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Il 21 gennaio 1793 re Luigi XVI viene ghigliottinato a Parigi in Piazza della Rivoluzione (oggi Place de la Concorde).
Luigi XVI nasce a Versailles il 23 agosto 1754 dal delfino di Francia, il principe Luigi e da Maria Giuseppina di Sassonia. Il nonno è il re Luigi XV che il piccolo Luigi nel 1774 sostituirà sul trono di Francia. L'infanzia trascorre serena attraverso i cerimoniali di corte e l'istruzione dovuta ad un bambino del suo rango che doveva studiare grammatica, storia, geografia, lingue e latino, oltre ai fondamenti di politica internazionale e di economia. Il padre muore nel 1765 quando Luigi ha undici anni e nove anni dopo muore anche il nonno.
Luigi ha vent'anni quando sposa Maria Antonietta d'Austria con la quale instaura un rapporto non facile, dovuto al suo disinteresse e alla sua apatia che ne mostrano subito la fiacchezza di carattere. Il suo compito, delicato e complesso, in un'epoca di crisi economica lo mette di fronte a difficili decisioni che spesso non riesce a prendere. Il regno ha bisogno di riforme ma Luigi XVI non riesce ad appoggiare, con la dovuta energia, i suoi governi ed in particolare i ministri delle finanze Turgot e Necker che avevano approntato riforme necessarie a contenere gli sprechi legati ai privilegi delle corte e dell'aristocrazia.
Malgrado sia lui a dare ordine di riaprire il Parlamento chiuso dal nonno nel 1771, la sua debolezza nella dialettica instaurata con i deputati mette l'istituzione monarchica in cattiva luce. La monarchia, che in seguito gli storici hanno in parte rivalutato, soprattutto nelle intenzioni mal realizzate del re, riaccende speranze quando Luigi decide di richiamare al governo il ministro Necker, nell'agosto del 1788 convocando anche gli Stati Generali, nella totale crisi economica e finanziaria dello Stato e con il compito di portare a termine la riforma monetaria. Ma la sua cronica indecisione gli fa fare degli errori, soprattutto nei confronti del Terzo stato che proclama il voto individuale. Questo errore è una delle cause della Rivoluzione.
L'11 luglio del 1789 Necker viene licenziato e questo provoca la presa della Bastiglia. Nelle settimane successive il re rifiuta di controfirmare la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e di dare avvio alla riforma del regime aristocratico con l'abolizione dei feudi. Questo fa aumentare il malcontento popolare che si sviluppa i primi di ottobre del 1789. A questo punto la monarchia rischia di scivolare verso la controrivoluzione, cosa che il re a differenza dei suoi fratelli, il Conte di Provenza e il Conte d'Artois, non vuole che accada. Tuttavia i tentativi dei liberali di far approvare riforme più libertarie non trovano appoggio nella corte e nello stesso monarca.
Il re incapace di prendere una posizione coraggiosa decide per la fuga, il 25 giugno del 1791, facendo sprofondare la monarchia nel ridicolo e nel dileggio. Costretto al giuramento alla Costituzione del 13 settembre 1791, riprende le sue funzioni che nel frattempo erano state sospese. Di fatto il re è agli arresti domiciliari.
Il suo ruolo è in bilico e decide di appoggiare la guerra contro l'Austria nella speranza che l'esercito rivoluzionario perda e avvenga una restaurazione della monarchia. Nel frattempo l'Assemblea legislativa approva una serie di misure eccezionali che il re non controfirma con la conseguenza di far precipitare gli eventi. Il 13 agosto del 1792 il re viene arrestato con l'accusa di cospirare con gli austriaci e il 21 settembre l'Assemblea nazionale dichiara la Francia una Repubblica.
Dopo due mesi, il 13 novembre, si apre il processo al monarca che si difende con maggior forza di quella che mette durante il suo regno, tuttavia viene condannato a morte con 387 voti a favore e 334 per la detenzione. Il 21 gennaio 1793 Re Luigi XVI di Francia viene ghigliottinato in piazza della Rivoluzione a Parigi.
La moglie, Maria Antonietta, lo seguì sulla ghigliottina il 16 ottobre 1793. Per l'esecuzione fu seguito il medesimo cerimoniale utilizzato per il marito.
I resti dei sovrani, come quelli di altri decapitati, furono cosparsi di calce viva e tumulati in una fossa comune del vecchio Cimitero della Madeleine. Il fratello, Luigi XVIII, una volta diventato re, nel gennaio 1815 fece riesumare i resti di Luigi XVI seppellendoli poi nella Basilica di Saint-Denis, assieme a quelli della moglie Maria Antonietta. Il 21 gennaio 1815, giorno in cui cadeva il ventiduesimo anniversario dalla morte del re, avvenne una solenne processione sino all'abbazia di Saint-Denis, dove Luigi XVI e Maria Antonietta furono inumati, e dove venne eretto un sepolcro; su parte del cimitero della Madeleine Luigi XVIII fece costruire una cappella espiatoria, accanto alla Chiesa della Madeleine. In Francia si sviluppò in seguito un certo culto del "re martire" e della "regina martire".
A differenza di quanto avvenuto con i Romanov, riabilitati ufficialmente dalla Corte suprema russa e canonizzati dalla Chiesa ortodossa, Maria Antonietta e Luigi XVI non sono, però, mai stati simbolicamente "assolti" dall'accusa di tradimento da parte dei tribunali francesi moderni, sebbene le condanne furono implicitamente cancellate già con la restaurazione di Luigi XVIII, che punì con l'esilio (legge contro i regicidi del 1816) i membri della Convenzione ancora vivi tra quelli che votarono la decapitazione dei sovrani (tra essi Jacques-Louis David e Emmanuel Joseph Sieyès).
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