Cerca nel web

mercoledì 31 ottobre 2012

#Fiori #Cereus Peruviano #Foto di Bernardo Braccini

http://www.accademiadeisensi.com/fiori/538%20CEREUS%20PERUVIANO.jpg
Nome botanico: Cereus peruvianus
Nome Volgare: Cereo peruviano
Famiglia: Cactacee

Descrizione: Il Cereo peruviano o Cereo del Perù è originario dell'America del sud, ha la forma di una colonna scolpita e contorta. Sono dei bellissimi cactus che grazie alla loro forma particolare ben si adattano in un ambiente moderno. Ogni esemplare è completamente diverso dagli altri e presenta una strana combinazione di fusti contorti, nervature che terminano con delle spine gialle.
Le piante più adulte in estate producono dei fiori bianchi, molto profumati, di breve durata e che si aprono di notte. In estate la temperatura ideale è fra i 15° e i 24° mentre in inverno non bisogna mai scendere sotto i 5°. Nel sud d'Italia può tranquillamente stare all'esterno mentre nel resto d'Italia verrà utilizzato come pianta d'interno da porre di fronte ad una finestra esposta a sud.
Per quanto riguarda le innaffiature in inverno bagnare solamente tanto quanto basta per evitare che il fusto si afflosci, mentre in estate innaffiare regolarmente facendo asciugare la terra fra un'innaffiatura e l'altra


 PER RICONOSCERLI

Altezza: da 0.50m a 1m
Diametro: da 0.0m a 0.5m
Colore fiore: Bianco
Profumo: intenso
Fiore Reciso: no
Portamento: eretto
Fiore: Fiore bianco, molto profumato che però fiorisce di notte
Tipo di spine: Piccole spine gialle


Epoca di fioritura: Estate
Habitat: Perù
Distribuzione in Italia: Tutta come pianta d'appartamento, all'esterno solo al sud

 COLTIVAZIONE

Tessitura terreno: sabbioso o sciolto
Temperatura: da +10° a +0.5°
Clima: temperato
Esposizione: sole
Propagazione: Per seme in primacera
Necessità idriche: minime
Potatura: No
Avversità: Marciume del colletto, cocciniglia cotonosa, ragnetto rosso
Ritmo di crescita: lento

ALTRE CARATTERISTICHE

Utilizzo: In casa si adatta particolarmente bene in un ambiente moderno, da porre comunque di fronte ad una finestra esposta a sud
Stagione di interesse: tutte


fonte web: http://giardinaggio.efiori.com/Cactacee-e-Succulente-Ec75/A-F-S89Pg1/Cereus-peruvianus-SP90.html

martedì 30 ottobre 2012

#Italy #Val d'Aosta:Castello di Issogne

http://www.regione.vda.it/cultura/beni_culturali/patrimonio/castelli/castello_issogne/default_i.asp

E' situato nell'abitato omonimo sul versante destro della Dora, di rimpetto alla cittadinanza di Verres, dove si trova un altro celebre castello-fortezza. Il castello di Issogne in origine appartenne al vescovo di Aosta; in seguito passò alla famiglia dei Challant. Il castello, la cui apparenza estrerna è più simile ad una residenza rinascimentale, ha torri angolari non molto alte. Fu restaurato nel 1400 da Ibleto di Challant ma solo un successivo restauro, (nel 1494) al tempo di Giorgio di Challant (Priore di S. Orso), consentì alla struttura di divenire dimora per sua cugina Margherita de la Chambre e suo figlio Filiberto e assumere l'aspetto che ancora oggi propone ai visitatori. Giorgio di Challant trasformò il primitivo maniero nell'attuale sontuosa dimora arricchendolo con splendide pitture murali, opera dei migliori artisti dell'epoca.
Dalla famiglia Challant il castello passò ai Madruzzo e ritornò ai Challant dopo un processo per la successione durato più di un secolo. Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1872 fu acquistato dal pittore Vittorio Avondo il quale, con l'aiuto di altri artisti suoi amici, tra i quali Alfredo d'Andrade artefice del restauro di Fénis, lo riportò all'antico splendore con accorti interventi conservativi e restauri. Ultimati i lavori, che durarono alcuni anni, il castello venne donato allo Stato, che a sua volta lo cedette in proprietà all'Amministrazione Regionale della Valle d'Aosta.

http://www.courmayeur-mont-blanc.com/castelli.htm

 Severo e quasi anonimo all'esterno, il castello rileva le preziosità architettoniche dei volumi interni e la magnificenza delle sue stanze e saloni. La pianta dell'edificio, di forma quadrangolare, è chiusa su tre lati; il quarto è formato dal giardino delimitato verso l'esterno da un semplice muro di cinta. All'interno vi è il cortile nel quale si trova la celebre fontana ottagonale con l'albero del melograno in ferro battuto. Il cortile è il disimpegno aperto, dal quale si accede agli ambienti interni dei singoli piani, suggeriti in facciata dalle finestre a crociera e dalle logge aperte dell'ultimo piano. Sul lato ovest si affaccia il porticato, corredato da panche a muro con schienale. Le pareti dei prospetti sul cortile sono interamente decorate con soggetti araldici della casa Challant e delle varie famiglie ad esso imparentate.

http://www.courmayeur-mont-blanc.com/castelli.htm

 All'interno dell'edificio si accede mediante un porticino, aperto sul cortile e riquadrato da un massiccio ornato di pietra simile a quello del portone esterno.Al suo interno, l'androne e il porticato sono entrambi decorati con affreschi riproducenti scene di vita quotidiana e mestieri di straordinaria freschezza espressiva (la bottega del sarto, la farmacia, la macelleria, il corpo di guardia, il mercato di frutta e verdura, la bottega del fornaio e beccaio, quella del formaggiaio e del salumiere), mentre la tipica decorazione geometrica quattrocentesca sottolinea, come del resto in tutti gli altri ambienti, la nervatura delle volte gotiche.I locali del castello sono una cinquantina, molti di questi visitabili e arredati: tra le più suggestive nella visita è da citare la "stanza delle armi". Al piano terra si può visitare la sala da pranzo che comunica con la cucina tramite il passapiatti che si apre sotto la cappa del camino; la cucina, dove si trovano tre grandi camini, è divisa in due parti da una doppia arcata: una parte era riservata ai Signori e l'altra al personale di servizio; la sala baronale dove ci sono un bel camino in pietra con lo stemma dei Challant affiancato da un leone e da un grifone, le pitture sulle travi lignee del soffitto, e gli affreschi delle pareti raffiguranti paesaggi, scene di caccia e il Giudizio di Paride. Al primo piano, che si raggiunge salendo la scala a chiocciola di pietra (il cosiddetto "viret"), vi è la cappella dalle volte finemente decorate, con affreschi alle pareti e con l'altare gotico in legno intagliato e dorato adorno di un trittico fiammingo. Anche qui una cancellata in legno divide la parte riservata ai Signori da quella destinata alla servitù. Sullo stesso piano si trovano altre stanze, tra cui quella della contessa con l'oratorio ornato di pitture e quella del Conte Renato.


