Cerca nel web

domenica 31 agosto 2014

#ArteInItaly #OpereDi #Giotto:Preghiera in San Damiano

 imm. da it.wikipedia.org
La Preghiera in San Damiano o Miracolo del Crocifisso è la quarta delle ventotto scene del ciclo di affreschi delle Storie di San Francesco della Basilica Superiore di Assisi attribuitia Giotto    Fu dipinta verosimilmente tra il 1295 e il 1299  e misura 230x270 cm.

Tratto da  it.wikipedia.org

sabato 30 agosto 2014

#Italy #Cascatedel #Varone, Lago di Tenno nei pressi di Riva del Garda -Trento


imm. da blog.viaggiverdi.it/Cascate-del-Varone.jpg
La cascata del Varone è una delle attrazioni naturalistiche più apprezzate di tutto l’Alto Garda; l’accesso al pubblico fu consentito fin dall’inaugurazione avvenuta il 20 giugno 1874 al cospetto del Re di Sassonia Giovanni e del Principe Nicola del Montenegro. Da allora il Parco Grotta Cascata Varone è divenuto una delle mete preferite del rismo gardesano dove, anche grazie al parco picnic a disposizione di tutti e ai parcheggi gratuiti, risulta particolarmente piacevole effettuare una sosta. La cascata è alimentata dalle perdite sotterranee del bellissimo lago di Tenno che formano il torrente Magnone il quale va a cadere fragorosamente nella forra  con un balzo di quasi 100 metri. Questo raro spettacolo naturale è apprezzabile in tutta la sua imponente bellezza grazie ai camminamenti che consentono di ammirare il salto d’acqua da due punti differenti: uno inferiore e uno superiore. Solo 50 metri dopo la biglietteria, ospitata in un  interessante edificio progettato all’inizio del secolo  scorso dal famoso architetto Giancarlo Maroni (conosciuto ad esempio per aver progettato il Vittoriale degli Italiani, residenza di Gabriele D’Annunzio a Gardone Riviera ), si raggiunge l’accesso alla grotta inferiore. Qui si osserva il lavoro di erosione delle rocce calcaree svolto dall’acqua in circa 20.000 anni; ci si addentra nella forra fino a raggiungere la parte finale della caduta dell’acqua. 
 
 imm. da italiaparchi.it/giardinobotanicocascatedelvarone
Ritornando brevemente sui propri passi si sale attraverso il parco e il giardino botanico dove si possono ammirare molte varietà di colture, anche non autoctone, che convivono perfettamente grazie al particolare microclima gardesano. Al termine di questa piacevole passeggiata si raggiunge finalmente la grotta superiore, principale punto di osservazione della cascata. L’accesso è reso possibile grazie ad un tunnel di circa 15 metri, scavato dall’uomo, che conduce fino dentro la montagna: la scena è impressionante. Siamo di fronte ad una vera e propria voragine, una gola fantastica completamente scavata dall’acqua, dell  profondità di quasi 100 metri. Il fragore, le correnti d’aria e l’acqua vaporizzata vi avvolgeranno totalmente facendovi vivere un’esperienza unica nel suo genere.

fonte gardatrentino.it/it/cascata-varone-riva-del-garda

venerdì 29 agosto 2014

#AntroDella #SibillaCumana

 L'Antro della Sibilla imm. da incampania.com


L’Antro della Sibilla Cumana è uno dei luoghi più famosi e misteriosi dei Campi Flegrei. Collocato nella rinomata Acropoli di Cuma, l’antro è un’imponente galleria scavata nel tufo, lunga 131 metri e alta 5, di forma trapezoidale. Questo lungo corridoio, il dromos, è attraversato da sei lame di luce che creano un effetto particolarmente suggestivo e termina nel cosiddetto Oikos Endotatos: la stanza dove la Sibilla pronunciava i suoi vatocini. 

L’Antro della Sibilla di Cuma è il luogo dove secondo la tradizione risiedeva la Sibilla Cumana, famosa per i suoi oracoli e per essere parte integrante del VI libro dell’Eneide di Virgilio. Quest’ultimo la descrisse come una maestose e orrenda sacerdotessa di Apollo, custode sia degli oracoli che delle porte dell’Ade.



Apollo e la Sibilla Cumana imm. da  it.wikipedia.org

La Sibilla era un’interprete della parola divina non soggetta al passare del tempo. Questo perchè Apollo si invaghì di questa giovane e bella ragazza con capacità divinatorie. Pur di conquistarla esaudì il suo desiderio: la ragazza prese un pugno di sabbia e chiese di vivere tanti anni quanti fossero stati i granelli. Apollo esaudì la sua richiesta che però aveva un difetto: quegli anni non li avrebbe vissuti in eterna giovinezza! Per questo motivo la Sibilla Cumana divenne vittima della sua longevità.

Questo santuario si presenta privo dell’ingresso originario, con una galleria trapezoidale lunga 131 metri con sei aperture nel lato destro che conduce all’antro vero e proprio. un tempo questi ambienti erano percorsi da gas vulcanici e psicotropi che giustificherebbero la diverse leggende sulla visioni degli antichi visitatori. Sul lato sinistro si apre un’altra galleria con tre grandi ambienti disposti a croce, che si crede fossero cisterne. Continuando lungo l’antro si arriva in una camera rettangolare. Qui troviamo tre volte e un vestibolo, il quale porta ad una piccola aula: l’Oikos Endotatos, ovvero la stanza oracolare.

L’Antro della Sibilla nel corso dei secoli ha subito delle modifiche, delle trasformazioni architettoniche soprattutto per mano dei romani, che ne fecero una struttura militare difensiva. Infatti, alcuni studiosi reputano l’origine dell’Antro della Sibilla come struttura militare e non come santuario o sede della Sibilla Cumana.
  
 Parco Archeologico di Cuma imm. da 2.citynews-napolitoday.stgy.it

Il sito si trova all’interno del Parco Archeologico di Cuma. Qui avrete la possibilità di visitare i restidell’acropoli e della città bassa: il famoso Tempio di Giove, il centro abitato, le Terme, il Tempio di Apollo, il Capitolium e tutta la zona del Foro. La città di Cuma è considerata la più antica colonia greca dell’Occidente, scelta per la sua bellezza e la perfetta composizione morfologica del territorio per la difese militari.

