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Il nome
Un fiume, il Tevere. Ha formato e forma, con il suo
fluire, la Valle dove scorre. Importante per la prosperità della
comunità da sempre. Da sempre la valle è divisa, in epoca romana fra
regio VI (Umbria) e VII (Etruria), fra Bizantini e Longobardi, ancora
fra Toscani e Stato Pontificio, oggi fra Toscana e Umbria; ma l’unità
geografica che la contraddistingue, da sempre, ha favorito il naturale
scambio di merci, prodotti, idee: così si è creato il presupposto per la
compiutezza di una Terra unica. La Terra di Anghiari.
La Storia
• 1048, in una pergamena conservata a Città di Castello è riportato per la prima volta il nome di Anghiari.
• 1224, S. Francesco, di ritorno dalla Verna, è ospitato prima nel
castello di Montauto nei dintorni di Anghiari, dove il conte Alberto
donò al poverello di Assisi un nuovo saio, lasciando lì quello vecchio.
Questo fu esposto dapprima in una piccola cappella accanto al castello,
poi trasferito a Firenze nella chiesa degli Ognissanti. Oggi si trova
alla Verna. L’altro luogo legato alle vicende di S.Francesco è la chiesa
della Croce in Anghiari, sorta dove la tradizione vuole che il Santo
abbia piantato una croce e benedetto la valle sottostante dove placido
scorre il Tevere.
• 1386, Anghiari è in “accomandigia” a Firenze, rimarrà territorio toscano per sempre.
• 1440, il 29 giugno le truppe fiorentine e papali sconfiggono,
nella pianura sotto le mura, l’esercito milanese di Filippo Maria
Visconti. La Battaglia di Anghiari è l’evento storico che fa di questo
borgo un Bastione di Toscana, poiché con la vittoria delle truppe
fiorentine si afferma l’espansione dei domini fiorentini, poi toscani ad
est.
Leonardo da Vinci rese immortale il mito della Battaglia con
l’impresa pittorica commissionatagli nel salone dei 500 a Palazzo
Vecchio in Firenze, dove però il maestro non riuscì a terminare
felicemente l’opera. Conosciamo le forme di una parte del complesso
apparato pittorico di Leonardo, grazie alle copie dai cartoni
preparatori originali fatte da molti maestri, fra i quali il più celebre
è Rubens.
Per una conoscenza più approfondita si invita a visitare il Palazzo
della Battaglia, Museo delle Memorie e del Paesaggio nella Terra di
Anghiari.
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http://www.borghitalia.it/html/borgo_galleria_it.php?codice_borgo=761 |
Un capolavoro scomparso
Anghiari
è uno splendido borgo medievale che domina la verde valle dell’alto
Tevere. Bastione inviolabile grazie alle potenti mura duecentesche, ebbe
una grande importanza nel Medioevo per la sua posizione strategica.
Fiera
della sua toscanità, Anghiari fu consacrata alleata e testimone della
civiltà fiorentina dopo la battaglia del 29 giugno 1440 celebrata da
Leonardo con un capolavoro scomparso, ancora oggi oggetto di ricerche.
L’aura di mistero, che la magia del tempo rende ineffabile, penetra
negli scorci medievali che rimandano a passioni splendenti, a ore
febbrili, a rumori di spade. Questo angolo di Toscana ha visto il
passaggio nel 1164 di Thomas Becket: l’Arcivescovo di Canterbury ottenne
dagli allora signori di Anghiari le carbonaie del Castello dove gli
Spedalieri di S. Antonio, suoi accompagnatori, costruirono un oratorio.
Su di esso fu poi edificata (sec. XIII-XIV) la Chiesa di. Agostino, ampliata nel 1464 in seguito al crollo del campanile.
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Di origine ancora più antica, forse rupestre, è la Chiesa della Badia, il primo luogo di culto nel borgo (sec. XI).
La
delicata immagine tardotrecentesca del Crocifisso in legno dell’altare
maggiore attira l’attenzione per due particolari: il perizoma del Cristo
con la bella decorazione dipinta sullo sfondo e i capelli, veri, un
tempo abbondanti e oggi tagliati per devozione. Nella Chiesa di S. Maria
delle Grazie, costruita tra 1628 e 1740 e restaurata più volte
esternamente, si trova dietro l’altare la Madonna delle Grazie,
terracotta invetriata della bottega di Andrea della Robbia. L’imponente
Rocca costituiva il nucleo fortificato attorno a cui si sviluppò
Anghiari. Il Cassero fu luogo di difesa e monastero camaldolese,
chiamato per questo Conventone. Insieme all’antico Cassero, la torre
dell’orologio, detta il Campano, è un elemento emergente del paesaggio
urbano di Anghiari. Terminata nel 1323, fu distrutta nel 1502 e
ricostruita un secolo dopo, quando, per l’occasione, vi fu sistemato
l’orologio. L’ultimo restauro è della prima metà dell’Ottocento.
Al
centro del nucleo antico del paese, il Palazzo Pretorio mostra nella
facciata i segni della struttura originaria, con finestre ad arco a
tutto sesto, un grande affresco situato sotto una loggia e stemmi in
terracotta e pietra. Il Palazzo era parte della Rocca e fu residenza dei
podestà e dei vicari della Repubblica Fiorentina fin dal 1386. Palazzo
Taglieschi è subito riconoscibile per l’articolata facciata: infatti,
pur essendo una costruzione rinascimentale, nasce dall’unione armonica
di case-torri preesistenti. Di fronte vi è il Palazzo del Marzocco,
edificio del XV secolo che apparteneva alla nobile famiglia degli
Angelieri ed oggi, completamente restaurato, è sede del Centro di
Documentazione della Battaglia di Anghiari.
L’antica via di ronda
era il tracciato viario situato nella parte settentrionale delle mura.
Dal 1444 questo tratto di cinta muraria ha subito numerosi interventi di
ricostruzione al fine di rendere il borgo inespugnabile in caso
d’attacco con artiglierie.
Con l’innalzamento delle mura
(contemporaneo alla costruzione delle porte di S. Angelo e di S.
Martino, tra il 1181 e il 1204) furono inglobate le merlature medievali
ancora visibili in alcuni tratti. Gli interventi d’ampliamento della
chiesa di S. Agostino culminarono nel 1463 con la singolare costruzione
del torrione a pianta semicircolare.
In Piazza Baldaccio, già
detta del Mercatale, è dal 1388 che ogni mercoledì si svolge il mercato,
mentre il Teatro dei Ricomposti, costruito nel 1790 con una facciata in
stile rinascimentale, riconsegna il borgo alla sua forte vocazione
culturale.
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http://www.reteteatralearetina.it/la-rete/le-stagioni/teatro-comunale-dei-ricomposti-di-anghiari.html |
Il prodotto del borgo
Il prodotto di Anghiari è la patina che si deposita
sulle cose le ore che trascorrono impolverate sui nostri oggetti. Il
borgo è un nido di consumati antiquari che battono le zone vicine alla
ricerca di preziose testimonianze del passato. La passione si è
trasformata in attività commerciale grazie alla presenza, in paese, di
abili restauratori, artigiani capaci di restituire qualsiasi oggetto al
suo primitivo splendore.
Il piatto del borgo
Sono i “bringoli” il classico piatto anghiarese:
pasta dalla forma allungata di sola acqua e farina fatti a mano e
conditi “col sugo finto”, una vera specialità!
fonte web: http://www.borghitalia.it/html/borghi_centro_it.php