http://www.courmayeur-mont-blanc.com/castelli.htmAggiungi didascalia
 Al secondo piano, oltre alla stanza del conte, troviamo la stanza del re di Franciacon il soffitto a cassettoni e un camino che reca sulla cappa lo stemma con i gigli dorati sul fondo e il motto "Vive le Roi" (viva il Re). Nella stanza si trova il letto gotico a baldacchino, originale dell'epoca, rintracciato dai restauri presso un contadino di Ussel. Al fianco di questa camera si trova quella detta dei "Cavalieri di San Maurizio": anche qui il soffitto è a cassettoni e in esso è dipinta la croce di quest'ordine. Tutto il resto del castello ha conservato la suggestiva atmosfera dell'epoca feudale, resa con maggiore vivezza dal raffinato arredamento costituito dai rari ed autentici pezzi unici, alcuni ricostruiti altri provenienti da vari castelli e case nobili valdostane.

fonte web: http://www.courmayeur-mont-blanc.com/castelli.htm

lunedì 29 ottobre 2012

#Musica #Universo dell'anima

http://www.very-berlino.com/2012/musikalienhandlung-hans-riedel-per-chi-ama-la-musica-classica/

Si  dice che la musica sia l'universo dell'anima; Può darsi amica mia. Ciò prova semplicemente che l'anima e la carne non sono divisibili, e che l'una contiene l'altra come la tastiera contiene i suoni.

Marguerite Yourcenar, Alexis, o il trattato della lotta vana

tratto da libro Le donne hanno detto, un libro di citazioni pag. 174 - Laura Bolgeri - Rizzoli

domenica 28 ottobre 2012

#Modi di dire: Cercare col lanternino

http://www.descrivendo.com/forum/viewtopic.php?f=1&t=33385

Cercare col lanternino - Questo modo di dire, che si riferisce al filosofo Diogene il quale girava per il villaggio con una lanterna, dichiarando di cercare l'uomo.

fonte web: http://www.culturaesvago.com/modi-di-dire

#Racconti #Saggi Taoisti: La diceria





Zen Shen, un discepolo di Confucio, era andato a fare un viaggio nel regno di Fei. Volle il caso che, in quel paese un uomo che portava il suo stesso nome commettese un delitto.
 Un vicino della madre del discepolo che stava tornando  dal viaggio, si recò dalla vecchia e disse:
http://blog.thaisoriente.com/2009/01/lao-tze-il-fondatore-del-taoismo/


- Ho saputo che vostro figlio è stato arrestato per omicidio.
Seduta davanti al suo telaio, senza smettere di lavorare  e senza nemmeno voltare la testa, la signora Zeng rispose:
- impossibile. Mio figlio non è capace di una cosa del genere 
Un pò più tardi, una vicina caccio la punta del naso attraverso la finestra:
- Dicono che tuo figlio abbia ucciso un qualcuno.
Stavolta, la vecchia  smise di tessere e rimase silenziosa.
La sera davanti alla porta della sua casa, uno sconosciuto chiese a un passante:
- Abita qui Zeng Shen, l'assasino?
L'indomani mattina, la madre di Zeng Shen aveva fatto fagotto ed era partita in fretta e furia per il regno di Fei


* Pui afferrare in tempo la mano che sta per colpirti * Ma la lingua che ti accusa, come fai a fermarla ?

Tratto da: Racconti dei saggi taoisti pag. 135 - Pascal Fauliot
 L'ippocampo





#Italy# Val d'Aosta: Castello di Verres

 courmayeur-mont-blanc.com/castelli.htm

l castello di Verrès è ritenuto una fortezza militare del periodo gotico. Il castello avente principalmente scopo di difesa, fu costruito su di un promontorio roccioso a strapiombo sul torrente Evançon. Questa fortezza militare risale al 1287 e dai documenti ritrovati la indicano tra i posssedimenti dei Signori De Verretio. Ma fu il governatore e capitano generale del Piemonte, Ibleto di Challant, rappresentante di quella stirpe di ricchi feudatari che dominarono la valle fino al 1783, quando a Chatillon venne firmato l'atto che liberava la val d'Ayas da ogni sudditanza, che fece ricostruire completamente il castello tra il 1360 ed il 1390. Nella ricostruzione la fortezza venne adibita a dimora dello stesso Ibleto di Challant, le fortificazioni esterne, munite di artiglierie, furono invece aggiunte nel 1536 dal Conte Renato di Challant. Alla sua morte (1565) in assenza di figli maschi, Renato, contrariamente all'uso del ducato di lasciare l'eredità dei feudi ai soli maschi, redasse un testamento in favore delle figlie. Il castello venne quindi requisito dal Duca di Savoia e divenne sede di una guarnigione. Verso la fine del XVII° sec. venne abbandonato per circa 2 secoli e mezzo fino al 1894, anno in cui venne acquistato dallo Stato e dichiarato monumento nazionale. Ancora oggi il castello viene definito uno dei più possenti manieri che un vassallo abbia mai potuto permettersi di costruire in uno stato sovrano. Il castello è stato anche realizzato con una mirabile concezione architettonica. Ha la forma di un enorme monoblocco di 30 m. di lato che domina il paese di Verrès all'inizio della Valle d'Ayas. Le pareti hanno spessore di 2,50 m. e sono coronate di numerose feritoie e di un ponte levatoio. La realizzazione è tutta in pietra, ha magnifiche finestre gotiche. Su tutti i lati del castello, si aprono delle grandi finestre bifore scolpite con svariati motivi decorativi. Il cortile ha al centro una cisterna atta a raccogliere le acque del tetto a compluvio. L'interno, che in origine era semplicemente decorato con la bicromia ottenuta con il verde della pietra lavorata e il bianco delle pareti, si segnala per l'ampiezza dei locali, la poderosa struttura delle volte, gli stemmi in pietra lavorata, i vasti camini, tra i più grandi che vi siano nei castelli e soprattutto per il magnifico scalone a archi rampanti che raggiunge i piani superiori.