fonte del testo imperatoreblog.it

P. S.  Cuma: sito archeologico della provincia di Napoli, nel territorio dei comuni di Bacoli e di Pozzuoli

’Antro della Sibilla Cumana è uno dei luoghi più famosi e misteriosi dei Campi Flegrei. Collocato nella rinomata Acropoli di Cuma, l’antro è un’imponente galleria scavata nel tufo, lunga 131 metri e alta 5, di forma trapezoidale. Questo lungo corridoio, il dromos, è attraversato da sei lame di luce che creano un effetto particolarmente suggestivo e termina nel cosiddetto Oikos Endotatos: la stanza dove la Sibilla pronunciava i suoi vatocini. 
L’Antro della Sibilla di Cuma è il luogo dove secondo la tradizione risiedeva la Sibilla Cumana, famosa per i suoi oracoli e per essere parte integrante del VI libro dell’Eneide di Virgilio. Quest’ultimo la descrisse come una maestose e orrenda sacerdotessa di Apollo, custode sia degli oracoli che delle porte dell’Ade.
Apollo e la Sibilla CumanaLa Sibilla era un’interprete della parola divina non soggetta al passare del tempo. Questo perchè Apollo si invaghì di questa giovane e bella ragazza con capacità divinatorie. Pur di conquistarla esaudì il suo desiderio: la ragazza prese un pugno di sabbia e chiese di vivere tanti anni quanti fossero stati i granelli. Apollo esaudì la sua richiesta che però aveva un difetto: quegli anni non li avrebbe vissuti in eterna giovinezza! Per questo motivo la Sibilla Cumana divenne vittima della sua longevità.
L'antro della Sibilla Questo santuario si presenta privo dell’ingresso originario, con una galleria trapezoidale lunga 131 metri con sei aperture nel lato destro che conduce all’antro vero e proprio. un tempo questi ambienti erano percorsi da gas vulcanici e psicotropi che giustificherebbero la diverse leggende sulla visioni degli antichi visitatori. Sul lato sinistro si apre un’altra galleria con tre grandi ambienti disposti a croce, che si crede fossero cisterne. Continuando lungo l’antro si arriva in una camera rettangolare. Qui troviamo tre volte e un vestibolo, il quale porta ad una piccola aula: l’Oikos Endotatos, ovvero la stanza oracolare.
L’Antro della Sibilla nel corso dei secoli ha subito delle modifiche, delle trasformazioni architettoniche soprattutto per mano dei romani, che ne fecero una struttura militare difensiva. Infatti, alcuni studiosi reputano l’origine dell’Antro della Sibilla come struttura militare e non come santuario o sede della Sibilla Cumana.
Antro della Sibilla  Oikos Endotatos
Il sito si trova all’interno del Parco Archeologico di Cuma. Qui avrete la possibilità di visitare i resti dell’acropoli e della città bassa: il famoso Tempio di Giove, il centro abitato, le Terme, il Tempio di Apollo, il Capitolium e tutta la zona del Foro. La città di Cuma è considerata la più antica colonia greca dell’Occidente, scelta per la sua bellezza e la perfetta composizione morfologica del territorio per la difese militari.
Oggi sia l’Acropoli di Cuma che l’Antro della Sibilla sono visitabili tutti i giorni dalle 9:00 fino a poco prima del tramonto. Il biglietto d’ingresso è di soli 4€, gratuito l’ingresso per gli under 18 e gli over 65.
Rating: 5.0/5 (4 voti)
- See more at: http://www.imperatoreblog.it/2014/01/29/lantro-della-sibilla-cumana/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=lantro-della-sibilla-cumana#sthash.GUMN54dS.dpuf

giovedì 28 agosto 2014

#Italy e i suoi #Borghi #Castel #Arquato - Piacenza

  astell’Arquato è
 imm. da comune.castellarquato.pc.it
uno dei borghi meglio conservati dell’Appennino
 
  Il toponimo deriverebbe da Caio Torquato, il patrizio romano che secondo tradizione fondò qui il primo castrum o, più probabilmente, da castrum quadratum, che nei documenti tardomedievali indica la pianta a forma quadrangolare del castrum. 


 imm. da castellarquato.com/img/piazza.

  Castell’Arquato è un borgo d’arte di rara bellezza pervaso di atmosfere d’altri tempi.
Ha basse case a schiera color mattone e vicoli stretti in acciottolato che portano alla cima del colle, dove si apre l’ampia piazza monumentale che sembra incredibile trovare in un posto così, in questa Val d’Arda che sfuma da un lato verso la via Emilia e la Padania, dall’altro verso i colli di Vernasca (e l’Appennino) con il borgo-gioiello di Vigoleno.
La parte monumentale è ricchissima. La Rocca Viscontea, voluta dal comune di Piacenza ed eretta da Luchino Visconti tra 1342 e 1349, è una delle più notevoli fabbriche militari del Nord Italia.
Presenta una pianta a L con la cinta minore di mura che dà sulla piazza. Oltre ai muri esterni oggi restano le quattro torri difensive, di cui solo quella orientale è integra.
Su tutto il complesso domina la mole del dongione, che vale la salita per lo splendido panorama e il museo medievale che vi è allestito.

 imm. da comune.castellarquato.pc.it/foto/collegiata

Nella piazza si resta affascinati anche dal gruppo absidale della Collegiata, una delle chiese più antiche del territorio, già esistente nel 756 con funzione di pieve battesimale, ricostruita dopo il terremoto del 1117 e consacrata nel 1122.
Il fonte battesimale in pietra è databile VII-VIII sec., mentre il bel portale strombato, l’architrave e la lunetta scolpita sono del XII sec.
Sul lato sinistro della chiesa scorre il portico tre-quattrocentesco detto “del Paradiso” perché ospita le tombe di personaggi illustri.
La parte più affascinante è comunque il gioco volumetrico delle quattro absidi contrapposto al tetto a capanna della chiesa e al campanile quadrato.

Il 1292 è l’anno di costruzione del Palazzo del Podestà, sul lato nord della piazza monumentale.
L’anima più antica è data dal mastio rettangolare, al quale dal Quattrocento sono stati aggiunti corpi successivi, come la Loggetta dei Notari.
Dà armonia alla mole della facciata la scalinata esterna, munita di parapetto nel XV sec.
Particolare è la torre pentagonale, presente già nel progetto originale. Questa commistione e stratificazione di stili non toglie nulla al fascino della costruzione.
Da vedere, inoltre, nel quartiere di Monteguzzo il Torrione Farnese, eretto intorno al 1530 e rimasto incompiuto, pare, per la morte del duca Bosio II Sforza.
Costruito interamente in laterizio, faceva parte del sistema difensivo del borgo con funzioni militari, anche se nel complesso ha una certa grazia che lo rende attraente e misterioso, per via dei passaggi segreti di cui si favoleggia.
Passaggi segreti che dovevano condurre in aperta campagna o al Palazzo del Duca, nome che prende nel Seicento il Palazzo di giustizia edificato nel 1292.
 È dello stesso periodo la Fontana del Duca, ancora in funzione e fino al secolo scorso usata come lavatoio pubblico.
Di epoca cinquecentesca è l’Ospedale di Santo Spirito, che attualmente ospita il Museo Geologico.
Della robusta cinta muraria innalzata nel 1342 dal duca Azzo Visconti oggi restano solo due delle quattro primitive porte d’accesso, una molto rimaneggiata nel XVII sec., l’altra – la Porta di Sasso – originaria dell’epoca viscontea.

