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venerdì 26 gennaio 2024

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 26 gennaio.
Il 26 gennaio 1802 il Congresso degli Stati Uniti approva la costituzione di una biblioteca, che diverrà poi la Biblioteca del Congresso.
La biblioteca del Congresso a Washington rappresenta per certi versi l’incarnazione stessa dell’archetipo di biblioteca moderna.
Simbolo della nazione più potente del globo, la Library of Congress è oggi il maggiore deposito del sapere al mondo. Al suo interno sono contenuti oltre 128 milioni di documenti di cui “solo” 28 milioni sono libri; sebbene sia ovviamente impossibile racchiudere in un luogo solo tutto lo scibile documentario umano, la Library of Congress (chiamata molto semplicemente Loc) incarna il tentativo meglio riuscito nella storia dell’umanità di raggiungere questo traguardo utopistico.
Ma la Biblioteca del Congresso non è semplicemente questo: essa riflette anche il collegamento tra il valore del sapere e la democrazia.
Possiamo riassumere la concezione della Biblioteca del Congresso con la seguente citazione del Senatore Clarence Cannon, che difendeva l’incremento di budget riservato alla biblioteca per il 1958: «La Library of Congress è la più grande biblioteca del mondo. E’ chiara, irrefutabile evidenza del mondo accademico e traguardo intellettuale del popolo americano».
La Library of Congress è tuttavia molto più di una semplice biblioteca: possiamo infatti definirla come il polo di riferimento di tutta la realtà bibliografica internazionale, che con le sue prassi e i suoi procedimenti fornisce dei modelli di modus operandi alle altre maggiori biblioteche globali.
Di per sé non è particolarmente antica, ma la sua storia ben esprime il sapore delle epoche nelle quali si è sviluppata, con le loro incertezze, i loro momenti di crisi e di creatività.
Possiamo senza dubbio definire come, fin dalla sua nascita, siano state le collezioni della Biblioteca del Congresso a definire le sue funzioni, e non viceversa; la sua crescita infatti seguì di pari passo quella dell’intera nazione americana.
Nata nel 1802 come catalogo di libri legislativi, la sua creazione concettuale è però datata già negli ultimi decenni del XVIII secolo, quando le biblioteche private e la nozione stessa di biblioteca cominciavano ad essere conosciute in America.
Inizialmente venne deciso che il bibliotecario sarebbe stato nominato dal presidente in carica, mentre il ricorso ai servizi della biblioteca sarebbe stato riservato solamente ai membri del Congresso Continentale; i primi cataloghi contenenti l’indice delle opere in essere vennero emessi nel 1812, due anni prima della distruzione della biblioteca stessa.
Il 24 agosto 1814 infatti, al termine della guerra del 1812 con la Gran Bretagna, le truppe inglesi bruciarono il Campidoglio e la prima Library of Congress, comprese tutte le opere contenute.
E’ in questo momento di difficoltà che si gettarono le basi della Library of Congress moderna: Thomas Jefferson infatti vendette la sua collezione di oltre 10.000 volumi al Congresso degli Stati Uniti, ricreando di fatto non solo la biblioteca in sé ma anche allargando lo scopo della raccolta stessa ben oltre quello della semplice consultazione legislativa, economica o legale.
Nel 1817 ha inizio anche il regolare deposito delle nuove opere sottoposte a copyright, mentre nel 1837 la biblioteca intrattiene i primi scambi ufficiali con altri enti simili, nazionali e non.
Un fatto importante che contribuì allo sviluppo di tale istituzione fu la prima distribuzione, negli anni ’40 dell’Ottocento, dei cataloghi che elencavano le opere contenute; in questo modo la Library of Congress iniziò a essere conosciuta in tutta la nazione, e i depositi di copyright aumentarono considerevolmente.
Purtroppo nel 1851 un incendio disastroso distrusse oltre 40.000 volumi, compresi circa due terzi dell’intera collezione originaria di Jefferson; per quanto negativo, questo fatto permise tuttavia il successivo ampliamento dell’area della biblioteca. La catastrofe sfiorata mutò la concezione stessa con la quale la biblioteca era stata fino a quel momento identificata: consapevoli dell’enorme valore delle opere contenute, dopo la fine della Guerra Civile vennero introdotte rigide norme di utilizzo: ad esempio, a nessuno fu più permesso di ottenere in prestito le opere rare e i manoscritti, e l’ingresso fu interdetto ai minori di 16 anni.