 courmayeur-mont-blanc.com/castelli.htm

 Al pianterreno si trovano la cucina e due grandi saloni, adibiti secoli or sono, uno a magazzino per l'artiglieria e l'altro a sala d'armi. Al 1° piano: il salone da pranzo, la cucina e le camere dei castellani, mentre il secondo piano doveva essere destinato all'abitazione dei funzionari e dei soldati. Le porte e le finestre hanno stipiti, architravi e archivolti in pietra lavorata. Davanti al muro di ponente si trova il fabbricato delle carceri unito al castello dai muri di cinta. Esso costituiva anche il corpo di guardia ed è costruito sui muri della precedente casa forte che Ibleto di Challant conservò restaurandola. Le prigioni erano situate nel sotterraneo.
Il castello di Verrès ogni anno riapre i suoi battenti per ospitare il tradizionale Carnevale  che rievoca i fasti della nobile Casata dei Challant.


  fonte web:http://www.courmayeur-mont-blanc.com/castelli.htm

Fiori di Bach: Rescue Remedy

 lineafarmacia.com/tienda/catalog/rescue-remedy-20ml-p-191.html

Il Rimedio di emergenza, o rescue remedy

E' una miscela di cinque fiori  Clematis, Impatiens, Rock Rose, Cherry plum, Star of bethelhem, chiamata Rescue Remedy o Five Flowers Remedy o con altri nomi similari in quanto il primo di questi è stato registrato.

Bach mise a punto questa miscela per tutte quelle piccole o grandi situazioni di emergenza. In tutte quelle situazioni che richiedono un intervento immediato, dove non è possibile scegliere con calma il rimedio.
Il Rescue Remedy può essere usato con un effetto calmante immediato in ogni situazione di stress, o quando si ha bisogno di aiuto se sopraffatti da una varietà di emozioni o di problemi comportamentali quali:



  • Cattive notizie
  • Paure
  • Esperienze particolarmente stressanti
  • Stati d'ansia improvvisi
  • Tensioni
  • Piccoli incidenti
  • Stress momentanei
E' molto utile, ad esempio, nei bambini, per le piccole paure improvvise, nei casi di incidenti, quando si ricevono cattive notizie (lutto, malattia), momenti di ansia improvvisi, paure, attacchi di panico, ecc.
Si mettono 4 gocce di Rescue Remedy in un bicchiere d'acqua e lo si sorseggia; all'inizio a piccoli sorsi ravvicinati (anche ogni due o tre minuti), poi mano a mano che i sintomi si attenuano, si diminuiscono il numero delle assunzioni. Se non si ha disposizione o non si ha il tempo di prendere un bicchiere di acqua, si possono assumere 4 gocce del rimedio puro.
Il Rescue è un rimedio di emergenza, e come tale va usato. Esso non può sostituire l'uso quotidiano dei Fiori di Bach.
Per ottenere dei buoni risultati e per essere in buona salute con la floriterapia, è importante assumere i fiori più adatti a ciascuno, personalizzandoli sulla base della situazione del momento. 

La Rescue Cream

E' l'equivalente del rimedio di emergenza ma sottoforma di crema. Oltre ai cinque fiori che fanno parte del Rescue Remedy, è stato aggiunto  Crap Apple, il fiore per la pulizia.
La rescue Cream si utilizza per tutti quei problemi di pelle che richiedono un intervento immediato: punture di insetti, contusioni, piccole ferite, sbucciature, piccole scottature, cicatrici...
Si applica un leggero strato di crema sulla parte interessata anche più volte al giorno secondo la necessità.
 fonte web: http://www.fioridibach.it/bach/rescue_remedy.htm

sabato 27 ottobre 2012

Divertenti Idee per la Cena di Halloween

Ecco la raccolta di oltre 150 idee divertenti  pescate in rete per una cena...alternativa!!!


https://plus.google.com/photos/100783235271428607541/albums/5803894924186369409/5803894922319893170


Un esempio?



#FioridiBach #Willow:Responsabilità del proprio destino

http://www.floriterapia.com/giardino/38.htm

 nome italiano: SALICE GIALLO
nome botanico: SALIX VITELLINA

Responsabilità del proprio destino

  • Stato d'animo "bloccato":  
    Si è risentiti con qualcuno o qualcosa. Non ci si sente sufficientemente ricompensati e amati dalla vita, nonostante gli sforzi. Si pensa che gli altri siano stati maggiormente ripagati di ciò che hanno fatto.
    Rancore, invidia più o meno nascosta nei confronti di quelli che si ritiene immeritatamente più fortunati. Ci si sente gli sfortunati e ci autocommisera sprecando le proprie energie nel risentimento.
    Dare la colpa agli altri è un modo per non affrontare le proprie responsabilità. Nello stato positivo con Willow ci si batte nuovamente concentrandosi su stessi.
  • Stato d'animo "trasformato":  
    Si è gli artefici della propria fortuna, ci si sente protetti ed aiutati nel raggiungere i giusti meriti.
  • Stati d'animo e sintomi collegati a Willow in ordine di importanza:
    • Rancore con amarezza
    • Autocompatimento perché ci si sente vittime della sorte
    • Sensazione di ingiustizia per prove che non si meritano di dover superare
    • Amarezza perché ci si ritiene sfortunati
    • Invidia con risentimento
    • Ci si sente vittime delle avversità
    • Amarezza che causa mancanza di interesse
    • Amarezza con scoraggiamento
    • Mancanza di gratitudine
    • Amarezza interiore
    • Negatività
    • Rabbia che non esplode
    • Rabbia con rancore
    • Depressione con malumore
  • Frase chiave di Willow:  
    "Cosa ho fatto per meritarmi questo?"
  • Affermazione positiva di Willow:  
    "Prendo la responsabilità della mia vita e forgio la mia fortuna"
  • Definizione di E. Bach del rimedio Willow:
    "Per quelli che hanno sofferto avversità o sventure e trovano difficile accettarle senza lamentele o risentimento, poiché giudicano la vita soprattutto in funzione del successo. Sentono di non aver meritato una prova tanto grande, che è stato ingiusto, e ne sono amareggiati. Spesso provano minor interesse e sono meno attivi in ciò da cui un tempo traevano piacere. "

    fonte web: http://www.fioridibach.it/fiori_di_bach/willow.htm

venerdì 26 ottobre 2012

#FioridiBach #Wild Rose: Gioia per la vita

http://www.floriterapia.com/giardino/37.htm 
 nome italiano: ROSA CANINA
nome botanico: ROSA CANINA

