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lunedì 16 aprile 2012

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Rudrahttp://www.aghori.it/


A quale Tu arrivare? Le vie del cuore a volte sono difficili.
Il mio cuore è freddo e malato.
La mia anima di un blu cobalto con strie di nero.

Hanno paura della noia, gli Altri.
Noia affogando nella mia gelatina narcotica,
vita catatonica, priva di emozioni.
Una luce, una luce per accendere la noia del mondo
con l’intelligenza, la crudeltà;
a volta non bastano le viscere e il cuore,
ci vuole l’esprit, saper gettare gli shangai,
tirare la tovaglia e spargere le briciole con sapienza
caotica,
un gesto criminale, un gesto marziale, maiale.

Arciere malinconico e freddo,
non ha forza per tirare la freccia che uccide, che seduce, che incanta.
La freccia delle notti buone, delle curve pigliate bene,
l’olezzo del mercato di spezie nella sera di Assuan.
 Fare anima con colpi di rivoltella, sassi nello stagno,
cortocircuiti fra antichi codici miniati e frammenti di murales.
Sgretolare le attese per consentire l’incontro col Sacro,
con l’orribile dio che danza.
Con Rudra urlante e sputtanato, coperto di cenere,
asceta e falloforo,
che corre sui cadaveri e narra la morte e il tempo,
sganasciandosi dalle risate.

Deficit grave di attenzione e di desiderio.
Ade richiede di riconoscerlo perché doni tesori inauditi.
Abbandonarsi al non fare, generare dal nulla climi inauditi,
orchidee velenose e svergognate,
da tirarsi gran seghe, ierogamia, vittime sacrificali che urlano in tolteco,
il mistero del mondo in un frattale, in uno scarabocchio al cesso,
in una pausa teatrale.
Silenzio assordante.

Non sopporto la vita
se cerco senso e allegria,
un demone mi strappa il giallo frumento,
la benzina del volo, la carne cruda di cui mi cibo,
licantropo che vuole vivere.
Universi paralleli il mondo e la mente, scambio reciproco di fantasmi,
di ologrammi, fuochi fatui, fiammelle deboli di cerino al vento
scatenato di un dio morto,
di cui ci giungono ancora fotoni:
hanno viaggiato per milioni di anni.

Indecifrabile, Io, Tu e la Vita.
Abitare le regioni del nulla
e amare, comunque,
con argento increspato,
con barlumi di oboi e stridore di violini indignati,
con l’avido possesso della tua carne sudata,
del tuo odore di cerbiatta stupita.

Con la morte al proprio fianco, la vita si fa autentica,
decisiva ogni scelta.

E allora andare per boschi e savane,
sbrechi di possibile,
radure di rivelazioni.
Dove gemmano significati ed evocazioni,
verità incivili,
scritte sul masso, sotto i licheni
e i detriti della storia.

E’ lì la fonte della forza,
nel cuore del minotauro,
nelle terre di nessuno
dove parlano gli scarafaggi,
gli dei minori e le antiche madri,
gli inaffidabili little people,
dove fu rivelato il mistero della rinascita.

(© Ezio Falcomer, licenza Creative Commons, 3.0, BY, NC, ND)







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