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mercoledì 7 marzo 2012

#Almanacco - Storia del #Monopoli di Mario Battacchi

Il 7 marzo 1933 Charles Darrow brevetta il gioco da tavolo più venduto e giocato al mondo, il Monopoly.
Il gioco non era in effetti una sua invenzione, ma una versione modificata e corretta di un gioco esistente fin dagli inizi del 900, le cui regole venivano modificate di volta in volta da chi giocava. Darrow ebbe l'idea di stabilire alcune regole certe e di vendere il gioco da lui modificato alla Parker Brothers, che ne fece il bestseller per eccellenza.
In Italia Il gioco venne commercializzato a partire dal 1935 da una nuova casa editrice: Editrice Giochi. La società, fondata da Emilio Ceretti con un gruppo di amici, era intenzionata a commercializzare il gioco nella sua veste originale, ma essendo in pieno regime fascista, le leggi dell'epoca proibivano l'utilizzo di nomi inglesi. Così venne deciso di italianizzare il marchio, mantenendo al contempo la pronuncia all'inglese.
Il gioco divenne quindi Monòpoli e non Monopòli, come sarebbe stato più corretto da un punto di vista linguistico, e per moltissimi anni venne commercializzato con l'accento sulla seconda "o", proprio per evitare errori di pronuncia. I nomi delle vie erano quelli della Milano dell'epoca, con l'eccezione di Vicolo Corto e Vicolo Stretto, ma dopo la caduta di Mussolini alcuni nomi, come Via del Fascio, vennero sostituiti con altri più "neutrali". Da allora il gioco è rimasto praticamente inalterato nella sua struttura di base. Il nome dei toponimi (vie, larghi, piazze, giardini e parchi) rientra nelle personalizzazioni nazionali del gioco e si riferisce, nell'edizione originale americana a toponimi presenti ad Atlantic City (New Jersey) e dintorni, e nelle edizioni europee a toponimi presenti nelle città capitali (Londra, Parigi, Berlino, Copenaghen), talvolta adattati. In altri casi (Austria, Belgio) vengono assunti i principali nomi di via dalle maggiori città dei rispettivi Paesi. L'edizione italiana riporta invece toponimi ideati da Emilio Ceretti, che prese liberamente spunto dalla toponomastica di Milano (dove viveva e sede della casa produttrice del gioco). Esistono infatti ancor oggi a Milano: viale Gran Sasso, viale Monte Rosa, piazza Vesuvio, via o piazza Accademia, via Verdi, via Raffaello Sanzio, via Dante, corso Vittorio Emanuele (nell'edizione del periodo fascista via Vittorio Emanuele era al posto di via Marco Polo), via Marco Polo, via Magellano, corso Cristoforo Colombo, Stazione Ferrovie Nord, piazza Costantino, viale Traiano, piazzale Giulio Cesare, corso Littorio (ora corso Matteotti, nell'edizione del periodo fascista largo Littorio era al posto di largo Augusto), largo Augusto e via dei Giardini.
Parco della Vittoria, uno dei "terreni" presenti nel gioco, prende il nome dal parco oggi dedicato a Indro Montanelli (tra via Palestro, via Manin e i Bastioni di Porta Venezia), negli anni Trenta chiamato appunto Parco della Vittoria. Insieme a Via dei Giardini (dove viveva Emilio Ceretti), costituisce il lotto di maggior valore del gioco, identificato dal colore viola: Parco della Vittoria costava nell'edizione originale 40.000 lire, aggiornato oggi a 1000 euro. Dato che spesso, specie nelle fasi avanzate del gioco, il pedaggio necessario per sostare sulla casella attrezzata con hotel è elevatissimo, la locuzione Parco della Vittoria è diventata una antonomasia per indicare un posto di gran lusso, o molto costoso. Dall'arrivo della Hasbro, arriverà una nuova versione italiana, che comprende al posto delle vie alcune città scelte dagli utenti di Internet; la città più cara sarà Chieti.

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