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venerdì 7 giugno 2019

#Almanacco quotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 7 giugno.
Il 7 giugno a Malta è festa nazionale: si commemora ciò che è successo nel 1919 e che cambiò radicalmente il futuro dell’isola.
Malta vanta il più alto numero di feste nazionali tra tutti gli stati dell’Unione Europea: sono ben 13 all’anno. La maggior parte di queste sono di carattere religioso e solo 5 sono di natura politica o civile.
La festa del Sette giugno è una di queste.
Ma partiamo dai fatti.
Il 7 giugno 1919 il popolo maltese manifestò contro l’aumento del prezzo del pane a seguito di nuove tasse introdotte dall’autorità britannica. Durante questa manifestazione truppe britanniche spararono sulla folla inerme uccidendo quattro persone.
Da quel momento il già latente desiderio di indipendenza dagli inglesi e di unione al Regno d’Italia divenne ancora più forte.
Approfondiamo ora i tragici eventi accaduti quel giorno e le celebrazioni al giorno d’oggi.
L’occupazione degli inglesi sull’isola di Malta risale al 1800.
Prima di loro Napoleone, nel 1798, aveva posto fine al governo dei Cavalieri di Malta o Cavalieri Ospitalieri.
I rapporti tra inglesi e maltesi furono più o meno pacifici per poco più di un secolo. Le cose cambiarono dopo la Prima Guerra Mondiale quando le rotte commerciali nel Mediterraneo, fondamentali per Malta, furono interrotte, determinando una situazione di grande incertezza.
Nei primi anni del 1900 l’economia maltese era quindi stremata da:
i costi applicati dai britannici sui beni di prima necessità, come il grano, la farina e di conseguenza il pane;
ma anche dalle sempre più care assicurazioni che i mercanti dovevano pagare sui carichi da commerciare nel Mediterraneo.
La situazione divenne ben presto insostenibile, tanto che i maltesi cercarono inizialmente un confronto pacifico. Chiesero così al governo britannico un sussidio per poter superare il difficile momento ma non ebbero nessun risultato.
Ecco allora che il 7 giugno 1919 un folto gruppo di maltesi arrabbiati, affamati e disperati andò a Valletta e attaccò diversi esercizi commerciali ed uffici pubblici. Sotto la furia popolare caddero:
gli uffici meteorologici ospitati nell’edificio della Royal Air Force;
la redazione del Daily Malta Chronicle, un noto giornale dell’epoca;
alcune residenze di presunti sostenitori del governo britannico.
I soldati inglesi, guidati dal tenente Shields, cercarono di contenere la folla e aprirono il fuoco in diversi punti della capitale maltese uccidendo quattro persone:
Manwel Attard fu ucciso di fronte alla casa di una delle più potenti famiglie dell’epoca, i Cassar Torregiani;
Guzè Bajjada morì vicino la Strada Teatro e leggenda vuole che spirò sulla bandiera maltese nella quale era ammantato;
Lorenzo Dyer perì raggiunto da un proiettile mentre stava scappando;
La quarta vittima fu colpita da un colpo di baionetta allo stomaco mentre si trovava nei pressi del palazzo del Colonnello Francia. Per dovere di cronaca va ricordato che quest’ultima venne ferita l’8 e perì il 16 giugno, ma fu comunque da subito considerata tra i maltesi che morirono durante le insurrezioni del 7 giugno.
La situazione fu in seguito più o meno risolta conferendo al governo maltese una maggiore autonomia.
Ma, come anticipato, la conseguenza principale di questi tragici eventi fu l’aumento della resistenza e della popolarità dei partiti pro-italiani, i quali avevano da sempre sfidato l’occupazione britannica sull’isola.
Il “7 ta’ Ġunju” è ricordato da un monumento posto nell’omonima piazza a La Valletta inaugurato nel 1966 dopo l’indipendenza, raggiunta solo due anni prima.
La ricorrenza fu inserita tra le feste nazionali solo a partire dal 1989.
Ogni anno, in questa giornata, viene celebrata una cerimonia di commemorazione a St. George’s Square, a Valletta, e a Xagħra, a Gozo. Corone di fiori sono deposte davanti ai monumenti eretti per omaggiare i caduti e molti cittadini si recano al cimitero dell’Addolorata, a Paola, dove sono sepolti i loro resti.
L’importanza di questa celebrazione risiede nel fatto che il 7 giugno a Malta i cittadini abbiano superato le loro differenze politiche combattendo uniti contro l’oppressione coloniale britannica per l’affermazione dei loro diritti.

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