Cerca nel web

sabato 2 marzo 2024

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 2 marzo.
Il 2 marzo 1974 in Spagna ha luogo l'esecuzione pubblica di Salvador Puig mediante la Garrota.
Intorno al 1972-73 la dittatura franchista aveva già perso la sua fisionomia più implacabile e truce, quella che aveva avuto dalla fine della Guerra civile sino al processo di Burgos, il primo processo contro l'Eta chiusosi nell'inverno del '70 con due condanne a morte. Nonostante fossero proibiti, gli scioperi si susseguivano da un lato all'altro del paese. Le università ribollivano di manifestazioni e di scontri tra studenti e polizia, mentre i giornali cattolici - lo Ya, il Madrid - avanzavano le prime critiche al regime dopo quasi un quarantennio di totale, indecente adesione della Chiesa al franchismo. Nella prima parte di "Salvador, 26 anni contro", il bel film di Manuel Huerga sulla vicenda di Salvador Puig Antich, un giovane anarchico catalano giustiziato nel marzo '74, quell'atmosfera già un po'rilassata dei primi anni Settanta, meno chiusa e intimidita di quanto non fosse stata nel pieno del franchismo, affiora in modo evidente. Il gruppo dei giovani anarchici o anarco-marxisti di cui Puig faceva parte, si incontra nei caffè a progettare le rapine alle banche e l'azione di propaganda tra gli operai in sciopero. S'affaccia ogni tanto nei locali notturni, intesse i suoi amori giovanili, continua a vivere a Barcellona, e solo più tardi stabilirà una base in Francia. Tutte cose che sarebbero state pressoché impossibili dieci anni prima, quando il controllo del regime sulla società, attraverso le sue polizie e i suoi delatori, era assai più ferreo. Ma proprio a partire dalla fine del '73, a cavallo dell'arresto, del processo e infine dell'esecuzione di Salvador Puig, il regime conobbe un soprassalto. Rimise gli orologi all'indietro, indurì di nuovo i suoi metodi repressivi, s'illuse di riportare la Spagna al letargo in cui aveva vissuto dopo la tragedia della Guerra civile e le migliaia di fucilazioni di antifranchisti che ne erano seguite. Fu quel soprassalto, quel brusco, scomposto tentativo di restaurare la cappa di paura che il regime aveva steso sulla Spagna dopo la vittoria del '39, a decidere della vita di Puig. A farlo finire il 2 marzo '74, invece che in carcere con una lunga condanna (la quale sarebbe stata probabilmente amnistiata tre o quattro anni più tardi con le prime aperture democratiche), nelle mani del boia. Caso non unico, del resto, perché si ripeté pochi mesi più tardi con l'esecuzione di altri cinque prigionieri politici. Per distinguere il fondale della vicenda Puig, vanno quindi tenute presenti queste due fasi del decorso franchista. La fase tra '70 e '73 in cui lo sviluppo economico, la necessità d'avvicinarsi all'Europa e far dimenticare il passato, avevano spinto i tecnocrati dell'Opus Dei (ormai il gruppo dominante nel governo del paese) ad allentare la pressione poliziesca per conferire al regime un volto più civile, meno repressivo. In quegli anni, una certa libertà si fece strada nel mondo studentesco, nelle riviste culturali, nel cosiddetto «piccolo clero» e persino nell'esercito. Giudizi critici che sino a qualche anno prima sarebbero stati espressi solo nel chiuso delle case, venivano adesso pronunciati in pubblico. Vari processi contro le azioni terroristiche dei nazionalisti baschi e dei gruppuscoli d'estrema sinistra - l'Eta, il Frap (Fronte rivoluzionario antifranchista patriottico) - si chiusero con pesanti condanne al carcere ma senza sentenze capitali. Del resto, Franco non teneva più il timone del paese. Nel '72, a ottant'anni, restava sì capo dello Stato: ma il declino del fisico, un certo appannamento intellettivo (ormai piangeva ad ogni cerimonia, fosse un funerale o l'anniversario della vittoria) avevano indotto lui e la moglie Carmen, il più influente tra i suoi consiglieri, a passare le responsabilità di governo ad un fedelissimo: l'ammiraglio Luìs Carrero Blanco. E Carrero, circondatosi di membri dell'Opus Dei, aveva messo in cantiere una transizione per così dire morbida del regime. Da