Gioia per la vita

  • Stato d'animo "bloccato":  
    Per l'apatia, la stanchezza dovuta ad una mancanza di interesse per le cose quotidiane. La routine rende ancora più stanchi e svogliati.
    Non si ha interesse per i propri impegni e interessi, ci si sente rassegnati con poca energia. Anche di fronte alla malattia o ad un cambiamento non si ha la forza per affrontarli.
    Wild Rose offre la possibilità di uscire dal proprio torpore con rinnovato entusiasmo.
  • Stato d'animo "trasformato":  
    Ogni istante è fonte di gioia, e si attinge liberamente alle proprie forze interiori.
  • Stati d'animo e sintomi collegati a Wild Rose in ordine di importanza:
    • Rassegnazione senza lamentarsi
    • Depressione con apatia
    • Apatia con indolenza
    • Rassegnazione apatica agli eventi
    • Apatia che non permette di fare niente
    • Apatia con rassegnazione
    • Tristezza apatica
    • Depressione con capitolazione interiore
    • Apatia paralizzante
  • Frase chiave di Wild Rose:  
    "Tanto... ormai"
  • Affermazione positiva di Wild Rose:  
    "Prendo la mia vita tra le mie mani, con gioia"
  • Definizione di E. Bach del rimedio Wild Rose:
    "Quelli che, apparentemente, senza una ragione sufficiente si rassegnano a tutto ciò che accade, e si lasciano scivolare attraverso la vita, prendendola come viene, senza minimamente sforzarsi di migliorare le cose e trovare un po’ di gioia. Si sono arresi alla lotta della vita senza lamentele. "

    fonte web: http://www.fioridibach.it/fiori_di_bach/wild_rose.htm

Punishment Island - 30 ottobre - Firenze

Punishment Island  

racconta la storia di una piccola isola dell'Uganda rurale e delle donne che vi furono abbandonate per aver infranto il tabù del sesso prematrimoniale

Martedì 30 ottobre ore 17.30
Giardino dei Ciliegi
Via dell'Agnolo  5 - Firenze

Invito


giovedì 25 ottobre 2012

#Italy #Val d'Aosta: Fortezza di Bard

http://www.courmayeur-mont-blanc.com/fortezzabard.htm 
La Fortezza prende il nome dall'omonimo Comune della bassa Valle d'Aosta, caratterizzato da una superficie assai ridotta (3 km quadrati), ma famoso in tutto l'arco della storia grazie alla presenza della fortezza che fin dal medioevo ha dominato lo spuntone roccioso che sbarra, fin quasi a chiudere completamente, la valle della Dora Baltea. Naturalmente l'importanza strategica del forte negli anni andò diminuendo fino a scomparire del tutto, come pure quella commerciale del borgo, scavalcato dal nuovo tracciato della strada che aggira la base della fortezza. Data la sua posizione strategica per il controllo dei transiti, la rocca di Bard dovette essere fortificata fin dall'epoca preromana; risale al 1034 la prima citazione di un insediamento fortificato: esso apparteneva al visconte di Aosta Boso. Nel 1040 Bard appartiene al Visconte di Aosta e passa poi ai Signori di Bard che pare fossero originari di una antichissima famiglia comitale di Lorena; erano simili i nomi (Bar e Bard) e uguali gli stemmi "D'Azzurro seminato di crocette ricrocettate e fitte d'oro, a due Barbi addossati", come dice Giacosa. Il primo costruttore della Rocca Forte fu Ottone di Bard. Bard rimane, tra alterne vicende, in possesso della famiglia di Bard fino al 1242 quando il feudo diventa possesso dei Savoia; durante il 14 - 15° secolo Bard è interessato da frequenti contrasti con i feudi vicini. Nel 1538 la fortezza subisce l'assalto degli imperiali di Carlo V. Nel 1691 il Forte contrastò l'avanzata dei Francesi durante la guerra tra Vittorio Amedeo di Savoia ed il Re Sole. Nel 1704 i Francesi assediarono Bard che dopo nove giorni capitola, ma nel 1713, dopo la vittoria dei Piemontesi sui Francesi, tornò in possesso dei Savoia



http://it.wikipedia.org/wiki/File:FORTE_DI_BARD_8.jpg 

 Nel 1799 scoppiò la prima delle insurrezioni Valdostane borghesi "La Rivolte delle Socques". Pochi uomini armati rudimentalmente assalirono il Forte e il comandante dovette lasciare la postazione con tutta la guarnigione. Ma l'episodio militare più noto di cui il forte fu teatro è l'assedio del 1800. All'alba del 14 maggio di quell'anno i 40.000 uomini dell'Armèe de Rèserve di Napoleone varcarono le Alpi attraverso il Gran San Bernardo per sorprendere l'esercito austro-piemontese che occupava la pianura padana. Assediato il forte, difeso dalle truppe di Vittorio Amedeo II di Savoia, dopo alterne vicende, Napoleone fece radere al suolo il "vilain castel de Bard". Fu Carlo Felice, nel 1827, a promuovere il rifacimento del forte, affidando il progetto all'ingegnere militare Francesco Antonio Olivero, ufficiale del Corpo Reale del Genio. I lavori si protrassero dal 1830 al '38. La nuova piazzaforte era costituita da tre corpi di fabbrica disposti su diversi livelli: l'Opera Ferdinando in basso, l'Opera Vittorio nella zona mediana e l'Opera Carlo Alberto in alto. Questo sistema a strutture autonome, munite di casematte per l'artiglieria, era in grado di garantire la reciproca difesa in caso di un attacco nemico. Nel complesso la fortezza era dotata di 283 locali e poteva ospitare fino a 416 uomini (il doppio con sistemazione paglia a terra); i magazzini potevano contenere munizioni e provviste sufficienti per tre mesi e l'armamento contava una cinquantina di bocche da fuoco. Alla fine dell'800 il forte si avvia al declino: utilizzato dapprima come bagno penale, fu in seguito destinato a deposito di munizioni. Dismesso nel 1975 dal demanio militare, il forte è stato acquisito al patrimonio regionale nel 1990. 


