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venerdì 9 marzo 2012

Del e Beng. La creazione del mondo nei racconti rom #Leonardo Piasere #Trickster #Briccone divino #Mitologia #tradizioni rom #citazione


Esiste un corpus ben isolabile di miti rom riguardanti la creazione del mondo e attestato da fonti che coprono l’arco temporale di circa un secolo. Le prime testimonianze furono raccolte da Heinrich von Wlisłocki nella seconda metà dell’Ottocento: membro di una famiglia di origine polacca, visse nella Transilvania ungarico-asburgica dove fra l’altro studiò il folklore e l’organizzazione sociale dei rom Cortorari che nomadizzavano per la regione e nelle regioni confinanti […]È fra i rom Kalderaš (o kalderaša) venuti dalla Russia, e per questo chiamati rusuja, che è stata raccolta una delle varianti del racconto che ci interessa: tra il 1954 e il 1955, Zanko, della vitsa (cioè del gruppo di discendenza) dei Palešti. […]La seconda variante è raccontata negli anni settanta da Zlato, membro di quella parte della vitsa dei Čukurešti che si era invece spostata in Croazia e da lì, all’inizio del Novecento, era poi giunta in Italia. […]

Il mito, dunque: abbiamo a che fare con la creazione del mondo in un momento in cui esistono solo una grande distesa d’acqua e due protagonisti: Del, Dio, e Beng (trascritto in vari modi), il Diavolo:

• Variante dei Cortorari: Dio vuole creare il mondo ma non sa che tipo di mondo. Irato per non avere amici e fratelli, scaglia il suo bastone da cui emerge un grandissimo albero. Il diavolo compare seduto sotto tale albero e si propone come fratello a Dio. Costui lo può accettare solo come amico. Dio e il diavolo girano sopra le acque, ma soffrono di solitudine e il secondo vorrebbe creare degli altri esseri, ma ne è incapace; allora Dio gli propone di tuffarsi nell’acqua per recuperare della sabbia dal fondo, così poi Dio stesso, pronunciando il proprio nome, potrà creare la terra e gli altri esseri. Il diavolo si tuffa, ma volendo essere lui il creatore, è il proprio nome che pronuncia una volta raccolta della sabbia: la sabbia diventa ardente ed è costretto a lasciarla cadere e a riemergere senza. Ci prova per nove giorni, fino a diventare tutto nero per le scottature che di continuo si procura. Perché non si bruci del tutto, Dio gli intima di smettere di pronunciare il proprio nome, e così il diavolo riesce finalmente a portare su della sabbia con cui Dio fa la terra. «Bene», dice il diavolo, «ora io vado ad abitare sotto l’albero e tu arrangiati!». Rivelatosi un cattivo amico, il diavolo viene trascinato via da un toro comparso improvvisamente, mentre gli uomini hanno origine dalle foglie cadute del grande albero e diventate di carne.

• Variante dei Kalderaš Palešti: qui Dio è il Phuro Del Sinpetra (Vecchio Dio San Pietro) che un giorno col suo grande bastone e in compagnia del suo compagno, il Beng arriva ai bordi della Marea, il grande fiume-mare del primo mondo. Ne esaminano la profondità e il Del si chiede se si possa arrivare a toccarne il fondo. «Io sì che posso», dice il Beng, e allora Dio lo sfida: «Portami una prova che ci riesci!» Il Beng si tuffa e come prova porta quella terra dal fondo che gli resta in mano e sotto le unghie (è da allora che gli uomini hanno sempre le unghie sporche di terra). Ora Dio lo sfida a fare due statuette di rom con la terra portata: e il Beng riesce a fare anche questo; allora lo sfida a farli uomo e donna, rom e romní, e anche questo viene fatto dal Beng. «Bene», dice il Del, «ora falli parlare»; ma qui il Beng cede, questo non lo può fare e si riconosce sconfitto. Dio stende allora il proprio bastone e, in riva alla Marea, sorgono improvvisamente due alberi, uno dietro alla statuetta dell’uomo e uno dietro a quella della donna, che le avvolgono con i loro rami e le trasformano in carne umana: sono Damo e Yehwah, il primo uomo e la prima donna, che sono rom.

• Variante dei Kalderaša Čukurešti: Del e Beng sono come fratelli. Del dice al Beng di andare in fondo all’acqua che costituiva il mondo perché possa portargli una branca di terra. Il Beng si tuffa, serra nei suoi pugni la terra, ma tornando su l’acqua gliela trascina via. Ma un po’ rimane sotto le unghie lunghe, e Del, con uno stecco, gliela gratta via e la ammucchia. Il Beng si tuffa varie volte e così Del riesce a farne un bel mucchietto. Poi con la terra Del si fa una seggiola, vi si siede sopra e si addormenta. Il Beng, che ha fatto tanta fatica e che ora deve restarsene in piedi, si arrabbia: prende Del per una gamba e cerca di trascinarlo in acqua. Ma quando si avvicina all’acqua la terra si allarga, e in questo modo si forma una grande distesa di terra. Del si sveglia e reputa la terra troppo grande: bisogna accorciarla. Allora il Beng che cosa fa? Si mette a saltare da tutte le parti creando così affossamenti e salite, valli e montagne. Poi, senza niente da fare, il Beng fa un uomo con della terra, solo che non è vivo. Il Del se lo fa regalare, gli fa una croce sopra, gli soffia in bocca e l’uomo di terra diventa vivo. Quando si addormenta, Del e Beng gli tagliano una costola e fanno la donna: Adamo ed Eva. Qual è il loro primo peccato? Cacciare una carovana di rom che un giorno arriva nel loro giardino!

(Leonardo Piasere, Il Trickster e l’infinito. Alcune riflessioni a partire da esempi rom, in http://www.qro.unisi.it/frontend/sites/default/files/Il_trickster_e_l'infinito.pdf )



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