Oggi la dinamica
dell’affondamento appare chiara anche se non sono mancate ipotesi di
ogni genere, comprese quelle più fantasiose. La nave "più sicura del
mondo", in realtà, non aveva sufficienti scialuppe di salvataggio, non
aveva adeguati compartimenti stagni e il personale non era addestrato
per gestire l’emergenza. Mancava, perfino, un sistema di altoparlanti
interni e segnalazioni d’allarme per avvisare i passeggeri in caso di
pericolo. Oggi sembra inaudito, ma all’epoca, era sufficiente che una
nave avesse scialuppe di salvataggio solo per un terzo dei passeggeri.
Nel Titanic, inoltre, molte scialuppe non furono inserite perché
“avrebbero rovinato l’aspetto” della nave, visto che i costruttori e gli
armatori erano convinti che non sarebbero mai servite.
Il Titanic,
infatti, era considerato uno dei risultati eccellenti del positivismo
tecnico di matrice ottocentesca: era esageratamente grande, lussuoso,
c’erano saloni arredati imitando antiche dimore patrizie, colonne
dorate, pannelli in legno pregiato e inserti di madreperla. Non mancava
una piscina coperta, la palestra, il bagno turco, saloni di svago, bar,
salotti... ovviamente solo per i passeggeri di prima classe.
Con a
bordo molti emigranti irlandesi nella terza classe fiduciosi di
cominciare una nuova vita in America, il Titanic salpò da Queenstown,
Co. Cork, l'11 aprile 1912, quasi senza aver fatto complete “prove in
mare” per la fretta che avevano gli armatori di battere la concorrenza.
Il comandante Edward John Smith, infatti, aveva dato ordine di spingere
le macchine al massimo nel tentativo di attraversare l’Atlantico in
tempi record.
Per un paio di giorni la navigazione fu regolare e, per l’epoca, molto veloce.
Domenica 14 aprile 1912, la stazione radio di bordo ricevette numerose
segnalazioni che riferivano la presenza di iceberg vaganti lungo la
rotta, assai frequentata da navi passeggeri e da trasporto.
In
serata la navigazione procedeva regolare, il mare era tranquillo,
mancava la luna ma la visibilità era ottima, il cielo era limpido e
stellato. Alle ore 23,40 le vedette, che per la fretta di partire non
erano dotate di adeguati cannocchiali, avvistarono a occhio nudo un
enorme iceberg dritto di prora e lanciarono l’allarme. William Murdoch,
ufficiale di guardia, ordinò l’indietro tutta e una virata ma la nave
era troppo veloce - circa 22 nodi - e l’ostacolo era a poco meno di
cinquecento metri di distanza. Il proposito, allora, fu quello di
passare a sinistra dell’iceberg, sfiorandolo con il fianco destro;
invece, si ottenne il tragico risultato il Titanic cozzò contro la massa
di ghiaccio che ne squarciò il fianco per una novantina di metri su
una lunghezza complessiva di circa 270 metri.
Il Titanic aveva 16
compartimenti stagni e sarebbe stato in grado di navigare con quattro
compartimenti allagati ma l’iceberg squarciò la carena interessando sei
compartimenti, fatto non previsto dai progettisti.
Alle ore 00,15
del 15 aprile 1912, venne lanciato l’SOS (recente innovazione per
l’epoca) ricevuto da molte navi, la più vicina delle quali, il
Carphatia, era a quattro ore di navigazione.
A questo punto iniziò
la raccapricciante agonia della nave: il Titanic iniziò ad imbarcare
acqua nei compartimenti di prua inclinandosi in avanti e sollevando la
poppa. La nave si inclinò sempre di più e la tremenda pressione
esercitata fece sì che, dopo essersi spente le luci, lo scafo si
spezzasse in due tronconi: la parte di prua, più pesante, affondò subito
e poco dopo toccò alla parte di poppa, che prima tornò al suo posto,
poi si innalzò verticalmente per inabissarsi, infine, nelle buie acque.
Le persone che affondarono con la nave e quelle che furono trascinate
dal suo risucchio si suppone siano morte quasi subito, mentre le altre
che, indossando i giubbotti di salvataggio, riuscivano a restare a galla
morirono di ipotermia dato che la temperatura dell'acqua si aggirava
tra gli 0° e i 2° C.
Il Carpathia arrivò sul luogo del disastro alle
4,00 e trovò una tragica calma piatta, le scialuppe con i 705
superstiti e il mare disseminato di corpi che galleggiavano. Le vittime
furono 1518.
© 2012 Accademia dei Sensi - Licenza CC BY-NC-ND 3.0
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