Buongiorno, oggi è il 4 aprile.
Il 4 aprile 1944 entra in funzione alla Risiera di San Sabba, presso Trieste, il forno crematorio.
Unico campo di sterminio realizzato dai nazisti in Italia, la Risiera di San Sabba si trova alla periferia di Trieste. Oggi museo della memoria, la Risiera tra l'inverno del 1943 e il marzo del 1944 è stata luogo di eliminazione fisica e campo di transito. Qui hanno trovato la morte tra le 4 e le 5 mila persone, per lo più oppositori politici, partigiani italiani, sloveni e croati. Per gli ebrei triestini e italiani la Risiera è stata invece quasi sempre una sistemazione temporanea, in attesa della deportazione finale ad Auschwitz o in altri lager.
Proclamata monumento nazionale della memoria nel 1965, con un decreto del presidente Giuseppe Saragat, la struttura, riadattata su progetto dell'architetto Romano Boico, è stata inaugurata nella sua attuale veste il 24 aprile 1975 come Civico museo. La Risiera di San Sabba, grande complesso di edifici del 1913 adibito alla pilatura del riso e poi a caserma, è dapprima utilizzata dall'occupante nazista come campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l'8 settembre 1943 e quindi strutturato come Polizeihaftlager (Campo di detenzione di polizia), destinato sia allo smistamento dei deportati in Germania e in Polonia e al deposito dei beni razziati, sia alla detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei. A gestirla sono chiamati militari e ufficiali già sperimentati nelle atrocità dello sterminio ebraico in Polonia.
Il forno crematorio viene messo in funzione nel cortile interno, al posto dell'essiccatoio preesistente utilizzato fino allora, il 4 aprile 1944. Le uccisioni, per fucilazione, gassazione all'interno di un grosso automezzo di trasporto pesante, colpo di mazza ferrata alla nuca dei prigionieri, avvenivano di sera, dopo il coprifuoco imposto al popoloso rione di Servola. Le operazioni di cremazione si concludevano al mattino presto col trasbordo della cenere, raccolta in grossi sacchi, su un automezzo col quale veniva portata fino ad un punto isolato del porto di Trieste, caricata su motobarcone e quindi abbandonata al largo del golfo. La Risiera rimane attiva per oltre quindici mesi. Nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945 i nazisti in fuga fanno saltare con la dinamite il forno crematorio, così da cancellare le prove dei loro crimini.
A contrassegnare quest'area nel cortile centrale è ora un basamento metallico che collega il forno all'edificio usato per le eliminazioni. E a commemorare quanti qui hanno trovato la morte, sull'impronta della ciminiera sorge una simbolica Pietà costituita da tre profilati metallici a segno della spirale di fumo che usciva dal camino.
Oggi nel complesso della Risiera di San Sabba, cui si accede da un lungo e angoscioso corridoio di cemento, si possono visitare le strutture destinate ai prigionieri, le terribili celle d'isolamento, dove le pareti recano i messaggi e i graffiti dei detenuti, le celle di tortura e la cosiddetta cella della morte. La storia e la realtà di quegli anni sono ripercorse da un'esposizione che propone documenti, oggetti personali dei prigionieri. Tra questi, alcuni di quelli razziati agli ebrei triestini dai nazisti, donati dalla Comunità ebraica di Trieste nel 2000 dopo il ritrovamento in un sotterraneo del Ministero del Tesoro delle bisacce di iuta che li contenevano. La Risiera, sede ogni anno di commemorazioni (in particolare le celebrazioni del Giorno della Memoria ed della Liberazione), ospita anche spettacoli, concerti, conferenze e convegni di studio. Ogni anno è visitata da quasi 100 mila persone.
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