L’angelo stava vuotando e pulendo i suoi armadi quando giunse la chiamata. Aureole e raggi di luna erano divisi in mucchi a seconda della luminosità, le sacche con l’ira e i foderi dei lampi erano appesi a ganci in attesa di essere spolverati. Da un otre in un angolo era fuoriuscita un po’ di gloria, che provvide ad asciugare con un tampone. Ogni volta che muoveva lo straccio, dall’armadio si levava uncoro smorzato, come se avesse messo il coperchio su un vaso di sottaceti colmo di Alleluia.
«Raziel, in nome del cielo, che cosa stai facendo?».
L’arcangelo Stephan era in piedi sopra di lui e brandiva una pergamena quasi stesse rimproverando un cucciolo con una rivista arrotolata.
«Ordini?» chiese l’angelo.
«Terra».
«Ci sono appena stato».
«Due millenni fa».
«Sul serio?». Raziel diede un’occhiata all’orologio e picchiettò il cristallo con un dito.
«Ne sei sicuro?».
«Tu che ne pensi?». Gli porse la pergamena affinché potesse vedere il sigillo del Roveto Ardente.
«Quando devo partire? Qui ho quasi finito».
«Subito. Prendi il dono delle lingue e qualche miracolo minore. Niente armi, non si tratta di una faccenda di collera. Sarai sotto copertura. Resterai nell’ombra, ma avrai un ruolo importante. Troverai tutto nei tuoi ordini».
Gli consegnò la pergamena.
«Perché proprio io?».
«È stata la mia stessa domanda».
«Ebbene?».
«Mi è stato ricordato il motivo della cacciata degli angeli».
«Wow! Dunque è una cosa tanto grave?».
Stephan diede un colpo di tosse: un chiaro gesto d’ostentazione, dal momento che gli angeli non respirano. «Forse non dovrei saperlo, ma gira voce che si tratti di un nuovo libro».
«Stai scherzando? Un seguito? Apocalisse 2, proprio quando pensavi che peccare fosse lecito?».
«È un Vangelo».
«Un Vangelo dopo tutto questo tempo? E chi è l’autore?».
«Levi detto Biff».
Raziel lasciò cadere lo straccio e si raddrizzò. «Dev’esserci un errore».
«Viene direttamente dal Figlio».
«C’è un motivo se Biff non è mai stato menzionato negli altri libri, lo sai? È un totale…».
«Non dirlo».
«Ma è una testa di cazzo».
«Usi un linguaggio del genere e poi ti chiedi perché vieni assegnato a missioni come questa…».
«Ma perché adesso? Finora sono bastati i quattro Vangeli. E perché lui?».
«Perché secondo la cronologia terrestre cade una specie di anniversario della nascita del Figlio, e Lui crede sia giunto il momento di raccontare tutta la storia».
Raziel chinò la testa. «Sarà meglio che vada a preparare i bagagli».
«Il dono delle lingue» gli rammentò Stephan.
«Ma certo, così posso farmi insultare in mille idiomi diversi».
«Vai a ricevere la buona novella, Raziel. E portami del cioccolato».
«Cioccolato?».
«È uno snack degli abitanti della Terra. Ti piacerà. L’ha inventato Satana».
«Il cibo del diavolo?».
«Non puoi vivere di solo latticello, amico mio».
Mezzanotte. L’angelo era in piedi su un’arida collina alla periferia della città santa di Gerusalemme. Sollevò le braccia, e un vento secco sferzò la veste bianca facendola ondeggiare intorno al corpo.
«Alzati, Levi detto Biff».
Davanti a lui si formò una tromba d’aria che sollevò la terra in una colonna somigliante a un essere umano.
«Alzati, Biff. Il tuo tempo è giunto».
Il vento prese a soffiare furiosamente, e l’angelo si passò la manica della veste sul viso.
«Alzati, Biff, e cammina di nuovo tra i vivi».
Il turbine cominciò ad affievolirsi, mentre la colonna di terra e polvere dalle sembianze umane rimase lì, sul fianco della collina. Un attimo dopo era tornata la calma. L’angelo tirò fuori dalla sua sacca un vaso d’oro e lo rovesciò sopra la colonna. La polvere svanì, rivelando un uomo nudo e coperto di fango che farfugliava alla luce delle stelle.
«Bentornato tra i vivi» disse l’angelo.
L’uomo sbatté le palpebre, poi si mise una mano davanti agli occhi, come se pensasse di poterla trapassare con lo sguardo.
«Sono vivo» disse in una lingua che non aveva mai udito prima.
«Sì».
«Che cosa sono questi suoni, queste parole?».
«Hai ricevuto il dono delle lingue».
«L’ho sempre avuto, chiedilo a una qualunque delle ragazze che ho frequentato. Che cosa sono questi vocaboli che escono dalla mia bocca?».
«Lingue. Hai ricevuto il dono che fu fatto agli apostoli».
«Allora il Regno è venuto».
«Sì».
«E quand’è successo?».
«Duemila anni fa».
«Tu, inutile sacco di merda di cane» esclamò Levi detto Biff, colpendo l’angelo alla bocca. «Sei in ritardo».
L’altro si riprese e si toccò il labbro con cautela. «Bel modo di rivolgersi a un messaggero del Signore».
«È un dono».
(Cristopher Moore, Il Vangelo secondo Biff, amico di infanzia di Gesù, Roma, Elliot, 2008)
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