fonte web: http://www.courmayeur-mont-blanc.com/fortezzabard.htm

mercoledì 24 ottobre 2012

#Cinema: Parole di donne

http://www.arsenalecinema.it
 Oggi al Cinema Arsenale, Vicolo Scaramucci, Pisa alle 18.30 (ingresso libero),  presentazione della campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne a cura della Provincia di Pisa e Casa della Donna, realizzazione Alfea Cinematografica -  Parole di donne - Interventi di Anna Romei, Paola Bora, Giovanna Zitiello, Simonetta Della Croce.

 Un tuffo nell’angoscia della sopraffazione domestica, un salto nell’incubo dello stalking, della violenza fisica e psicologica sulle donne, ma anche la folgorante presa di coscienza di un percorso di autodeterminazione, di conquiste sociali legate al lavoro, al corpo e alla maternità attraverso i tre cortometraggi Le parole sono pietre, Persecuzione e Parole di donne e gli spot  Nessuno ha il diritto di sfigurarti.

A cura del Cinema Arsenale

#Passato #PiacerieRicompense

http://akatalepsia.blogspot.it/2009/10/1425-il-cerchio-vuoto-del-passato.html


Il passato con i suoi piaceri, le sue riconpense, la sua idiozia e i suoi castighi è qui per ciascuno di noi, e per sempre, come è giusto che sia

Lillian Hellman, Il tempo dei furfanti

dal libro" Le donne hanno detto" un libro di citazioni, pag. 189 - Laura Bolgeri - Rizzzoli

martedì 23 ottobre 2012

#FioridiBach #Wild Oat: Trovare se stessi

http://www.floriterapia.com/giardino/36.htm

Trovare se stessi

  • Stato d'animo "bloccato":  
    Quando si è capaci di fare qualsiasi cosa, ma non si sa più cosa scegliere e quale strada intraprendere. L'indecisione è generalizzata non fra due cose.
    Quando scegliere fra una moltitudine di possibilità è difficile, Wild Oat aiuta a prendere la propria strada. Classico esempio del giovane di fronte alla scelta della scuola adatta quando tutte o molte gli sembrano adatte. Si vorrebbe fare qualcosa di importante ma non si sa cosa. Wild Oat permette di entrare in contatto con le proprie capacità e con il proprio intuito.
  • Stato d'animo "trasformato":  
    Si è in grado di fare tutto ciò che ci piace, anche se gli interessi sono molteplici, si conosce la propria meta.
  • Stati d'animo e sintomi collegati a Wild Oat in ordine di importanza:
    • Mancanza di orientamento
    • Ambizione senza contenuto
    • Insoddisfazione
    • Cambiamento frequente di lavoro per insoddisfazione
    • Illusioni che non permettono di mettere le proprie radici
    • Depressione con rassegnazione
    • Eccessiva versatilità
    • Dispersività
  • Frase chiave di Wild Oat:  
    "Ho capacità ma non riesco a trovare la mia strada"
  • Affermazione positiva di Wild Oat:  
    "Trovo il mio lavoro e la mia via con facilità"
  • Definizione di E. Bach del rimedio Wild Oat:

    "Quelli che hanno l’ambizione di realizzare qualcosa di importante nella vita, che desiderano fare molte esperienze, trarre piacere da tutto quanto sia loro possibile e vivere pienamente la vita. La loro difficoltà sta nel determinare quale occupazione seguire; poiché sebbene abbiano grandi ambizioni, non hanno alcuna particolare vocazione che li attragga al di sopra di tutte le altre. Ciò può causare indugio e insoddisfazionI

    fonte web: http://www.fioridibach.it/fiori_di_bach/wild_oat.htm

lunedì 22 ottobre 2012

#Libri: Christian Grey vista da Anna

http://www.booksblog.it
Anna Accademica cita Luciana Littizzetto

È autunno e noi siam già di 50 sfumature di grigio. L’avete letta la mitica trilogia dei tre libri porno-armony? 50 sfumature di grigio, 50 sfumature di nero e poi 50 sfumature di rosso. Tutti che parlano di sesso sadomaso. Avete mai fatto sesso estremo? Mi sa che al massimo siete cascati dal letto mentre cercavate di levarvi le mutande. Se vi vediamo con la frusta in mano è perché state facendo la maionese, l’unica cosa che avete legato con la corda in vita vostra è stato l’arrosto. La storia è questa.


Cristian Grey, uno ricchissimo e fighissimo, si innamora di Anastasia Steele, una poverissima ma bellissima. E le fa vedere i sorci multicolor. La frusta, la sculaccia, la appende come una salama in cantina, la rivolta come il sacco dell’aspirapolvere, la trita, la spezza…praticamente un m
ulinex. E lei gode come una salamandra. Alle donne è piaciuto tantissimo. Perché le donne, cari miei, soprattutto quelle regular, le madamine perbenino, sotto sotto sognano un marito che le ribalti. Che le faccia vedere il sole di mezzanotte e lo stocafisso di mezzogiorno. Invece stanno con delle meduse che fanno l’amore una volta ad equinozio. Che pensano che Clitoride sia un filosofo greco. Ectoplasmi che dopo le 9 di sera prendono la forma del divano e lì rimangono fino alle due di notte quando tu per pietà li tiri per i piedi e te li scatafratti nel letto. Lumaconi che se gli dici fammi vedere le stelle ti dicono «Eh.. bisognerebbe andare in montagna…».

