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http://www.fotografieitalia.it/foto/1823/Cefalu |
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Il nome
Kephaloidion è nome greco che significa "testa" nel senso di "capo",
oppure di "estremità" o "punta", nel qual caso s´intende il promontorio,
la rocca.
I Romani la chiamarono Coephaledium, mentre per gli Arabi era Gafludi, città fortificata e ricca di acque.
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http://www.blogsicilia.eu/blog/wp-content/uploads/2009/10/Cefalu |
La storia
V sec. a.C., la cinta muraria megalitica (fine V sec. a.C.) e il
cosiddetto tempio di Diana, edificio megalitico sulla rocca, conservano
il ricordo della storia più antica della città. Le origini mitologiche e
leggendarie rivelano l´importanza del luogo, un centro indigeno
divenuto florido grazie ai contatti con i popoli che gestivano i
commerci in Sicilia.
• 396 a.C., Cartagine, con il generale Imilcone,
si allea con Cefalù. Fonti greche del IV sec. a.C. (Diodoro Siculo)
parlano già di Kephaloidion.
• 307 a.C., la città è conquistata dai Siracusani.
•
254 a.C., Cefalù cade sotto la dominazione romana. Diventa città
decumana e segue le sorti di Roma fino alla caduta dell´Impero Romano
d´Occidente, quando ne diventano padroni, in successione, i Vandali, i
Goti e i Bizantini.
• 858 d.C., gli Arabi conquistano Cefalù, da loro chiamata Gafludi.
•
1063, i Normanni prendono possesso della città con il Gran Conte
Ruggero, aiutato nella lotta contro gli Arabi da Rodulfo Rufo di Cefalù.
• 1131, è fondata per volontà del re normanno Ruggero II la cattedrale di Cefalù.
• 1267, la cattedrale viene rinnovata dopo un periodo di decadimento.
•
1839, Cefalù ha 81 bastimenti ed è la quinta più importante tra le
marinerie di Sicilia, a riprova che il mare è da sempre la principale
fonte di vita dei suoi abitanti.
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http://media-cdn.tripadvisor.com/media/photo-s/01/2d/5b/1b/cefalu-il-duomo-xii-sec. |
Da vedere
La cattedrale è l´asse su cui ancora ruota l´intera città storica,
inserita in un contesto ambientale di grande fascino, tra il vasto
orizzonte marino e il tozzo monte cui è addossata.
La Rocca che
sovrasta la città, già nota ai Fenici come "promontorio di Ercole", è
una roccia calcarea alta 270 m, dalla cui sommità si gode uno splendido
panorama. In cima ha un edificio megalitico, noto come Tempio di Diana,
forse legato a un culto dell´acqua, come proverebbe la vicina cisterna
risalente al IX sec. a.C.
Della stessa epoca (fine V sec. a.C.)
del tempio, che tanto ha affascinato i viaggiatori europei, è la cinta
muraria megalitica, di cui restano solide vestigia lungo la scogliera
della Giudecca (Postierla) e presso l´antica Porta Terra (oggi Piazza
Garibaldi).
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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/7d/Cattedrale_di_Cefalu |
Ma torniamo alla Cattedrale.
Rimane un
mistero il motivo per cui Ruggero II volle edificare una chiesa così
imponente, destinata a diventare anche il suo mausoleo, in questa
piccola città anziché a Palermo, la capitale del suo regno. Sta di fatto
che il re normanno eresse qui il suo capolavoro: tanto grande da uscire
quasi dal campo visivo, severo nel blocco compatto delle due torri, ma
prezioso per il caldo colore dorato delle cortine murarie e lo sfavillio
dei mosaici all´interno.
La cosa straordinaria è che il tempio
normanno, condizionato da prescrizioni liturgiche bizantine, fu
realizzato da architetti e maestranze islamiche, presenti ancora in
Sicilia nell´ambito di quel linguaggio culturale che legava l´isola alle
regioni del Maghreb. Insomma, una meravigliosa sintesi di tre culture,
stimolata dal fatto che il re voleva una chiesa che fosse anche fortezza
e monumento funerario. Alla radice della progettazione ci fu dunque
l´architettura maghrebina dei palazzi-fortezza ziriti e hammaditi, la
stessa cultura che permise a Ruggero di costruire i capolavori di
Palermo.
