Mille milioni di individui mi hanno consacrato tutta la loro attività di un giorno, la forza, il talento, la scienza, l’intelligenza, le abitudini, i sentimenti, il cuore. Ed ecco che oggi ho il coltello in mano. L’arma della canaglia. “Viva l’umanità!”. Palpo una fredda verità aggiunta ad una lama tagliente. Ho ragione. Il mio giovane passato sportivo mi sarà sufficiente. Ho sfidato i siluri, i cannoni, le mine, il fuoco, il gas, le mitragliatrici, tutta l’apparecchiatura anonima, demoniaca, sistematica, cieca. Sfiderò l’ uomo. Il mio simile. Una scimmia. Occhio per occhio, dente per dente. A noi due, ora. A colpi di pugno, a colpi di coltello. Senza pietà. Salto sul mio antagonista. Gli sferro un colpo terribile. La testa è quasi decapitata. Ho ucciso il crucco. Sono stato più sveglio e più rapido di lui. Più diretto. Ho colpito per primo. Ho il senso della realtà, io, poeta. Ho agito. Ho ucciso. Come quello che vuole vivere.
Blaise Cendrars, J’ai tué (Ho ucciso, 1918).
Traduzione dal francese di Ezio Falcomer
José Clemente Orozco, Il combattimento
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