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mercoledì 26 giugno 2019

#Almanacco quotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 26 giugno.
Il 26 giugno 1924 ebbe luogo la cosiddetta "Secessione dell'Aventino".
L’episodio storico della secessione dell’Aventino prende il nome dal colle dove di solito i plebei trovavano rifugio dopo i conflitti con la classe opposta, i patrizi. La secessione dell’Aventino consiste nell’astensione dai lavori parlamentari attuata da deputati e senatori come segno di protesta a causa della scomparsa di Giacomo Matteotti, avvenuta l’11 Giugno 1924.
Si tratta di un vero e proprio atto di opposizione nei confronti del governo fascista. I parlamentari si riuniscono in una sala di Montecitorio (oggi appunto denominata “sala dell’Aventino”) e decidono di abbandonare i lavori fino a quando i fascisti (e quindi Benito Mussolini) non chiariscono la propria posizione riguardo alla vicenda “Matteotti”. Il cadavere di Matteotti viene poi ritrovato il 16 Agosto dello stesso anno, e questo esaspera ancora di più la crisi di Governo in atto.
Il 3 Gennaio 1925 Mussolini tiene un discorso alla Camera dei Deputati, durante il quale, dopo essersi assunto in pieno la responsabilità dei fatti accaduti, chiede al Parlamento di formulare un atto di accusa nei suoi confronti (in base a ciò che stabiliva l’art. 47 dello Statuto della Camera).
Ma questo atto di accusa non viene mai richiesto formalmente, forse per paura di ritorsioni, e così di fatto l’opposizione non riesce a reagire e ad imporsi sul regime, anche a causa di divisioni interne tra gli stessi parlamentari. In realtà la secessione dell’Aventino viene repressa dal regime con una serie di perquisizioni, arresti e sequestri, in particolare vengono colpiti i giornali e i partiti opposti al regime fascista.
Più che per le conseguenze politiche, la secessione dell’Aventino viene ricordata per la pregnanza morale del gesto dei parlamentari, che sospendono i lavori per riportare l’attenzione sulle illegalità compiute dal regime fascista sotto gli occhi di tutti.

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