 imm. da matrioskadventures.com/castell-arquatto-borgo-medieval

Ora non resta che perdersi nella trama dei vicoli e delle stradine che rendono così piacevole passeggiare per Castell’Arquato.
Finito questo vagabondaggio, è d’obbligo recarsi nella frazione di Vigolo Marchese per ammirare lo splendido complesso romanico con la chiesa e il battistero di San Giovanni, fatti costruire nel 1008 dal marchese Oberto d’Orta, signore della Val Nure.
Le forme aggettanti del battistero a pianta circolare, il colore dorato dei laterizi e delle pietre nella quiete della campagna, sono pura poesia visiva.


 imm. da castellarquato.com/vini/casuardi/vini1

  La cultura della vite ha radici antichissime a Castell’Arquato, sede di un’enoteca comunale e di numerose cantine. Il Monterosso Valdarda Doc Colli Piacentini prende il nome da una collina accanto al borgo, si produce solo nelle valli circostanti ed è, perciò, il vino locale per definizione.
Giallo paglierino, profumo delicato, secco, abboccato oppure amabile; ideale con salumi e risotti.
Gli altri grandi vini Doc del territorio sono l’Ortrugo, la Malvasia, il Sauvignon e, tra i rossi, il Gutturnio e la Bonarda. Nella frazione di Vigolo Marchese nasce una sorta di crostata al cioccolato, la cui ricetta è segreta. 

  Gli anolini in brodo (anvein in dialetto): mentre nel resto del Piacentino si fanno con un ripieno di stracotto, qui il ripieno è di grana padano amalgamato con pane grattato e odori.
Il brodo è rigorosamente di gallina, manzo e vitello.
Il patrimonio gastronomico locale non può, prescindere dai salumi:  tre quelli che hanno ricevuto la Dop, ossia la coppa, la pancetta e il salame piacentino.  


 tratto da borghitalia.it

mercoledì 27 agosto 2014

#Italy #Cascate del #Barbiano, Valle Isarco Alto Adige - Bolzano

 imm. da upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/f0/Cascata_Barbiano

 Le cascate di Barbiano si formano grazie al torrente Rio Ganda (Ganderbach), che nasce a una quota di 2000 metri, e scende fino a valle, con ben otto cascate da un gradone di roccia alto 200 m. Le rocce sulle quali scorre l’acqua sono composte da porfido quarzifero, una roccia vulcanica formatasi ben 300 milioni di anni fa.

Le cascate si trovano oltre il paese di Barbiano,  sopra Ponte Gardena   in Valle Isarco, e sono composte una serie di cascate davvero molto belle e che rappresentano la meta ideale per una tranquilla escursione in famiglia  o per un pomeriggio rinfrescante durante la stagione estiva.
Il periodo migliore per osservare le cascate è quando la mole d’acqua è abbondante e quindi o immediatamente dopo abbondanti precipitazioni o dopo il disgelo, a aprile-maggio. D’estate la quantità d’acqua è molto inferiore, anche a causa del fatto che l’acqua delle cascate è utilizzata per l’irrigazione dei campi circostanti.

Le cascate sono tre: la cascata superiore, l’intermedia e l’inferiore. Le prima si trova a 1214 metri e con un salto di 45 metri regala un bellissimo spettacolo sia per gli occhi che per le orecchie! Rimarrete stupiti dal fragore dell’acqua che si schianta al suolo sulle rocce. La cascata intermedia, in realtà, comprende diverse cascate di dimensioni inferiori rispetto alle altre, ma altrettanto belle. L’ultima cascata, quella inferiore, regala uno splendido salto di 85 metri di altezza ed è tra le cascate più conosciute e apprezzate di tutto l’Alto Adige.
Il clima attorno alle cascate ha la qualità di essere particolare salubre, grazie alla presenza dei ioni di ossigeno nell’aria, in grado di legare polveri sottili e gas di scarico, stimolare il sistema immunitario, agire positivamente sulle mucose respiratorie. Gli ioni di ossigeno hanno, inoltre, effetti calmanti sul sistema neurovegetativo e sulla circolazione e in genere hanno effetti stimolanti sull'intero organismo. Sostare nei pressi di cascate favorisce lo scambio di gas a livello polmonare ed è una terapia indicata anche per chi soffre di allergie.

 Le cascate si raggiungono partendo  da Barbiano, da qui, verso la fine del paese, si trova una lunga strada con alcuni parcheggi, da qui parte il sentiero marcato che conduce alle cascate. Consigliamo di seguire l’itinerario per la Cascata Superiore (Oberer Barbianer Wasserfall) e una volta arrivati qui, scendere lungo il sentiero per ammirare anche le altre due. Per percorrere questo sentiero occorrono circa 2 ore e mezza. Il sentiero non richiede grande preparazione fisica, ma in alcuni punti è piuttosto esposto, quindi fate attenzione.
Per chi non ha voglia di camminare, è possibile anche arrivare solo alla prima cascata, la Cascata Inferiore, seguendo le indicazioni.

 da  alto-adige.com/valle-isarco/barbiano/cascate-di-barbiano


 Immagine panoramica di Barbiano

 imm. da cdn2.sentres.com/photos/45268/large/alle-cascate-di-barbiano

martedì 26 agosto 2014

#AnimaFemminile #Pistesbagliate


 imm. da img513.imageshack.us

Le donne spesso commettono l’errore di cercare la loro anima femminile nei posti sbagliati, per esempio in un uomo: un marito, un amante, un compagno fedele, un avventuriero, un poeta, un amico della porta accanto, un ladro, un cavaliere d’onore.
Ma l’anima va cercata dentro di sé. Dagli uomini bisogna andarci con quella, non alla ricerca di quella.
Si arriva a mani vuote da un uomo senza la propria anima femminile. Si arriva fragili, poco protette, vulnerabili ai suoi complimenti e alle sue critiche, dipendenti o in fuga, voraci o anoressiche, ipersensibili o anestetizzate.
Ci sono delle volte in cui, invece, le donne sentono sì un richiamo interiore, ma intanto fissano con uno spillo la relazione con se stesse. L’agganciano da qualche parte, precaria. Basta una strattonata, un movimento brusco, una folata di vento, e cade.
Lo spillo si stacca.
E le punge.
«Ahi» dicono.
«Cosa mi ha punto?» si domandano.
Spesso si dimenticano di aver appeso se stesse da qualche parte, di essersi lasciate lì, con quello spillo che le tiene precarie e svolazzanti.
Uomini e spilli sono piste sbagliate per chi vuole andare alla scoperta dell’anima femminile.


dal libro “Olofem: Femminile sconosciuto” di Simona Oberhammer

lunedì 25 agosto 2014

#Amicizia #Emozioni condivise


 
 imm. da frasiaforismi.com



L'amicizia nasce dalle occasioni della vita, spesso dal destino, ma per diventare sentimento irrinunciabile necessita poi di grandi emozioni condivise, non di mediocrità affettiva.