qui, infatti, la fase d'allentamento della repressione poliziesca, gli spazi dati alla protesta sociale, la moderazione dei tribunali. Salvador Puig venne arrestato quando ancora durava questa fase. Il suo gruppo, il Mil (movimento iberico di liberazione), era ormai allo sbando, e uno dei suoi componenti crollò durante gli interrogatori cui era sottoposto dalla polizia, indicando il luogo dove tendere un agguato a Puig. L'agguato avvenne, Puig fu ferito ma riuscì ad estrarre la pistola e a sparare. Quando fu sopraffatto, un gendarme della Guardia Civil giaceva al suolo morto. Per il giovane anarchico le cose s'erano messe quindi già molto male. Ma mentre si preparava il processo, e i suoi avvocati erano ancora certi di potergli salvare la vita, si produsse quel soprassalto del regime che avrebbe chiuso la fase più tollerante dell'ultimo franchismo, e aperto il periodo plumbeo, durissimo, della sua agonia. Il 20 dicembre del '73, una bomba posta dai guerriglieri dell'Eta nel centro di Madrid fece saltare in aria l'automobile dell'ammiraglio Carrero Blanco. La morte del presidente del governo sconvolse, terrorizzò l'"entourage" di Franco. Da donna Carmen in giù, i più fedeli gregari del dittatore, gli elementi più compromessi del regime, i vertici delle varie polizie, conclusero che non avrebbe potuto esserci una transizione morbida. Che se non si fossero riprese con forza, con la massima durezza le redini della situazione, la morte di Franco avrebbe portato ad una fine traumatica dei quasi quarant'anni di franchismo. S'era costituito così quello che gli spagnoli chiamarono el bunker. Il fortino in cui s'asserragliarono nei trenta-trentacinque mesi successivi i familiari del dittatore, i suoi vecchi compagni d'arme, i profittatori di regime, quasi tutti gli alti gradi dell'esercito, l'estrema destra (Fuerza nueva, i Guerrilleros de Cristo Rey) e quel che restava del Falangismo delle origini. Il primo passo di donna Carmen fu la nomina a presidente del governo di Carlos Arias Navarro, ex capo della polizia ed ex ministro degli Interni. E la seconda misura presa dal bunker fu il ritorno alla repressione dei primi decenni del franchismo. Apertosi poco dopo la morte di Carrero, il processo a Puig davanti a un tribunale militare apparve quindi segnato già all'inizio. I sei tra generali e colonnelli che ad ogni udienza entravano nell'aula poggiando le loro sciabole sul banco dei giudici, non erano certo in vena di clemenze. Il processo fu del tutto irregolare, e sfociò nella condanna a morte dell'anarchico catalano. A nulla valsero le proteste che si levarono ovunque in Europa, né i passi tentati dal Vaticano. Il 2 marzo '74, Puig venne giustiziato con la garrota: uno strumento arcaico che consiste d'un anello di ferro posto attorno al collo del condannato, e poi progressivamente stretto sul dietro con una manovella. Così come si vede in varie delle acqueforti di Goya dedicate ai Desastres de la guerra. Né si trattò, come abbiamo già detto, dell'ultimo spasmo, dell'ultimo segno di paranoia venuti dal bunker. In agosto, tre militanti dell'Eta e due del Frap furono anch'essi condannati a morte. In Europa, la sollevazione fu stavolta ancora più ampia e turbolenta. Assalti alle ambasciate di Spagna, agli uffici della compagnia aerea Iberia, roghi di bandiere spagnole. Si mossero anche i governi, convocando gli ambasciatori di Franco per protestare. Paolo VI scrisse tre lettere, che a quanto sembra vennero sequestrate da Arias Navarro e donna Carmen perché Franco non le leggesse. Arias parlò alla tv di un'«ignobile aggressione dall'estero», e Franco, nel suo ultimo, patetico discorso sulla piazza d'Oriente dette la responsabilità di tutto a «una cospirazione massonica in combutta con i comunisti». I cinque vennero anch'essi garrotati. Ma adesso era per davvero finita. A novembre Franco morì, e il bunker prese lentamente - ad opera del re Juan Carlos e dei settori democratici usciti allo scoperto - a sfaldarsi. In meno di due anni scomparve. La Spagna era ormai una democrazia.

Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog

Archivio blog