Se il maschio nostro ti molla una sberla sul sedere è perché ci si è posata sopra una zanzara. Chiaro che se stai con uno così poi leggi di questo qui che un po’ ti cuorca e un po’ ti regala i diamanti, ti dici perché no. Guardi il tuo lui che russa ancora col telecomando in mano che fra un po’ glielo omologano come protesi, e pensi: ma io anche quattro tirate di capelli me le prendo volentieri… Peccato che sto Cristian Grey sia un disturbato mentale da denunciare per stalking, infatti io speravo che alla fine crepasse tra atroci sofferenze. Oppure che lei cambiasse parrocchia e si facesse suora come Lola Falana. Invece no. Finisce che si sposano e fanno due figli. E continuano a saltare sulla materassa come nelle prime pagine. Ma non è credibile. Dopo due figli le mogli se solo ti avvicini dopo una giornata di sbattimento scuola, casa, compiti, e capo con le paturnie, ti prendono a padellate con la pentola antiaderente così non si vedono i segni… Speriamo solo che non ci sia il sequel,perche' dopo due figli e un matrimonio le 50 sfumature potrebbero essere di maroni.

#Modi di dire: Ci vorrebbe il pozzo di S. Patrizio

http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Pozzo_di_San_Patrizio_3,_Orvieto.jpg 

Ci vorrebbe il pozzo di San Patrizio (= si vorrebbero soddisfare i desideri). Deriva dal fatto che un tempo si credeva che nel pozzo di San Patrizio di Orvieto vi fosse sempre acqua in abbondanza a causa della sua profondità inimmaginabile.

fonte web:http://www.culturaesvago.com/modi-di-dire

domenica 21 ottobre 2012

#Pasticcerie Fiorentine a confronto

Il gusto è sempre personale, ma è importante
dare un fondo di scientificità
ad ogni affermazione e così stamani
ho fatto una prova comparata
tra due pasticcerie fiorentine 
Pasticceria il Gatto e la Volpe in Via Pisana 180 a/r
Pasticceria Marisa Via Circondaria, 24

Ho acquistato da entrambi le stesse paste:

1 brioche vuota,
1 budino di riso,
1 pappatace,
1 sfoglia con riso,
1 millefoglie
Costo di ogni pasta 1 euro!

Ecco le foto:
a sinistra il Gatto e la Volpe, a destra Marisa


Per quanto riguarda il Pappatace, quello a sinistra, proveniente dalla pasticceria Il Gatto e la Volpe,
ha una densità di uvetta assai maggiore
rispetto a quello della pasticceria Marisa, a destra. 
Le dimensioni sono più o meno equivalenti,
così come sono equivalenti le dimensioni delle brioche.


Notevole differenza quando si parla di millefoglie!
a sinistra quella della Pasticceria Il Gatto e la Volpe
misura 13 cm x 6 cm, 
a destra quello della Pasticceria Marisa
misura 9 cm x 4 cm


Anche sui budini diffenza di peso e di dimensioni:
a sinistra quello della Pasticceria Il Gatto e la Volpe
ha un diametro di 9 cm
a destra quello della Pasticceria Marisa
ha un diametro di 7,5 cm


La differenza maggiore però
è sulle sfoglie ripiene di riso:
a sinistra quello della Pasticceria Il Gatto e la Volpe
misura 20 cm x 8 cm, 
a destra quello della Pasticceria Marisa
misura 15 cm x 5 cm


Al di là delle dimensioni, che non sempre contano,
preferisco come qualità le paste della
Pasticceria Il Gatto e la Volpe.

 

#Luogo #Angoscia

http://blog.libero.it/Libertadiamare/3582747.html


...E quando tutto è finito solo i luoghi dove si è conosciuta'l'angoscia ci sono ancora amici. A rivedere i luoghi della propia felicità il cuore si rompe, agonizza

Dorothi Parcker, Il mio mondo è qui

tratto da: Le donne hanno detto - un libro di citazioni pag.150 - Laura Bolgeri - Rizzoli

sabato 20 ottobre 2012

#IlLadro #LaLuna

http://www.turistadimestiere.com/2012/02/tintarella-di-luna-in-val-daosta.html

Il grande maestro di Zen Riokan viveva una vita semplicissima ai piedi di una montagna. Un giorno che lui non era in casa un ladro penetrò nella sua capanna, ma non vi trovò nulla da rubare. In quel momento, il maestro rientrò, trovò il ladro nella capanna e disse: “Devi essere venuto da molto lontano per incontrarmi, non te ne puoi andar via a mani vuote”. Così gli diede le sue coperte e i suoi vestiti. Il ladro, frastornato, prese coperte e indumenti e se la svignò. Quando se ne fu andato, il maestro sedette sulla soglia della capanna e guardò la splendida luna piena, pensando: “Poveretto, avrei voluto potergli dare questa splendida luna!”.

Anthony de Mello,dove non osano i polli

venerdì 19 ottobre 2012

Chele d'amore, Ezio #Falcomer, La #vita picara, #poesia, #citazione


Sequele di aromi
umori estasiati
tutto mi porta
il vento di vita

un flutto sommerge
miei malati sapori

le chele del tempo
brezze sciupano e faville
al macero di gloria
di boria ostinata
ma non il cuore che ama

singulti di stupiti cantori
si diramano a radure

e l'amore è ormai
mio vizio e mia aria.



(Ezio Falcomer, “La vita picara”, Lanuvio RM, Narrativaepoesia, 2010)









Tratto a vedere la sua propria #carnale sostanza e forma, Beppe #Fenoglio, Il #partigiano Johnny #maschile #wilderness #corpo #guerra #citazione


Guadava: l’acqua era fredda e gli massaggiava energicamente le caviglie, beneficamente. Ma come approdò e si accingeva malvolentieri a rincalzarsi notò ai margini della corrente principale una conchetta d’acqua, naturalmente azzeccata e felice. Johnny non ci resisté, si liberò del vestito e delle armi, e si immerse verticalmente, monoliticamente in quell’immobile vortice, fino alle spalle, con un lungo e filato fremito, più perfetto, di una discarica sessuale. Infatti, come si sollevò e vi si reinfilò, con la medesima misura e puntualità di prima, l’acqua fu stavolta completamente scevra di voluttà. Si portò all’asciutto – c’era fitta, dura vegetazione nella sottilissima striscia tra la sponda e l’incombente rocca – si asciugò le mani per non danneggiare la sigaretta che ora si accendeva. Poi tutto fu perfetto, tranne  la sigaretta; proprio non poteva soffrire quel tabacco inglese, così aderente e pastante. Un camion partigiano passò in un inferno di rumore e di polvere; come non deviò a Castino ma proseguì per Bosia, Johnny pensò che avesse a che fare con Frankie e i guastatori.

