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mercoledì 13 marzo 2024

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 13 marzo.
Il 13 marzo 1968, nello Utah, avvenne un incidente dovuto ai test sul gas nervino effettuati dall'Esercito degli Stati Uniti.
Nel marzo 1968 Ray Peck vive in un ranch nella Skull Valley, una vallata a ovest del Gran Lago Salato dello Utah, dove fa l'allevatore. Là fuori il mondo è in subbuglio (l'offensiva del Têt in Vietnam, le marce di Martin Luther King, la primavera di Praga), ma il ranch di Ray si trova nel bel mezzo del nulla, a quasi 100 chilometri da Salt Lake City. La Skull Valley è un posto per gente tranquilla.
La sera del 13 marzo Ray ha un fastidioso mal d'orecchie. Lascia le pecore al pascolo e rientra a casa prima del solito. La mattina dopo sembra tutto passato. Durante la notte ha nevicato, la neve è così fresca e soffice che Ray ne assaggia un po'. Si incammina lungo il campo, ma nota subito qualcosa di strano: uccelli morti sulla neve e un coniglio agonizzante in lontananza. Raggiunge infine le pecore. Sono tutte morte o moribonde: oltre 6000 pecore.
Poco dopo giunge sul luogo un elicottero dell'esercito. Vengono raccolti campioni di animali morti e Ray e i membri della sua famiglia sono sottoposti a esami del sangue. Le analisi condotte sui cadaveri delle pecore indicano una esposizione al VX, il più letale tra i gas nervini usati come arma chimica. La morte è sopraggiunta da poche ore.
A pochi chilometri dal luogo del ritrovamento si trova il Dugway Proving Ground, una enorme base militare americana (si estende per oltre 3200 km quadrati, come i comuni di Londra e New York messi insieme). No, in realtà la Skull Valley non è il posto più adatto per chi vuole stare tranquillo.
Dal 1942, anno della costruzione del Dugway Proving Ground, nel gigantesco deserto circostante alla base sono stati condotti con continuità esperimenti, esercitazioni e test con armi chimiche e biologiche. Da quel momento, nel corso dei decenni, le attività che si svolgono nella base hanno alimentato le più bizzarre teorie cospirazioniste, tanto da far guadagnare a questa vasta installazione militare il soprannome di "nuova Area 51".
Nei giorni precedenti a quello che venne chiamato il Dugway sheep incident, al Dugway Proving Ground erano stati condotti tre test separati con il VX. La prima operazione era un test firing di nuovi proiettili "sporcati", la seconda la combustione di 600 litri di gas nervino in un fossato e la terza la dispersione via aereo del VX. Quest'ultimo esperimento è quello che viene indicato come la causa della morte delle 6000 pecore.
Inodore e insapore, il VX è tre volte più tossico del sarin, il gas nervino utilizzato nel 1995 da alcuni esponenti della setta Aum Shinrikyo per compiere un attentato nella metro di Tokyo. Il VX può essere utilizzato come liquido puro, miscelato con agenti che ne rendono più difficile la rimozione e sotto forma di aerosol. L'esposizione può avvenire per inalazione, ingestione o contatto, e può essere fatale. Una goccia sulla pelle può uccidere un uomo adulto in meno di 15 minuti.
Quel 13 marzo uno dei contenitori di VX montati sull'F-4 dell'aviazione americana non era stato completamente svuotato durante il passaggio sull'area designata per il test. L'aereo, riprendendo quota per allontanarsi, continuò a disperdere il gas al di fuori dei confini di sicurezza della base.
Il primo collegamento tra i test che venivano effettuati alla base e la strage di pecore, emerse da un reportage scritto da Philip M. Boffey, oggi membro del Council for the Advancement of Science Writing, sulle pagine di Science del 27 dicembre 1968.
Senza mai ammettere un coinvolgimento diretto, i responsabili militari del Dugway Proving Ground dichiararono che nei giorni precedenti e successivi al ritrovamento delle pecore erano stati condotti test all'aria aperta con il gas nervino.
I fatti della Skull Valley colpirono l'opinione pubblica in maniera estremamente negativa, in uno scenario di forte contestazione per la conduzione della guerra del Vietnam. L'incidente contribuì a fare prendere la decisione all'allora presidente Richard Nixon di bandire tutti i test di armi chimiche all'aria aperta (oltre a ispirare George C. Scott e Stephen King).
La verità però emerse anni più tardi, nel 1998, dopo che sul quotidiano locale The Salt Lake Tribune, Jim Woolf rese pubblico un report sull'episodio. Il documento, redatto nel 1970 dai ricercatori della U.S. Army's Edgewood Arsenal nel Maryland, confermava il collegamento tra il test condotto e la morte delle pecore. La quantità di VX ritrovato sui corpi degli animali e sui campioni di terreno era più che sufficiente per provocarne la morte.
Nel frattempo, Ray Peck aveva ricostruito l'intera vicenda in un'intervista pubblicata il 22 dicembre 1994 sul quotidiano locale Deseret News. Dopo il Dugway Sheep Incident, Ray e i membri della sua famiglia svilupparono disturbi neurologici simili a quelli riscontrati nelle persone esposte in laboratorio a piccole quantità di gas nervino: forti emicranie, sensazione di intorpidimento, bruciore alle gambe e sporadici attacchi di paranoia.
Nonostante le dichiarazioni di Ray e la pubblicazione del report, l'esercito americano non ha mai ammesso la connessione tra il test sul VX e la morte delle pecore, oltre a negare la possibilità di danni a esseri umani. Ray Peck e gli altri allevatori della zona hanno però ricevuto un rimborso di un milione di dollari da parte del governo.
Negli ultimi anni il ruolo del sito militare dello Utah è stato ridimensionato, ma le attività del Dugway Proving Ground proseguono, non senza controversie. L'ultima risale al 2015 e riguarda la diffusione accidentale di spore di antrace. Insomma, non fate come Ray Peck. Se volete stare tranquilli, oggi come ieri, non andate a vivere nella Skull Valley.

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