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sabato 31 gennaio 2015

#Art3.0 #Autoritratto di #AntonioPossenti



La visita presso lo studio del Maestro Possenti è sempre un momento di grande gioia. Da fuori suono il campanello sul quale appaiono i nomi di grandi artisti del passato, quasi ad indicare una continuità ma anche un momento ludico verso l’ignaro visitatore; poco sopra, a penna e scritto con grafia piccola piccola, anche il cognome di Possenti.
Si accede da un corridoio quasi scavato nella pietra, stretto e buio, e si attende di vedere il maestro comparire sulla soglia come chi si trovi a consultare un saggio in un viaggio iniziatico. Del luogo in cui lavora − ah come vorrei avere le parole per descriverlo! − forse l’unica cosa che posso dire è che si tratta sicuramente di uno spazio magico. Tra le antiche mura gli occhi non potrebbero mai dirsi soddisfatti di esplorare: ci sarebbe sempre un angolo, un libro o un oggetto che meriterebbe di essere osservato ancora e ancora. Ogni cosa qui sembra godere di completa libertà e autonomia e così è possibile trovare una cravatta su una sedia, senza una gamba, o una pila di libri su oggetti rotondi ad indicare un equilibrio precario, anzi meglio, dinamico. 

 da Il Pickwick



venerdì 30 gennaio 2015

#Lavitapuòessere #Tristezza




                                                              Immagine Tratta dal Web
 
La vita può essere tristezza che dobbiamo cercare di superare, oppure può presentarsi con aria di sfida e allora si deve avere il coraggio di affrontarla. La vita è avventura, bellezza, promessa, mistero. Va scoperta passo dopo passo, respiro dopo respiro, strada dopo strada.
Romano Battaglia, Foglie, 2009

sabato 24 gennaio 2015

#Art3.0 #Autoritratto di #MarcoManzella


 


La mia produzione pittorica è iniziata nei primi anni ’80, prevalentemente con opere su carta (acquarelli, chine, incisioni). Verso la fine degli anni ’80 ho realizzato pannelli con stesure di malte colorate: il lavoro sembrava andare in direzione sempre meno figurativa ma, l’idea di raccontare una storia con l’utilizzo delle figure, ha finito col prevalere. Sono così arrivati gli interni luminosi, ma senza via d’uscita, degli anni ’90. Dopo alcuni soggiorni negli Stati Uniti ho incominciato a cambiare il modo di comporre la scena dipinta: i lavori degli ultimi quindici anni sono solitamente esterni, caratterizzati da elementi naturali (come l’acqua, il cielo, il bosco) e colori caldi ed estivi. Il mio lavoro è, da circa venticinque anni, saldamente ancorato alla figurazione. Trovo un’idea di astrazione più forte nella raffigurazione dell’immaginario che nella rinuncia a forme riconoscibili.

da Il pickwick.it

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sabato 17 gennaio 2015

#Art3.0 #Autoritratto di #ElisaNesi



Di Elisa Nesi colpiscono l'effusa grazia giocosa delle sue figure, la cromatura intensa, certa favoleria da messinscena pittorica; colpiscono gli incanti da Paese delle Meraviglie, la rotondità degli ambienti, la demonìa allegra che rivela − a un occhio attento − straniamento e stupore, talora una sorta di retro-suggestione di solitudine: felice o malinconica che sia. E colpiscono − delle opere di Elisa Nesi − anchei titoli che, talvolta, sono veri e propri versi poetici, per cui la parola accompagna i colori, anche all'interno della tela, quasi evidenziandone sfumature ulteriori.

da Il Picwickw

sabato 10 gennaio 2015

#Art3.0 #Autoritratto di #AlessandroBarghellini

 


Ho sempre amato il disegno ed i colori e ho sempre sentito il bisogno di esprimermi in quel modo, sin da piccolissimo. All’età di circa dodici anni ho cominciato a scoprire i grandi maestri: De Chirico, Dalì e tutti i surrealisti ed ho iniziato ad usare i colori a olio. La “materia” dell’impasto, il profumo dell’olio, la possibilità di creare mille mescolanze e sfumature è diventato un attrattore irresistibile. Capii allora che si era aperto un mondo, un mio mondo, che non finirò mai di esplorare.
da Il Pickwick

sabato 3 gennaio 2015

#Art3.0 #Autoritratto #ElioBargagni


 

Quando ti sei accorto di voler essere un artista?
Non mi sento un artista, io sono uno scarabocchiacarta, perchè gli artisti sono ben altro. A nove anni arrivai a Firenze dalla campagna, era il 1939, quando mi misero in quarta elementare. Stavo in via Aretina e mi mandarono a scuola alla 'De Amicis' in Viale Gabriele D’Annunzio. Ero passato in quarta l’anno prima a Dicomano, ma mi interrogarono e mi rimisero in terza e per me − quei tre anni − furono una bella esperienza perchè mi permisero d'essere compagno di banco di Danilo Gori che disegnava benissimo, faceva sombreri messicani e l’uomo mascherato.

da Il pickwick

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