La libertà della rana
Negli ultimi tempi la rana zen era tormentata da mille e uno dubbi. Si recò dal proprio precettore e senza indugi gli chiese:"Maestro, qual'é la mia essenza? Sono certa che sia la libertà! Dio ha sempre desiderato ardentemente che tutte le rane fossero libere. Confidami, tu cosa ne pensi?"
E il precettore, di rimando. "Figliola, non lo metto in dubbio, però prima mostrami l'essenza. E giacché ci sei, te ne prego, dimmi qualcosa su questo Dio, non ho ancora avuto il piacere di conoscerlo."
"Ahi – farfugliò la rana – ci risiamo!" Chiese il permesso di ritirarsi e tentò di mettere un po' di ordine alle sue vorticose e convulse idee primaverili.
Dopo la consueta passeggiata meditativa, rinfrancata e ispirata dalla frescura dell'odorosa brezza silvestre, ritornò sui propri umili passi chiedendo ancora una volta udienza all'inestimabile gioiello delle proprie silenti preghiere.
"Maestro – principiò subito ostentando un'artefatta sicumera – io non ho un'essenza individuale e invece del Dio ho trovato la divinità."
"Bene – replicò sorridendo il vecchio insegnante – se non hai nemmeno un'essenza allora cosa ne sarà mai della tua libertà? Ma guardati intorno, apri gli occhi, tu sei già libera. E coloro che promettono di donarti la libertà, in realtà, stanno tentando di manipolarti. Nuove, splendide e fiammanti catene sono già pronte. Ti basterà un po' più di attenzione e le vedrai subito, all'istante."
E noi che abbiamo seguito la storia sin qui sperando pure di riceverne qualche piccolo insegnamento rivelatore? Ma vi pare che possa finire così all’improvviso? Evidentemente siamo stati turlupinati.
tratto da: http://www.meditare.it/racconti/la_liberta_della_rana.htm
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