  Paolo Crepet, Elogio dell'amicizia

domenica 24 agosto 2014

Il #Mare è tutto da #Ventimila leghe sotto i mari


 imm. da.scienzita.it

Il mare è tutto. Copre i sette decimi del globo terrestre. Il suo respiro è puro e sano. È l'immenso deserto dove l'uomo non è mai solo, poiché sente fremere la vita accanto a sé. Il mare non è altro che il veicolo di un'esistenza soprannaturale e prodigiosa; non è che movimento e amore, è l'infinito vivente, come ha detto uno dei vostri poeti. Infatti, professore, la natura vi si manifesta co i suoi tre regni: minerale, vegetale, animale.

  Jules Verne - Ventimila leghe sotto i mari

sabato 23 agosto 2014

#Lento scivolare: La Scommessa di Raffaello Mastrolonardo


 imm. da meteoweb.eu
Era un sintomo inquietante il desiderio di solitudine.
Non c'era bisogno di psichiatri per capire che qualcosa non andava quando il desiderio di star solo stava diventando ingombrante.
Era come un lento scivolare, impercettibile, ma costante, accompagnato dall'incapacità di fare alcunché.


Raffaello Mastrolonardo, La scommessa

venerdì 22 agosto 2014

#ArteInItaly #OpereDi #Giotto - La Cappella degli Scrovegni



 imm. da .tanogabo.it/arte/images/Giotto_Cappella_degli_Scrovegni.jpg

 La cappella degli Scrovegni   (detta anche dell'Arena) si trova nel centro storico di Padova    e ospita un celeberrimo ciclo di affreschi di Giotto   dei primi anni del XIV secolo,  considerato uno dei capolavori dell' arte occidentale. Internamente è lunga 29,26 metri, larga 12,80 e alta 8,48 nel punto maggiore

 imm. da upload.wikimedia.org/wikipedia/Padova Cappella degli Scrovegni.jpg
 La Cappella degli Scrovegni, capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo, è considerato il ciclo più completo di affreschi realizzato dal grande maestro toscano nella sua maturità. Colore e luce, poesia e pathos. L'uomo e Dio. Il senso della natura e della storia, il senso di umanità e di fede fusi assieme per narrare in un modo unico, irripetibile le storie della Madonna e di Cristo.
Giotto termina gli affreschi della Cappella entro i primi mesi del 1306. In questa data "...la cappella presenta un'architettura molto semplice: un'aula rettangolare con volta a botte, un'elegante trifora gotica in facciata, alte e strette finestre sulla parete sud, un'abside poligonale poi sopraelevata per la cella campanaria".
Il ciclo pittorico della Cappella è sviluppato in tre temi principali: gli episodi della vita di Gioacchino e Anna (riquadri 1-6), gli episodi della vita di Maria (riquadri 7-13) e gli episodi della vita e morte di Cristo. In basso a questi affreschi, una serie di riquadri illustra le allegorie dei Vizi e delle Virtù.

 da cappelladegliscrovegni.it/index.php/it/

mercoledì 20 agosto 2014

#Italy #Cascate di #Monte Gelato- Lazio



   


 Cascate di Monte Gelato nella Valle del Treja, Mazzano Romano (Roma)

 A Monte Gelato, il fiume Treja scorre su cascate tra gli alberi. Queste cascate sono alquanto affascinanti e meritano una breve visita. Sono più uno specchio d'acqua amato dai bambini del posto in estate che un'attrazione turistica, sebbene qui vi siano anche state girate scene di diversi film. Nelle vicinanze ci sono gli importanti resti di un mulino ad acqua utilizzato dal 1830 fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

 

 fonte  roma-info.net/cascatedimontegelato.htm

 

martedì 19 agosto 2014

#Arte #Pittori #Edmond Aman Jean


  Giovane ragazza con il pavone di Edmond Aman Jean.
  

 tratta da: es.wikipedia.org/wiki/EdmondAmanJean
 Edmond Aman Jean ( Chevry-Cossingy, 13 gennaio 1858 - Parigi 23 gennaio 1936)   è stato  un pittore, incisore e critico d'arte francese  

lunedì 18 agosto 2014

#Italy #Cascata del #Toce - Val Formazza - Verbania

 imm. da it.wikipedia.org/wiki/Cascata_del_Toce


La Cascata del Toce o La Frua   è una cascata   che si trova nel comune di Formazza   in frazione Frua  a quota 1675 m s.l.m.; con essa il fium Toce   compie un salto alto 143 m su un reclinamento roccioso di 200 m, con un fiocco d’acqua alla base di 60 m.
La cascata del Toce è considerata una delle più spettacolari delle Alpi, sebbene l'intervento umano ne abbia ridotto la portata per gran parte dell'anno. A monte della cascata il Toce forma infatti il lago di Norasco   un lago artificiale da cui le acque vengono captate per il funzionamento delle centrali idroelettriche  (in successione) di Ponte, Fondovalle, Cadarese, Crego e Crevola Toce. In cima alla cascata vi è lo storico albergo (1863) che visse la bell’epoque del turismo alpino di inizio secolo. La cascata viene aperta solamente per brevi fasce orarie tra giugno e settembre, riprendendo pienamente la propria conformazione naturale.
Per raggiungere la cascata occorre percorrere la strada statale 33 dei Sempione che collega Milano   con il Confine di stato di Iselle  e giunti a Crevoladossola si imbocca la strada statale 659 di Valle Antigorio a Val Formazza che dopo circa 40 km porta alla cascata.

 Verbania (capoluogo del Verbano) è un comune situato sulla sponda piemontese del Lago Maggiore.  

da   it.wikipedia.org


#Italy: #Lago di #Tovel - Il lago rosso - #Tuenno - Trentino Alto Adige


 imm. da .meteoweb.eu/wp-content/lago-di-Tovel.

Il lago di Tovel è un lago alpino  situato sul territorio del comune di Tuenno prov. di Trento   ad un'altezza di 1178  metri s.l.m. all'interno del Parco Naturale Adamello Brenta. È stato anche chiamato lago degli orsi perché sono presenti alcuni orsi bruni nella valle, e lago rosso per il fenomeno dell'arrossamento delle sue acque, che avveniva fino al 1964 per azione di un'alga  (Glenodinium sanguineum)

  
 imm. fotografieitalia.it/foto/LAGO DI TOVEL

Con una superficie di 370 000 m², fa parte del bacino idrografico   del Noce-Tresenga e, con istituzione datata 19 settembre 1980, è tutelato come zona umida di importanza internazionale dallo Stato, in base alla Convenzione di Ramsar.

