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domenica 26 maggio 2013

DIALOGANDO CON UN EXTRATERRESTRE

 di Luigi Squeo



 LUIGI: Ett, ci sei?

ETT: Sono sempre con te! Avanti, che cosa vuoi dirmi.

LUIGI: Sono felice!

ETT: Mi fa piacere che ciò ti possa capitare spesso.

Che cos ti fa apparire il sole nel tuo animo?

LUIGI: Ho vissuto la mia prima esperienza di “scrittore all’opera”.

Ho presentato pubblicamente il mio libro.

ETT: “Il mondo illusorio”?

LUIGI: Sì, è stato fantastico!

ETT: Modera il tuo entusiasmo e raccontami gli aspetti salienti della presentazione.

LUIGI: Ho parlato della virtualità del nostro mondo; della logica a livelli dei sistemi e delle spettacolari speculazioni fantastiche a cui le teorie di Bohm e Pribram si prestano.

ETT: Lascia perdere i tuoi scienziati, dimmi invece quali sono le tue convinzioni.

LUIGI: Sarebbe troppo lungo raccontarti tutto!

In qualità di extraterrestre dotato di poteri speciali, dovresti aver sentito tutto e colto le mie proiezioni logiche.

ETT: Infatti, Io conosco bene le leggi del mio mondo, ma non posso interpretare le tue. La mia visita su questo pianeta ha l’obiettivo di creare un’interfaccia tra i due mondi.

I tuoi strumenti, sia fisici e sia logici, sono completamente incompatibili con i miei e questo ci costringe, purtroppo, a supporre di intenderci.

Non mi dispiacerebbe ascoltare le tue teorie in merito.

LUIGI: La mia teoria si basa sull’osservazione della nostra biologia e sui modelli logici che noi umani siamo abituati a usare.

ETT: Forse, anche contaminati dai tuoi tecnicismi?

LUIGI: Certamente!

Il problema più grave per noi umani è rappresentato dall’incapacità di comunicare.

Siamo sistemi autonomi, separati e assurdamente dipendenti l’uno dall’altro.

Abbiamo bisogno di interagire per star bene; abbiamo bisogno di essere guardati, ascoltati e compresi.

Utilizziamo una forma di passivismo assunto per diritto.

Il bisogno di essere “sentiti” dal nostro simile è tanto forte quanto debole è la capacità di “sentire”.

La colpa non è tutta nostra, ma di quei maledetti e approssimati organi sensoriali.

ETT: Forse, ti comprendo.

LUIGI: Quando due umani parlano, entrambi presumono di farlo in tempo reale – real-time, dicono gli inglesi – In realtà, tutto avviene in differita e con una strumentazione molto condizionante e soggettiva.

Nel nostro mondo qualsiasi dispositivo fisico ha un tempo di latenza, un grado di memoria, un tempo d’invecchiamento, in definitiva, una fascia di operatività molto precaria, legata alla qualità dei suoi parametri.

L’uomo non può prescindere dalla sua fisicità e anche la sua logica è una diretta conseguenza.

Nel colloquio, supposto reale, intervengono un’infinità di sottosistemi fisici/biologici che, interagendo nell’ordine dei livelli a cui appartengo, rendono possibile lo scambio informativo.

Ogni sottosistema, ignaro del significato di ciò gestisce, risponde con le proprie funzioni nell’offrire i propri servizi ai sistemi intelligenti di livello superiore e utilizza i servizi propedeutici forniti dai livelli inferiori.

Il merito della comunicazione è riservato al mondo delle idee, come risultato finale prodotto dal complesso “uomo” fisico-biologico.

Lungo la catena dei sottosistemi, tutto deve funzionare secondo una logica compatibile affinché il mondo delle presunzioni abbia coerenza.

ETT: Apri una porta molto pericolosa per la stabilità psicologica degli umani.

LUIGI: Temo che oltre quella porta ci sia la solitudine cosmica e la necessità di una ragione: scienza, filosofia, fantasia o fede religiosa come voglia dirsi.

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