Nella perfezione dell’ozio, prese a trimmersi col fuoco della sigaretta quei peli sulle braccia che erano cresciuti fuori standard, ma presto il bianco glow della sua pelle l’affondò in più piena meditazione. Mai in quel momento era stato tratto, forzato a pensare, vedere la sua propria realtà fisica, la sua carnale sostanza e forma. Era persino miracoloso il constatare, realizzare appieno, per la prima volta, le facoltà gli usi e le forme specifiche e irripetibili di ogni parte. Le mani, per esempio, avevano sofferto del partigianato: non il dorso, sempre asciutto e fine, col ricamo distinto e potente delle vene elated; ma sulle palme aveva pesato, fino all’incisione, la guerra. – Dr Jekill  e Mr. Hyde, - poté pensare Johnny, confrontando dorso e palmo.

Su tutta la sua pelle la patina inlavata a lungo era ricca, serica e assolutamente inodora, o al più arricchiva stupendamente il suo odore d’uomo. Sentiva di poter dire di poter annusare in quel momento con narici di donna. Il pensiero della guerra piombò come un’ala grigia, non nera, sulla dorata bianchezza della sua pelle, serica e assolutamente glabra, senza vello a distrarre, a intercettare la mano. Era enormemente, forse sacrilegamente, eccitante pronosticare, fantasticare il bersaglio e il varco aperto in quella intatta integrità. Scrollò le spalle, sazio d’immobilità, di fantasia e di rinfresco, e si rivestì in fretta.

Guadagnò la breccia, s’inerpicò per il suo coloso sentiero e fu sulle falde della gigantesca, mammutica collina di Mango. Ondosamente incombevano su lui i boschi neri, come carboniosi, e gli aperti, sfuggenti prati, su alcuni dei quali stavano greggi al pascolo, apparentigli così alti ed immoti come una torma di massi erratici arrestati da una mano miracolosa a mezzo dei vertiginosi pendii.

(Beppe Fenoglio, “Il partigiano Johnny”, Torino, Einaudi, 2001, pp. 234-36)


(Nell’immagine, Joe Manganiello in “True Blood”, tratta da:









#Cambiamento Interiore

http://www.lavocedelmarinaio.com/2011/01/la-terra-mia-e-il-cielo/

È vero. A volte non serve stare sotto un altro cielo. Ciò che devi risolvere è sempre dentro di te, dovunque tu sia..

Federico Moccia, Ho voglia di te

giovedì 18 ottobre 2012

#Amare se stessi

http://blog.libero.it/NAPOLIEDIO/
Credo che l’amore di sé generi un amore enorme per gli altri, perché uno pensa: Beh, se posso amare me stesso, posso davvero amare qualunque cosa.

Neale Donald Walsch, Esercizi di vita

mercoledì 17 ottobre 2012

#Gravidanza #Madri #Bambine

http://salute24.ilsole24ore.com/articles/8640-preeclampsia 
Prima di spiccare il grande balzo di essere madri, c'è per tutte questa anticamera di essere bambine. 
La gravidanza fa regredire infatti.

Lidia Ravera, Bambino mio

"Le donne hanno detto" un libro di citazione , pag, 126 -  Laura Bolgeri  - Rizzoli

martedì 16 ottobre 2012

#Denaro #Potere

http://www.licatanotizie.net/politica/finanziati-180-000-euro-al-comune-di-agrigento/attachment/soldi-euro-denaro/

Il valore del denaro si misura inn base al suo potere di acquisto; e in amore compera tempo, luogo, intimità, comodita e un piccolo angolo dove stare soli.

Mae WEst, L'amante degli anni trenta

tratto da Le donne hanno detto-un libro di citazioni, pag.74- Laura Bolgeri-Rizzoli

Nella luce del sole non brillava gioia alcuna, #Cuore di #tenebra, Joseph #Conrad, #giungla, #foresta pluviale, #citazione



Risalire quel fiume era come viaggiare a ritroso verso i più remoti primordi del mondo, quando la vegetazione invadeva la terra e i grandi alberi ne erano sovrani. Un corso d’acqua deserto, un silenzio profondo, una foresta impenetrabile. L’aria era calda, spessa, greve, ferma. Nella luce del sole non brillava gioia alcuna. Lunghi tratti d’acqua correvano, deserti, nel buio di lontananze ombrose. Sulle rive argentate, ippopotami e alligatori si crogiolavano al sole, fianco a fianco. Nei punti più ampi, le acque scorrevano tra una quantità d isolotti boscosi; su quel fiume ci si poteva smarrire come in un deserto, si sbatteva per giornate intere alla ricerca di un canale navigabile finché non si aveva la sensazione di essere vittime di un incantesimo e tagliati fuori da tutto quel che era noto un tempo – chissà dove – lontano – forse in un’altra vita. C’erano momenti in cui il passato tornava alla mente, come succede quando non si ha un attimo da dedicare a se stessi; ma assumeva i contorni di un sogno inquieto e chiassoso, il cui ricordo suscitava meraviglia nell’opprimente realtà di questo strano mondo di piante, d’acqua e di silenzio. E l’immobilità di questa vita non aveva nulla che assomigliasse alla pace. Era l’immobilità di una forza implacabile che covava un’intenzione imperscrutabile. 


(Joseph Conrad, Cuore di tenebre, Milano, Mondadori (“Oscar Classici”), p. 117)

(Immagine sopra, tratta da





lunedì 15 ottobre 2012

#Intelligenza #Capacità di osservare

http://news.liquida.it/focus/2012/03/02/la-parrocchia-di-mezzolombardo-non-vuole-margherita-hack/
L'intelligenza credo sia la capacità di osservare i propi simili e il mondo, di cercare di capire i meccanismi di funzionamento degli uni e dell'altro, di farsi continuamente domande.