L´interno della cattedrale è dominato dal solenne ritmo
del colonnato e dall´immagine incombente del Cristo Pantocratore (che
qui dicono sia più bello di quello di Monreale) nel catino dell´abside,
tutto a mosaici su fondo oro, con scritte in greco e latino, di
pregevolissima fattura bizantina (1148).
La croce lignea che si
scorge, sospesa, nell´abside centrale, è attribuita a Guglielmo da
Pesaro (sec. XV). Pregevoli anche il fonte battesimale romanico e il
chiostro annesso alla cattedrale, decorato da colonne binate con
capitelli scolpiti.
Lasciamo questa imperiale fragranza, questo
fuoco di vecchie icone, per andare alla scoperta delle altre bellezze
della Cefalù medievale.
Come il Palazzo Maria in Piazza Duomo e
l´Osterio Magno in Corso Ruggero. Quest´ultimo edificio, risalente al
XIII sec., fu probabilmente costruito su una struttura preesistente,
identificata, secondo una falsa tradizione, con la residenza di re
Ruggero. Di proprietà dei conti Ventimiglia, conserva due belle bifore
duecentesche e una trifora trecentesca ed è oggi adibito a spazio
espositivo.
Da non perdere, inoltre, il Lavatoio medievale, cui
si accede attraverso un´elegante scalinata di pietra lavica. Interamente
scavato nella roccia e usato fino a non molto tempo fa, è la foce del
fiume Cefalino - citato già da Boccaccio - che nasce dalle montagne a
1000 m d´altitudine e giunge a Cefalù attraverso un percorso sotterraneo
di 12 km.
Il barocco, altra epoca d´oro per la Sicilia, è
rappresentato a Cefalù dai prospetti del Monte della Pietà (1716) e
della bella Chiesa del Purgatorio (1668) ma anche da portali, mensole e
altri dettagli architettonici che vivacizzano angoli, vie e piccole
piazze del centro storico, il cui impianto rimane comunque medievale.
Nella Chiesa del Purgatorio degna di nota è la cripta rettangolare con
cadaveri completamente essiccati.
Interessanti sono anche il
Seminario vescovile (1638) che si affaccia su Piazza Duomo e il
manieristico portale bugnato del cinquecentesco Palazzo Piraino.
Non
si può lasciare Cefalù senza una visita al Museo Mandralisca, anche
solo per vedere - tra le tante collezioni - lo straordinario Ritratto
d´ignoto (1465-70) di Antonello da Messina.
Esauriti i
capolavori, è bello infine passeggiare senza meta tra i vicoli, tra i
tanti angoli medievali caratterizzati da piccoli archi che collegano un
edificio all´altro.
Attraverso Porta Pescara, concluso il giro,
si arriva alla marina. Il vecchio porto, soprattutto la sera, è una di
quelle visioni da cui non si vorrebbe più staccare gli occhi.
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http://www.agendaonline.it/photo/italia/sicilia/Cefalu |
Il prodotto
La collina colma di ulivi a strapiombo sull´acqua, contrade fertili
ricche di vigneti e frutteti, e un promontorio che guarda spiagge,
faraglioni e piccoli golfi lungo una costa segnata da pini secolari.
E´
all´interno di uno scenario così incantevole che va cercato il
"prodotto" di Cefalù. L´attenzione va posta anche sulla cerimonia
quotidiana della pesca in mare aperto.
Le tipologie di pesca più diffuse sono quella "a sciabica" (per il novellame di sarde) e "a tre maglie" (per il pesce azzurro).
Il piatto
Cefalù ha il profumo del mare, e dal mare trae origine gran parte dei piatti tipici.
Ma
la regina della cucina cefaludese è a base di carne: la pasta ´a taianu
(pasta al tegame) è una golosa e poetica miscellanea di sapori e
profumi, e piatto forte della Festa del SS. Salvatore.
La pasta è condita con ragù, carne e melanzane fritte.
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http://appuntiinagrodolce.blogspot.it/2013/03/pasta-taianu. |
fonte web: http://www.borghitalia.it/