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lunedì 17 agosto 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 17 agosto.
Il 17 agosto 2002 ha aperto, a Santa Rosa in California, il museo Charles Schulz.
Charles Monroe Schulz, nato a St Paul (la città che con Minneapolis è una delle Twin Cities città gemelle del Minnesota) il 26 novembre 1922, da subito sembra destinato al fumetto. Appena nato, infatti, uno zio lo soprannomina Sparky, abbreviazione di Sparkplug, il cavallo di "Barney Google", striscia allora popolarissima (nella versione italiana, Barnabò Goggoloni o Bertoldo Scalzapolli).
Così Charles diventa Sparky per tutti, nomignolo con cui firmò i suoi primi lavori e con il quale lo chiamarono sempre gli amici. L'aneddotica ci regala anche un altro stralcio di intuizione legato a un'insegnante che guardando un disegno del giovanissimo Sparky commentò: "Un giorno, Charles, sarai un artista".
Molto bravo a scuola, eccelleva naturalmente in arte, amando, quasi come da copione, leggere le strisce di fumetti che apparivano sui giornali dell'epoca, augurandosi intimamente di poterne un giorno pubblicare di proprie.
Quando aveva tredici anni, gli regalarono un cane bianco e nero di nome Spike, buffo e intelligente, il modello di quello che più tardi sarà Snoopy (uno Spike, brachetto alto, allampanato e dall'aria perennemente assonnata, apparirà in Peanuts impersonando il fratello di Snoopy).
Frequentando le superiori, invece, strinse amicizia con un ragazzo di nome Charlie Brown, poi utilizzato nell'invenzione della figura dell'omonimo bambino. Non si sa se il carattere sia simile, ma il nome sicuramente sì....
Dopo il diploma e una breve esperienza di guerra nella Francia del 1945, viene assunto come insegnante alla Art Instruction School, una scuola di disegno per corrispondenza dove Schulz incontra numerosi giovani colleghi e trae ispirazioni e suggerimenti per i suoi futuri personaggi. Ad esempio, l'impiegata della contabilità Donna World, suo primo amore non corrisposto, gli ispirerà quel singolare personaggio fuori campo che è la ragazzina dai capelli rossi, eterna innamorata di Charlie Brown.
"Sparky" spedisce così i suoi disegni a varie redazioni, finché alla fine il giornale di St. Paul decide di pubblicare alcune sue strisce. Dopo questo piccolo riconoscimento, galvanizzato, si convince a mettere insieme la sua migliore produzione e di mandarla all'United Feature Syndacate di New York. La risposta è subito positiva e Charles riceve una breve lettera con la conferma dell'interessamento. Detto fatto, si sposta a New York con l'intento di consegnare le sue strisce, poi chiamate dall'editore, con un termine inizialmente aborrito da Schulz, Peanuts (letteralmente: "noccioline", a causa della velocità e dell'insaziabilità con cui si consumavano). Presto Schulz creò una galleria indimenticabile di personaggi, oggi noti in tutto il mondo: Snoopy, Lucy, Linus, Sally, Woodstock, Schroeder e molti altri. I Peanuts debuttano quindi ufficialmente il 2 ottobre 1950, data in cui la prima striscia uscì su sette quotidiani americani.
In pochi anni, però, i Peanuts divennero il fumetto più popolare del globo. I suoi personaggi vengono pubblicati su 2293 giornali di 67 paesi, comparendo in programmi di animazione, nei film per il cinema, tra diari di scuola e raccolte di fumetti (addirittura, in occasione del 40° dei Peanuts, fu ospitata a Parigi, nel Pavillon Marsan, l'ala del Louvre che accoglie il Musée des Arts Décoratifs, una mostra a lui dedicata).
Nell'aprile del 1951 "Sparky" sposa Joyce Halverson ma il matrimonio dura solamente due anni. Nel 1976 ci riprova, sposando Jeannie Forsyht, un matrimonio, questo, durato per ventuno anni e che ha visto la nascita di cinque figli, diventati la principale fonte d'ispirazione per le strisce del geniale autore.
I Peanuts sono dunque diventati non solo un fenomeno di culto, ma persino oggetto di studio da parte di letterati, saggisti e psicologi (indimenticabili, a proposito, le analisi di Umberto Eco, che ha acutamente scritto più volte intorno ai personaggi di Schulz), in quanto, in un modo o nell'altro, fanno riflettere su quelli che sono i piccoli problemi di tutti i bambini (e non solo) di questo mondo.
In una celebre intervista ha detto: "Perché i musicisti compongono sinfonie e i poeti scrivono poesie? Lo fanno perché per loro la vita non avrebbe alcun significato se non lo facessero. Questo é il motivo per cui disegno i miei fumetti: é la mia vita". E lo dimostra il fatto che una clausola nel suo contratto prevede che i personaggi muoiano con il loro creatore.
Infatti, fin dagli esordi, egli ripeteva: "Quando non potrò più disegnare, non voglio che nessuno prenda il mio posto. Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy e gli altri miei personaggi usciranno di scena con me".
E così é stato. Charles Monroe Schulz é morto il 12 febbraio 2000, all'età di 77 anni, colpito dal cancro, e assieme a lui sono uscite di scena anche le sue creazioni.
Il 14 febbraio il Times ne diede l'annuncio scrivendo "Charles Schulz lascia una moglie, 5 figli, e un piccolo bambino dalla testa rotonda con un cane straordinario"


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