Oltre ai principali immissari, lungo la sponda sud occidentale sono diffuse alcune piccole sorgenti perilaquali, le quali nonostante la scarsa portata, rappresentano in realtà la punta dell'iceberg del grande flusso d'acqua che alimenta il lago direttamente dal fondo. Queste acque sorgive provengono dalla località Pozzol, un'ampia depressione situata circa un chilometro a monte, dove il torrente Santa Maria Flavona si esaurisce scomparendo nel terreno. Il terreno particolarmente poroso viene quindi attraversato dall'acqua sino a raggiungere la falda acquifera;  questo fa sì che tutti gli spazi vuoti del terreno siano completamente saturi d'acqua. L'acqua di falda ha un movimento lento ma costante verso valle e le sorgenti perilacuali rappresentano il punto in cui la falda acquifera incontranuovamente la superficie. Il punto di intersezione coincide esattamente con le sponde del lago.
Il lago è popolato da alcune specie di pesci tra cui il rinomato salmerino alpino,  il sanguinerola,  l'alborella cisalpina ( Alburnus arborella) ed il cobite barbatello, quattro differenti specie di piccoli pesci autoctoni. Attorno alle acque del lago si trovano anche alcuni esemplari di biscia dal collare,  un serpente non velenoso.
Presso la sponda meridionale del lago è presente una stazione meteo-idrica.

  
imm. it.wikipedia.org/wiki/Lago_di_Tovel#mediaviewer/File:Tovel-rosso.

Il lago di Tovel è noto per il caratteristico arrossamento che avveniva nelle sue acque, dovuto all'azione di un' un alga conosciuta col nome di Tovellia sanguinea.Il fenomeno dell'arrossamento si verificava in estate durante i mesi più caldi. L'arrossamento del Lago di Tovel cessò nell'estate del 1964. Alcuni recenti studi hanno stabilito che la sparizione potrebbe essere dovuta alla mancanza del carico organico (azoto e fosforo) proveniente dalle modalità di monticazione  delle mandrie di bovini che pascolavano nei pressi del lago. La tovellia è stata recentemente identificata in almeno un altro lago alpino, il Seealpsee  in Svizzera.


Secondo una leggenda locale anticamente viveva nella zona la principessa Tresenga, figlia dell'ultimo re di Ragoli: essa veniva chiesta in moglie da molti pretendenti, ma ella li rifiutò tutti. Uno di loro, Lavinto re di Tuenno, non si rassegnò e quando le sue offerte vennero respinte per l'ennesima volta mandò un esercito contro Ragoli nel tentativo di indurre Tresenga a più miti consigli. Il caso volle che né lei, né il suo popolo, volessero essere sottomessi dall'arrogante re di Tuenno e, pur inferiori in forza e numero, risposero all'attacco; la principessa stessa non si tirò indietro e marciò alla testa della sua gente. La battaglia ebbe luogo sulle rive del lago e vide i paesani di Ragoli soccombere sotto i colpi dei soldati di Tuenno. Tresenga alla fine trovò la morte per mano di Lavinto, che la uccise con un colpo di spada. Alla fine della giornata il lago era rosso per il sangue dei morti e si dice che sia per questo che ancora oggi si colora, per ricordare il coraggio degli abitanti di Ragoli e della loro principessa che ancora oggi, la notte, si siede sulle rive del lago a piangere per la sorte della sua gente.


 Sotto un immagine panoramica di Tuenno

 imm.albergotuenno.com/ 


Sunto tratto da  it.wikipedia.org/wiki/Lago di Tovel

domenica 17 agosto 2014

#Italy #Cascate del #Nardis - Val di Genova - Dolomiti del Brenta - Trento



imm, da  it.wikipedia.org/wiki/Cascate_Nardis
  Le cascate Nardis, oltre 130 metri tra le montagne del Parco Naturale Adamello Brenta. Sono le più note della Val di Genova, conosciuta come valle delle cascate per la grande abbondanza di salti d'acqua: le cascate Nardis scendono dalla Presanella compiendo un salto che dai 921 metri scende per oltre 130 con una pendenza tra i 55 e i 65 gradi. La valle è tutta caratterizzata da terrazzamenti e scavi prodotti dall'acqua e dalla formazione glaciale che rendono il territorio particolarmente ricco di cascate.
La vaporizzazione dell'acqua all'impatto con la roccia e la particolare angolazione della luce al tramonto rendono la cascata suggestiva in ogni momento della giornata. La cascata è accessibile arrivando al rifugio Nardis da Carisolo.

 fonte: visittrentino.it

sabato 16 agosto 2014

#Italy #Parco delle #Cascate di Molina - Fumane - Verona




imm. da holidayverona.com/Cascate-Molina

 tourism.verona.it/uploads/Parco-delle-cascate-di-Molina.jpg

 IL Parco delle Cascate di Molina si deve all’intuizione del professor Giuseppe Perin, geologo e confratello dell’ordine di Don Calabria. Colpito dall’unicità della zona delle cascate, propose alla comunità di Molina e alle autorità locali di costituire il parco, che attira ogni anno tra i 30.000 e i 50.000 visitatori. A Molina, si respira l’atmosfera magica di un piccolo borgo medievale. Il nome di questo villaggio in pietra deriva dalla presenza dei mulini nel paese e lungo la valle, nelle vicinanze. Da visitare sicuramente il Museo Botanico della Lessinia di Molina, inaugurato nel 1981 e il Riparo Solinas, attualmente noto come Grotta di Fumane, scoperta nel 1962, abitato per un lunghissimo periodo dall’uomo di Neanderthal (60.000 anni fa) e poi dall’Homo sapiens dell’Aurignaziano, circa 34.000 a 32.000 anni fa, fino al crollo della grotta che si presume risalga a 25.000 anni fa, come conseguenza ed effetto di una glaciazione.
La terza domenica di luglio si svolge la festa delle cascate.

 fonte: blog.viaggiverdi.it




venerdì 15 agosto 2014

#Italy: La #Cascata di #Isola del Liri - Frosinone

 imm. da upload.wikimedia.org/wikipedia CascataIsoladelLiri.
A poco più di 100 km (un ora di viaggio) da Roma e un pò di più da Napoli (120 km per 1 ora e 15 di viaggio) troverete uno spettacolo creato dalla forza delle acque, una cascata verticale (la Cascata Grande) alta 28 metri, ora ricca e spumeggiante ora più magra e silente a seconda delle piene e delle precipitazioni atmosferiche, che, caso unico almeno in Europa, da il meglio di sè proprio nel centro storico della città.

Isola del Liri è infatti un'isola su un fiume! Il fiume Liri, appunto, che rappresenta (ancora di più nel passato,purtroppo, con le produzioni legate alle Cartiere) la forza , la ricchezza e la particolarità di questo paesino.
Nato nel vicino Abruzzo, alle falde del monte Camiciola nei pressi di Cappadocia, se ne viene placido attraversando la valle di Roveto con i suoi paesini arroccati alle falde dei monti Simbruini o isolati nelle strette gole e, dopo aver oltrepassato il confine regionale, trova ad Isola l'occasione di diventare "spettacolo", con la cascata suddetta.

