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martedì 2 gennaio 2024

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 2 gennaio.
Il 2 gennaio 1978 Luigi Corsini scopre in Puglia, tra Maglie e Melpignano, il Dolmen Specchia.
Costruiti per durare nel tempo, i Dolmen sono le più antiche architetture d'Europa; meritano pertanto la nostra attenzione ed un tentativo di capire e ritrovare significati perduti.
I Dolmen, pietre senza nome, rappresentano infatti delle tracce di un passato lontano e dimenticato, che da sempre hanno risvegliato quell'interesse per le nostre radici umane e culturali che è presente in ciascuno di noi.
E' necessario inoltre sensibilizzare l'opinione pubblica e le autorità locali sul gravissimo fenomeno della continua distruzione di gran parte di questi monumenti in pietra, a causa dell'urbanizzazione selvaggia e per l'incuria dell'uomo.
Il termine Dolmen deriva dalla fusione di due parole bretoni: tol o tuol (tavola) e men (pietra). Si tratta di un monumento megalitico costituito generalmente da un lastrone di pietra appoggiato orizzontalmente su pietre infitte verticalmente nel terreno, così da formare un ambiente, per lo più ad uso sepolcrale. Molto spesso era coperto da un tumulo.
L'area di distribuzione dei dolmen comprende principalmente Spagna, Gran Bretagna, Francia, Europa settentrionale e l'area del Mediterraneo.
La Puglia è l'unica regione dell'Italia peninsulare in cui i dolmen siano diffusi e numerosi. Appaiono localizzati soprattutto in tre zone: la fascia costiera del barese, un'area a nord di Taranto e, soprattutto, nel Salento.
La tipologia dei monumenti è abbastanza varia: dai dolmen a galleria dell'entroterra di Bari e Taranto, realizzati con grandi lastre e, talora, con suddivisioni interne della camera, si passa alle piccole strutture rettangolari o poligonali del Salento, per le quali sono stati utilizzati sia blocchi che lastre.
A questi due gruppi principali si possono aggiungere le cosiddette "piccole specchie", tumuli di terra e pietre con all'interno strutture dolmeniche o tombe a fossa.
Il toponimo specchia, che deriva dal latino "speculum", usato per descrivere un luogo di avvistamento, è usato indifferentemente in Puglia per tutti i cumuli di pietrame delle più svariate origini.
Le antiche specchie monumentali appartengono però a due tipi ben distinti: le piccole specchie, il cui tumulo ha abitualmente un diametro variabile tra i 15 ed i trenta metri ed un'altezza che non supera i tre o i quattro, e le grandi specchie , i cui tumuli raggiungono anche un'altezza di 10-15 metri, ma che al loro interno sembra non contengano monumenti dolmenici.
Mentre le piccole specchie si rinvengono un po' ovunque, le grandi sono localizzate solo nel Salento, collocate in pianura o su piccole alture.
Ad esse si è spesso attribuito anche uno scopo di scoperta e di difesa.
A Salve erano presenti almeno tre specchie, probabilmente di epoca Neolitica.
Da tempo però, sono state rimosse e di esse, purtroppo, è rimasto ben poco: poche pietre, lontani ricordi e delle vecchie immagini in bianco e nero.
La più imponente era quella situata presso la Masseria "Cucuruzzi", più nota come "specchia dei Fersini".
Il dolmen Specchia scoperto da Corsini è orientato ad est, locato a ridosso di un’abitazione privata, e consta di una lastrone orizzontale molto spesso, in alcuni punti anche fino a 60 centimetri, con una pozzella in superficie, un elemento che lo accomuna a molti altri dolmen dell’entroterra idruntino. E’ sorretto, a circa un metro da terra, da tre ortostati, di cui due monolitici e tra cui alcuni vedrebbero definita una rozza “bozza” di un tronco maschile.
Manifesta alcuni principi di cedimento strutturale, che lo rendono piuttosto dissimile dalle foto scattate in occasione della scoperta, tuttavia il suo fascino rimane invariato.

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