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mercoledì 22 gennaio 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 22 gennaio.
Il 22 gennaio 1998 Theodore Kaczynski, conosciuto dai media come unabomber, si dichiara colpevole di tutti i reati a lui ascritti e riceve così la pena dell'ergastolo anzichè quella di morte.
Nato nel 1942 nella periferia operaia di Chicago, ha speso metà della sua vita a istruirsi, conquistando laurea e dottorato in matematica con due anni di anticipo, e l'altra metà a seminare terrore in nome dell'antiprogresso. Il suo primo pacco bomba risale al maggio del 1978, alla Northwestern University, vicino a Chicago. Nel mirino, si capirà poi, i centri propulsori del progresso tecnologico e informatico del Paese. Fino al 1985 i suoi attentati non producono vittime. Ma l'11 dicembre di quell'anno, a Sacramento, in California, lascia un pacco fuori da un negozio di computer uccidendo il proprietario, Hugh Scrutton. Altri due pacchi mortali li invierà nel 1994 nel New Jersey e sempre a Sacramento nel 1995. Nel 1996, dopo una lunga caccia all'uomo, sarà arrestato nel Montana, in una piccola comunità dove viveva da quindici anni.
Diciassette anni di guerra solitaria contro università blasonate, compagnie aeree, società di informatica, laboratori di ricerca genetica. Una estenuante partita a scacchi con l'America per dimostrare che la società tecnologica rovina l'uomo e il pianeta. Il più grande successo, forse, lo ottiene nel '95, dopo l'eccidio di Oklahoma, quando riesce a fare pubblicare il suo manifesto politico sul Washington Post e sul New York Times. "Se lo pubblicate smetterò di uccidere - scrisse ai due giornali inviando il documento - se non lo fate spedirò un altro pacco bomba". L'Fbi suggerì di piegarsi al ricatto e le due testate uscirono con pagine e pagine di supplemento.
"La rivoluzione industriale - sosteneva "Unabomber" nel manifesto - ha allungato la vita media degli abitanti dei paesi avanzati, ma è stato un elemento destabilizzante della società, rendendo la vita più vuota, costringendo l'uomo a perdere dignità e accentuando le sofferenze psicologiche". L'unica soluzione, secondo Kaczynski, è ribellarsi al sistema industriale "rovesciando le sue basi economiche e tecnologiche".
Dopo che il suo Manifesto comparirà sul The New York Times e il The Washington Post del 19 settembre 1995, sarà suo fratello a riconoscerne lo stile e a denunciarlo all'FBI.
Kaczynski sta attualmente scontando l'ergastolo ad ADX Florence, in Colorado, una prigione di massima sicurezza conosciuta come Supermax, dove passa il tempo rispondendo alle innumerevoli lettere che riceve e scrivendo qualche articolo che saltuariamente viene pubblicato.

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