazione precipita bruscamente. Il 27 ottobre a Pisa durante violenti scontri tra manifestanti di sinistra muore Cesare Pardini, studente di Legge di 22 anni. Il 19 ottobre i manifestanti dell'Unione Comunisti Italiani e dal Movimento Studentesco colpiscono a morte l'agente Antonio Annaruma, anche lui 22enne.
Infine arriviamo al 12 dicembre. A Roma scoppiano bombe alla Banca nazionale del lavoro, all'Altare della Patria e in piazza Venezia, provocando 18 feriti. Un ordigno viene trovato a Milano all'interno della Banca commerciale di piazza della Scala e fatta brillare dagli artificieri. Ma soprattutto alle 16.37 c'è quel tremendo boato che scuote piazza Fontana e uccide 17 persone. È l'inizio di una stagione buia che si concluderà solo agli inizi degli anni Ottanta dopo aver provocato quasi 400 morti e oltre duemila feriti. Il bilancio di una guerra, quella che l'Italia aveva dichiarato a se stessa.

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