Il Liri, dividendosi in due rami nel bel parco del Castello, trova davanti anche un dislivello più graduale, su cui scende saltellando di roccia in roccia formando un altra pittoresca Cascata,più piccola, detta del Valcatoio.

 fonte: isolaliri.com

giovedì 14 agosto 2014

#Italy #CascateDi #Aquafraggia - Piuro - Valchiavenna - Sondrio


 imm. da valchiavenna.com/postimg/Cascate-Acquafraggia.jpg
Le Cascate dell’Acquafraggia, di Borgonuovo, nel comune di Piuro in Valchiavenna, provengono dal Pizzo Lago a quota 3050 metri. L´origine del nome Acqua Fraggia, deriva da “acqua fracta”, cioè torrente continuamente interrotto da cascate. Le cascate, davvero imponenti, impressionarono pure Leonardo da Vinci che “trovandosi a passare per Valle di Chiavenna” ne ammirò la bellezza selvaggia e le menzionò nel suo “Codice Atlantico”: “Su per detto fiume (la Mera) si truova chadute di acqua di 400 braccia le quale fanno belvedere…“.
La presenza di un percorso attrezzato all’interno del parco permette di visitare da vicino l’ambiente che circonda le cascate, e dalle terrazze panoramiche lungo il sentiero, si può ammirare l´intera vallata fin verso la piana di Chiavenna.
Diversi itinerari escursionistici, all’interno del parco, hanno come punto di partenza le Cascate dell’Acqua Fraggia.

 fonte   blog.viaggiverdi.it


mercoledì 13 agosto 2014

La #Sacra di San Michele


 imm. da linguaggioceleste.files.wordpress.com

La sacra di San Michele è un complesso architettonico collocato sul monte Pirchiriano, all'imbocco della val di Susa; è situato nel territorio del comune di Sant'Ambrogio di Torino poco sopra la borgata San Pietro, ed appartiene alla diocesi di Susa. È il monumento simbolo del Piemonte e una delle più eminenti architetture religiose di questo territorio alpino, transito per i pellegrini tra Italia e Francia. Ristrutturato, è affidato alla cura dei padri rosminiani.
La leggenda sull'origini della Sacra di San Michele
Ci sono molte versioni della leggenda sulle origini della Sacra di San Michele. Tutte concordano sull'apparizione di uno o più angeli. Trovi scritta qui una delle più popolari.Si racconta che San Giovanni Vincenzo, nel X secolo, volesse costruire un'abbazia sul Monte Caprasio. Cominciò così a costruire, ma i lavori non andavano mai avanti: ogni giorno posavano le prime pietre della costruzione e ogni notte queste sparivano.Così San Giovanni decise di rimanere sveglio per svelare il mistero. A sorpresa, scoprì che non si trattava di ladri di materiale, ma di angeli. I messaggeri celesti comparivano con il buio e trasportavano le pietre sul monte Pirchiriano. Fu così che San Giovanni decise di costruire l'abbazia dove sorge ancora adesso. Da quel giorno infatti non ci furono più impedimenti "divini" e il santuario fu ultimato.
Qui nasce il romanzo "Il nome della rosa"
 Si dice che Umberto Eco abbia preso ispirazione proprio dalla Sacra di San Michele per il suo celebre romanzo "Il nome della rosa". Pare infatti che la maggior parte dell'ambientazione del libro sia molto simile a quella del santuario piemontese.

 fonte: arteide.org/en/places/sacra-di-san-michele

martedì 12 agosto 2014

#Niente da #Correggere



 imm. da giornalettismo.com/

Non c’è niente da correggere; ogni cosa chiede solo di essere celebrata. Sei stato fatto per chinarti così da scoprire tutti gli infiniti miracoli ai tuoi piedi.
E sei stato fatto per estenderti così da trovare il Bellissimo Paradiso Personale appena oltre tutte quelle responsabilità che pensi di doverti assumere.
Quando invoco Dio e gli chiedo di parlarmi mi sento piccolo e solo, proprio come te. Ma è proprio in quell’istante che, senza alcun motivo particolare, comincio a risplendere.

  Neale Donald Walsch,  Felici più di Dio,

domenica 10 agosto 2014

Le #Amicizie da L'infinito istante di Geoff Dyer


 imm da upload.wikimedia.orgEva_Gonzalès Afternoon_Tea_or_On_the_Terrace.jpg


Ad un certo punto le amicizie raggiungono un equilibrio tra il ricordo del tempo passato e il futuro all’orizzonte; iniziano a disfarsi con la tacita consapevolezza che quello che conserva la memoria supera qualsiasi cosa potrà nascere nel futuro. A questo può seguire la consapevolezza che l’amicizia è tutta basata sulla memoria, quando non c’è nient’altro che la memoria, e che per proteggere questi ricordi è meglio porle fine. Questo è il motivo per cui spesso si prova una sensazione di notevole soddisfazione nel sapere che un’amicizia è realmente finita.


Geoff Dyer, L’infinito istante

sabato 9 agosto 2014

#Scozia #Edinburgh Military #Tattoo

imm. da militarytattooedinburgh.com/media/tmb/tattoo


L'Edinburgh Military Tattoo è una parata militare che si svolge, sulla grande spianata del Castello di Edimburgo,  durante il mese di agosto nella città di Edimburgo,   capitale della Scozia.   è molto popolare e le serate più importanti vengono trasmesse in diretta sulla BBC.   Questa importante parata ricorre, per attrarre molti turisti, in contemporanea al Festival di Edimburgo,   o Edinburgh Festival. Gli artisti accorrono da tutto il mondo: si possono incontrare ballerine giamaicane patrioti americani   e ovviamente non mancano le cornamuse  scozzesi. Spettacolari sono anche i fuochi artificiali e gli spari dei cannoni costruiti a ritmo di gara da due squadre contendenti.


imm. da visitscotland.comedinburgh-tattoo
 
 Il termine "tattoo" risale al XVII secolo,   quando unità dell'esercito britannico vennero dislocate nei Paesi Bassi.  La sera, i tamburini della guarnigione venivano inviati nelle città per dare il segnale di rientro in caserma ai soldati in libera uscita. Questa azione era nota come tappa il rubinetto ed era un invito agli osti a non servire più da bere ai militari della guarnigione.

  da  it.wikipedia.org

venerdì 8 agosto 2014

La #Donna giusta di Sandor Marai






Improvvisamente ho capito che non c'è nessuna persona giusta. Non esiste né in terra né in cielo né da nessun'altra parte, puoi starne certa. Esistono soltanto le persone, e in ognuna c'è un pizzico di quella giusta, ma in nessuna c'è tutto quello che ci aspettiamo e speriamo. Nessuna racchiude in sé tutto questo, e non esiste quella certa figura, l'unica, la meravigliosa, la sola che potrà darci la felicità. Esistono soltanto delle persone, e in ognuna ci sono scorie e raggi di luce, tutto…»

Sandor Marai, La donna giusta

giovedì 7 agosto 2014

#Statue Famose: La #Sfinge di Giza #Egitto



 imm da gizzeta.it
La Sfinge di Giza

Guardia alla piramide di Chefren, la Sfinge è la più antica scultura monumentale d'Egitto. Gli archeologi la collocano intorno al 2500 a.c. ne attribuiscono l'ispirazione di Chefren. È alta 20 m. e ha il corpo allungato, le zampe protese e un copricapo reale.
Fu scolpita in un affioramento di roccia naturale sulla lui base furono aggiunti alcuni blocchi di pietra in occasione delle numerose ristrutturazioni, a partire dalla XVIII dinastia. 