Margherita Hack,<< Il giorno>>

tratto da le Donne hanno detto- un libro di citazioni, pag.139-Laura Bolgeri - Rizzoli

domenica 14 ottobre 2012

#Italy #Lago di Misurina

http://www.enrosadira.it/laghi/images/misurina1.jpg


Il lago di Misurina è il lago naturale più grande del Cadore ad un‘altezza di 1.754 m s.l.m. vicino al paese omonimo, frazione di Auronzo di Cadore(Belluno). Chiamata “La Perl” delle Dolomiti è posto, insieme a Misurina, in una vallata contorniata tra alcune delle cime più belle delle dolomiti: a nord troviamo Le Tre Cime di Lavaredo, ad est il Gruppo Dei Cadini e a ovst il Monte Cristallo e volgendo lo sguardo verso sud si erge in tutta la sua possente bellezza il Gruppo del Monte Sorapiss che si specchia nelle calme acque del lago. Qui nasce l’unico centro in Italia per la cura dell’asma infantile “Pio XII”. Nel periodo estivo il clima è mite con sporadici temporali ma quasi privo di umidità nell’aria. Queste sono solo alcune delle particolarità che rendono Misurina perfetta per il benessere. L’avifauna, specie nel periodo estivo è costituita da anatre selvatiche e rondini, nelle acque invece vivono le trote fario, salmonate ed iridee


http://www.venetolago.it/lago_di_misurina.aspAggiungi didascalia

  Come tutti i luoghi dall’atmosfera magica, anche il lago di Misurina ha la sua leggenda da raccontare. Il suo nome deriverebbe proprio da questa. Infatti si racconta di una bambina dispettosa, chiamata appunto Misurina, che veniva tenuta nel palmo della sua mano dal gigantesco padre Sorapiss. Questi per accontentare nuovamente la sua figlia desiderosa di avere lo Specchio Magico della Regina del Monte Cristallo, fu tramutato in una montagna. Quasi al termine della trasformazione vide sua figlia precipitare e pianse tante di quelle lacrime da formare il lago dentro il quale giacerà per sempre la piccola. Ma la fama del lago deriva sicuramente dal posizionamento geografico in cui esso è perfettamente inserito, nel cuore delle dolomiti immerso in paesaggio che, definire straordinario, può risultare banale. Ma il panorama a 360° vi lascierà senza parole e non renderebbero comunque giustizia del luogo. Per questo invitiamo a chi non ha avuto la fortuna o la possibilità di visitarlo di farlo quanto prima e in ogni stagione dell’anno.

  

http://it.wikipedia.org/wiki/File:Lago_di_misurina.jpgAggiungi didascalia

  D’inverno, quando il lago ghiaccia interamente, la bellezza della montagne dolomitiche risaltano maggiormente. Numerose sono le piste da sci, ampia è la scelta di alberghi e di piste da fondo e sci-alpinistiche mentre d’estate è possibile affrontare qualsiasi tipo di percorso, dal più facile a quello di difficoltà tecnica decisamente superiore. L’ambiente circostante il lago e i paesi vicini offrono tanti e tali attrattive turistiche e ambientali che vi sarà difficile aver visitato tutto pur rimanendo nelle vicinanze di Misurina. Oltre al lago e alla possibiltà di compiere svariate escursioni, è possibile visitare paesi di grandissimo richiamo turistico. Nell’arco di 20-30 km troviamo Cortina d’Ampezzo, Auronzo di Cadore, Dobbiaco e San Candido. Ma anche rimanendo nelle immediate vicinanze è possibile passare delle magnifiche gite o addirittra intere vacanze senza mai annoirasi.


fonte web: http://www.laghiitalia.it/lago_di_misurina.html

#Fiori #Ortensia #Foto di Bernardo Braccini

http://www.accademiadeisensi.com/fiori/540%20ORTENZIA%20%20%28%20particolare%20%29.jpg
 
L ’Ortensia è una pianta fiorita da esterno molto colorata e d’effetto, decisamente comune nei nostri giardini, nei cigli lungostrada o nei nostri davanzali. La sua presenza non passa sicuramente innoservata grazie alla sua particolare fioritura.
CARATTERISTICHE
L’Ortensia è una pianta appartenente al genere Hydrangea e alla famiglia delle Sassifragee originaria del Giappone, esistono oltre 40 specie di Hydrangea, ma la specie più comunemente presente nelle nostre zone è la Hydrangea Hortensis.
L’Ortensia, dalla primavera all’inizio dell’estate fiorisce dando vita a magnifiche composizioni sferiche di piccoli petali, in inverno ed autunno è in riposo, le sue foglie sono grandi dal colore verde intenso e dal bordo seghettato. Il colore dei fiori viene influenzato dal grado di acidità del terreno, il colore originario è il rosso, ma i colori dell’ortensia spesso variano dal rosa, al blu, al bianco.
COLTIVAZIONE
La nostra Ortensia va piantata o posta in un luogo fresco e ombreggiato, comunque non esposto al sole diretto. La pianta ha un grande bisogno di acqua e va irrigata abbondantemente dalla primavera all’inverno quando sarà sufficiente mantenerla umida. Nel periodo primaverile-estivo è opportuno concimare l’Ortensia una volta alla settimana aggiungendo un concime liquido all’acqua d’irrigazione.
CURIOSITA’
L’ortensia è una pianta antichissima, di cui si sono trovate tracce fossili risalenti all’era terziaria. Il nome ufficiale dell’ortensia, Hydrangea, deriva dal greco hydros (acqua) e angeion (vaso), perché le capsule che contengono i semi, somigliano a minute giare d’acqua.
Nella seconda metà del ‘700 fu un francese, Philibert de Commerson, ricercatore botanico, che battezzò come Ortensie alcuni esemplari di questa pianta provenienti dall’oriente in onore di Hortense de Nassau, figlia del principe di Nassau, appassionato botanico e suo compagno in una spedizione.
Ortensia è anche un nome femminile, molto in voga alle fine dell’800 e nelle prime decadi del ’900. Il nome deriva dal latino "Hortensis", derivato dall’appellativo della dea Venere "Hortense" e significa "che sta nell’orto"
 
 
fonte web:http://www.barbazzagarden.it/spip.php?article64

Cerca nel blog

Archivio blog