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sabato 25 maggio 2013

SEGNI

 di Biianca Neve









ATTENZIONE!

Questo racconto offre contenuti espliciti ed è consigliato esclusivamente ad un pubblico adulto.
Se sei un minore ti esortiamo a uscire da questa pagina.







 Controllava i segni rimasti, legami impressi sulla pelle, sulle braccia cerchi concentrici che finivano ai polsi, impressioni di un intreccio che l’aveva abbracciata stretta.
Sulle natiche un bruciore, un leggero dolore. Era un morbido sentire, che si attenuava momento per momento, ma ogni volta i ricordi affioravano e la facevano divampare.
Ricordi di parole, promesse e poi il vuoto. Un vuoto che riempiva a modo suo.
Sentiva ancora le dita attorno alla gola, le piaceva ricordarlo. Il pollice sulla trachea, la pressione che le aveva tolto il respiro, le curve del palmo ovunque. Continuava a toccare quei tratti di pelle, dovette riprendere fiato.
Erano più che ricordi, erano la prova, i testimoni, un coro di segni, ognuno le sorrideva sbiadendo, ma sapeva chi e dove erano stati creati. Toccarli era ricordare, renderli vivi, essere certa di quello che era successo.
Erano promesse di un futuro.
E così percorreva miglia dentro di lei prima di dormire. Una frase ripetuta che risuonava riempiva la mente, il ricordo del buio di una benda colmava il nero di una luce, la fitta calda della cera sulla pelle riscaldava l’animo, la sua perversione dolce la rendeva umida, il suo sorriso come premio. Strumenti e veicoli di decine di notti, di un sonno vigile, di una guida verso sogni, desideri e promesse.

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