Nel frattempo aumentavano i fondi destinati annualmente dal Congresso per l’acquisto di libri; nel 1870, il presidente Grant centralizzò il deposito dei materiali sottoposti a copyright alla Library of Congress, e da allora quest’ultimo rappresenta il metodo di acquisizione di opere e materiale più importante dell’ente.
Al volgere del secolo la Biblioteca del Congresso appariva in forte espansione, ma al tempo stesso bisognosa di una riorganizzazione interna: le opere giacevano accumulate in pile, molto spesso in attesa di ordinamento. Tra il 1897 e il 1901 si decise di introdurre una nuova catalogazione delle opere contenute, e si optò per una nuova classificazione, chiamata poi LC, basata su quella decimale Dewey  ma ampiamente adattata alle esigenze della Library of Congress, che gradualmente entrerà in vigore nelle varie zone della biblioteca. Il sistema sul quale la LC è basato deve il proprio nome a Melvin Dewey, direttore della biblioteca statale di New York e attivo sostenitore del ruolo nazionale delle biblioteche stesse; egli sviluppò un nuovo sistema di classificazione delle opere basato su appartenenza tematica e suddivisione decimale che, con le opportune modifiche, sopravvive ancora oggi. Nel 1897, all’apertura del nuovo edificio, si decise però di creare un nuovo sistema di classificazione, unico per la Library of Congress, basandosi appunto su quello Dewey; per facilitare la conoscenza delle opere contenute e promuovere l’acquisizione bibliografica, si istituì inoltre il nuovo sistema di schedatura, da inviarsi alle principali biblioteche sul suolo nazionale. Ufficialmente, l’introduzione della classificazione LC è databile al 1930, anche se ufficiosamente essa era già attiva in diverse zone della biblioteca dagli anni precedenti.
Nel corso del XX secolo la biblioteca acquisì un’ingente numero di collezioni estere, tra le quali russe, cinesi, giapponesi ed europee; tuttavia, una parte notevole dei fondi è costituita dai lasciti presidenziali. Nel 1917 Theodore Roosevelt fu il primo ex presidente a donare alla biblioteca un ingente numero di opere ma anche di omaggi materiali ricevuti dal popolo americano durante la sua lunga carriera politica .
Durante gli anni della Seconda Guerra mondiale, la Library of Congress ospitò per breve tempo anche la Magna Carta per conto della Gran Bretagna, mentre la Dichiarazione d’Indipendenza e la Costituzione furono portate al sicuro a Fort Knox ; tra il 1942 e il 1945 la Biblioteca del Congresso rappresentò un polo centrale nell’analisi del conflitto in corso, sia come sala operativa che come centro d’informazione.
Negli anni del dopoguerra l’espansione della Library of Congress sembra riflettere il concetto di welfare americano; il numero di impiegati addetti crebbe vertiginosamente, e si inaugurarono servizi di apertura continuata per il pubblico, caratteristiche che la Biblioteca del Congresso mantiene intatte ancora oggi.
Concludiamo questa breve analisi storica parlando della crescente automazione e digitalizzazione della biblioteca: già negli anni ’50 si discuteva di una futura velocizzazione dei sistemi di consultazione e analisi; addirittura già nel 1964 venne installato il primo computer nell’area amministrativa, mentre nello stesso anno una commissione interna stabilì che l’automazione computerizzata sarebbe stata una fondamentale strada da percorrere nell’immediato futuro.
Dalla metà degli anni ’60 la digitalizzazione è aumentata esponenzialmente: l’introduzione del progetto MARC e la sua estensione a un numero sempre maggiore di biblioteche mondiali si deve proprio alle iniziative della Library of Congress.
A partire dalla fine degli duemila è stata avviata un’ingente opera di traslazione delle opere più importanti in formato digitale, progetto che continua ininterrottamente da quegli anni.
Concludendo, possiamo quindi definire la Library of Congress come una vera e propria istituzione culturale guida della realtà libraria e culturale mondiale.


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