Sono tanti i racconti sul naso della Sfinge di Giza, secondo le quali la sua distruzione avvenne o per  un colpo sparato da un mamelucco, un ottomano o un francese. In realtà andò perso prima del XV secolo. 

In origine la Sfinge aveva anche una finta barba stilizzata, simbolo di regalità, ma anch'essa scomparve. Un pezzo di roccia prelevato dal luogo in cui essa sorgeva sulla sabbia oggi è conservato nel British Museum di Londra.
Di fronte alla statua sorgono i resti del Tempio della Sfinge, attualmente chiuso al pubblico. L'area circostante la Sfinge è accessìbile dal tempio della Valle di Chefren, uno dei più antichi templi ancora esistenti in Egitto

 Il tempio funge ora da piattaforma di osservazione per il pubblico in estasi davanti alla Sfinge, la favolosa creatura con corpo di leone e volto umano, nota ai primi arabi come Abu el-Hai, Padre del Terrore. Sebbene sia un soggetto anche troppo dibattuto, una teoria vuole che sia antecedente all' epoca egizia, frutto di una civiltà molto più antica e scomparsa, gli archeologi concordano nel ritenere che la Sfinge sia stata scolpita durante il regno di Chefren.
Si tratterebbe infatti di una raffigurazione emblematica del re, il cui corpo leonino costituirebbe l'archetipo della regalità e la testa regale, cinta dal nemes (copricapo portato dai soli faraoni), il potere. Intagliata in un unico sperone roccioso, tranne le zampe realizzate con blocchi di riporto, rappresenta il più antico esempio di scultura monumentale dell'antico Egitto.

 Alcune parti della creatura spiccano per il loro biancore, risultante dai lavori di restauro intrapresi negli anni '90, anche se sono documentati lavori risalenti alla XVIII Dinastia, quando fu posta la stele che si erge tuttora fra le zampe anteriori, che descrive come il faraone Thutmosi IV liberò il monumento dalle sabbie che la ricoprivano


Fonte del testo: egittopercaso.net/piramidi

mercoledì 6 agosto 2014

Il #Cristo degli abissi #Portofino - Liguria



http://img.photogallery2.tiscali.it/

Conosciuto in tutto il mondo, il ''Cristo degli abissi'' stupisce e rende magico un momento dove poterlo ammirare sotto il mare, avvicina un nostro stato emotivo, all' armonia e alla pace interiore. Ci sono scenari che toccano il cuore quanto la sguardo, immagini e paesaggi che non appaiono belli solo alla vista, ma che ci entrano dentro toccando qualcosa in noi che non sapremmo definire.
La Liguria è piena di luoghi del genere, più o meno conosciuti e famosi, apparentemente semplici, che richiamano tuttavia emozioni e sensazioni forti. La Liguria è terra – anche – di mare, uno spazio che va conosciuto ed esplorato tanto sopra quanto sotto la superficie, capace di regalare scenari di eccezionale bellezza. E se la costa della nostra regione è piena di aree ormai diventate mete immancabili di sub e appassionati di snorkeling, ve n’è una in particolare che ne è diventata il simbolo, in cui si intrecciano – come a volte accade con il mare – valori umani, religiosi e quel senso di rispetto per il mare, la sua bellezza e le sue genti.

 Il Cristo degli Abissi è nell’Area naturale marina protetta di Portofino – istituita già nel 1999 in provincia di Genova – che troviamo il Cristo degli Abissi. La statua, posta su fondale a 15 m. di profondità nel 1954, si trova nella baia di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino e con la sua presenza crea sott’acqua un luogo fuori dal tempo e dallo spazio, perla racchiusa all’interno di una dei più bei luoghi di tutta la Liguria.
Il Cristo nacque da un’idea di Duilio Marcante che, a seguito della morte di Dario Gonzatti durante un’immersione, promosse la posa della statua. Alta 2,50 metri e completamente in bronzo, venne realizzata dallo scultore Guido Galletti e posta con la collaborazione della Marina Militare Italiana. Le sue mani rivolte alla superficie – o al cielo – sono aperte in segno di pace

 Il Servizio Marittimo del Tigullio, il FAI (Fondo Ambiente Italiano) e l’Associazione La Fede sotto il mare propongono un’escursione tra spiritualità ed avventura, dove sarà possibile vivere un’esperienza straordinaria alla scoperta non solo del Cristo, ma anche di straordinari monumenti religiosi come l’Abbazia di San Fruttuoso.
In particolare, per rendere possibile a tutti la visita del Cristo, il Servizio Marittimo del Tigullio utilizza una tecnica collaudata da diversi anni per permettere la visita ai fondali dell’Area Marina Protetta di Portofino a moltissimi turisti e scolaresche. Il sistema offre ai visitatori l’opportunità unica di assistere all’immersione su questo famoso sito e di vedere le immagini in diretta, accompagnati da una guida ambientale e da un video operatore subacqueo, che porta in superficie le immagini di ciò che avviene in tempo reale a profondità comprese fra –1 e –40 metri.
Il Cristo fu realizzato dallo scultore Guido Galletti, con le braccia protese verso l'alto in segno d'invocazione. La scultura è alta 2,5 metri e pesa 260 kg. Nel crogiolo furono fuse medaglie di marinai e di atleti, campane, cannoni, elementi navali e perfino eliche di sommergibili americani donati dall'U.S. Navy. A seguito della morte di Marcante fu posta una targa sul basamento della statua in sua memoria.
La statua è stata restaurata recentemente per preservarla dalla corrosione e dalle incrostazioni e per riattaccare la mano che era stata staccata da un'ancora.
Chi fosse impossibilitato o non amasse immergersi potrà osservare il Cristo attraverso un batiscopio o una maschera subacquea, oppure ammirare la copia posta nella chiesa di San Fruttuoso. E non si tratta dell’unica copia: una si trova nel lago Palù, in Val Malenco, dove fu posta nel 1972, mentre un’altra sorge in Florida, a Key Largo. Esiste poi un altro Cristo degli Abissi, in formato ridotto, che si erge sulla banchina del porto di St. George's, capitale dell'isola caraibica di Grenada. L'originale in gesso della statua è invece conservato a Marina di Ravenna nel Museo Nazionale delle Attività Subacquee.
 
 fonte: sonoconte.over-blog.it
 

martedì 5 agosto 2014

#Statue famose: Il #Buddha di Maitreya #Leshan #Cina




 imm. da it.wikipedia.org


 Il Buddha gigante di Leshan   è la più grande statua di pietra di Budda  del mondo. Essa è scolpita nella roccia nel punto in cui confluiscono i fiumi Minjiang, Dadu e Qingyi, vicino alla città di Leshan nella parte meridionale della provincia di Sichuan, in Cina.   La scultura è posta di fronte al Monte Emei,   con i fiumi che scorrono ai suoi piedi.
La costruzione dell'opera iniziò nel 713, condotta da un monaco  cinese di nome Haitong. Egli sperava che il Buddha avrebbe calmato le acque turbolente che affliggevano le navi mercantili   che scendevano la corrente dei fiumi. Secondo quanto narra la leggenda, quando i fondi per la costruzione della statua stavano scarseggiando il monaco si cavò i suoi stessi occhi   per provare la sua buona fede e sincerità. La statua venne completata dai suoi discepoli 90 anni dopo. Pare che l'enorme massa di roccia rimossa per la costruzione dell'opera e depositata nei fiumi ai piedi della statua abbia effettivamente alterato il corso delle acque, col risultato che la navigazione divenne più sicura.
Nel 1996 l'area dei Monti Emei, compresa l'area ove si trova la statua del Buddha gigante di Leshan, è stata inserita nell'elenco dei Patrimoni dell'umanita dell'Unesco.
La statua, alta 71 metri, rappresenta un Buddha di Maitreya in posizione seduta, con le mani appoggiate sulle ginocchia. Le spalle sono larghe 28 metri e sull' unghia più piccola ci si potrebbe comodamente sedere una persona. Un motto   locale recita che "la montagna è un Buddha e il Buddha è una montagna": questo anche a causa del fatto che la catena montuosa   in cui la statua si trova ha una vaga rassomiglianza (se vista dal fiume) con le forme di un Buddha dormiente, con la statua gigante al centro.

fonte it.wikipedia.org

lunedì 4 agosto 2014

#Statue famose #Manneken Pis #Bruxelles - Belgio



imm. da it.wikipedia.org 
Il Manneken-Pis è una statua in bronzo, alta una cinquantina di centimetri, situata nel centro storico di Bruxelles. Questa statua è il simbolo dell'indipendenza di spirito degli abitanti di Bruxelles.  Si tratta di una fontana che rappresenta un piccolo ragazzo che sta urinando. Le parole Manneken Pis significano in bruxellese (dialetto fiammingo vicino all' olandese ) il ragazzetto che fa pipì.
L'origine della statua non è accertata. Numerose leggende circolano su di lui. Fra esse una descrive un bambino che avrebbe estinto, a suo modo, la miccia di una bomba con la quale i nemici volevano dare fuoco alla città; un'altra, un bambino perso che sarebbe stato trovato da suo padre, ricco borghese di Bruxelles, nella posizione che si immagina; un'altra ancora narra che nel XII secolo un bambino, figlio di un celebre duca, fu sorpreso ad urinare su di un albero durante le fasi cruciali di una battaglia. Così questa immagine simboleggiò il coraggio militare dei belgi.
È tradizione offrire al Manneken Pis degli abiti in occasioni speciali, in particolare per onorare una professione. Il guardaroba attuale comprende più di ottocento costumi, che sono per lo più conservati nel museo della città ubicato nella Casa del Re sulla Grande Place. Il suo primo abito gli fu donato nel 1698 da Massimiliano-Emanuele di Baviera, governatore generale dei Paesi Bassi spagnoli. Nel 1747 il re di Francia Luigi XV gli fece dono di un abito per calmare gli abitanti di Bruxelles, furiosi perché i soldati francesi avevano rubato la statua. Manneken Pis viene vestito con uno dei suoi costumi 36 volte all'anno, in date prefissate: per esempio, ogni 21 aprile indossa il costume di Spirou,  ogni 27 aprile i panni di Nelson Mandela   ed ai primi di luglio la maglia gialla del Tour de France 
Manneken Pis è diventato, con la Grand Place di Bruxelles e l'Auditorium  uno dei simboli di Bruxelles.

fonte it. wikipedia.or

domenica 3 agosto 2014

#RaccontiSaggi: La #Ciotola del nonno


 imm. da curiosandoinrete.com

C’era una volta un povero vecchio, che non ci vedeva più, non ci sentiva più e le ginocchia e le mani gli tremavano. E quando era a tavola non poteva tener fermo il cucchiaio e faceva cadere la minestra sulla tovaglia e qualche volta gliene scappava anche dalla bocca.
La moglie di suo figlio se n’era ormai schifata e, purtroppo, anche suo figlio. E non lo vollero più a tavola con loro. Il povero vecchio doveva star seduto accanto al camino e mangiava un poco di zuppa in una scodella di terracotta. Un giorno, siccome le sue mani tremavano, gli cadde la scodella per terra e si ruppe. La nuora gliene disse di tutti i colori e il povero vecchio non rispose nulla. Gli comprarono una scodella di legno e gli dissero: “Questa certo non la romperai!”. Una sera suo figlio e le nuora videro il loro bimbo, che raccattava i cocci della scodella di legno e cercava di unirli.
Il padre gli disse: “Che fai?”.
Rispose il bambino: “Riaggiusto la scodella di legno, per dar da mangiare a te e alla mamma, quando sarete vecchi!”.
Ora il nonno mangia ancora a tavola con gli altri, che lo trattano bene e gli vogliono bene.

Fratelli Grimm – Adattamento di Giovanni Pascoli

#Italy #LagoMaggiore #Stresa




imm. da fotografieitalia.it/foto/1567/Stresa_

 Il territorio di Stresa è diviso in quattro parti, è in parte costiero, in parte insulare, in parte collinare ed in parte montano. La parte costiera, affacciante sul Lago Maggiore comprende il nucleo storico di Stresa, e la frazione di Carciano, la parte insulare comprende tre delle quattro Isole Borromee (Madre, Bella, Pescatori) , la parte collinare comprende una serie di frazioni a dominio del lago Maggiore  (Levo, Binda, Campino, Passera, Someraro, Vedasco, Brisino e Magognino) e la parte montana comprende la frequentata stazione sciistica del Mottarone,  gli alpeggi sottostanti al versante est della montagna ed il Giardino botanico Alpinia. 


imm. da illagomaggiore.com/images/old/poi/isola_madre


imm.da distrettolaghi.it/sites/default/files/copertine /I. Bella



imm. da distrettolaghi.it/sites/copertine sola pescatori lago maggiore

Stresa è collegata alla stazione sciistica ed al giardino botanico tramite una funivia   divisa in due tronconi, il primo tratto conduce da Stresa al Giardino Alpinia, mentre il secondo troncone sale, dal Giardino Alpinia, al Mottarone.

imm. da.wikipedia.org/wiki/Giardino_botanico_Alpinia

 Su questa vetta, che raggiunge i 1491m s.l.m, sorgono, inoltre, alcuni alcuni impianti sciistici

 
lagodorta-sleeping.com/img/mottarone 



Fonte   it.wikipedia.org/wiki/Stresa

Cerca nel blog

Archivio blog