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martedì 12 marzo 2013

Se avessi i #soldi, da #Hyaye Yamamoto, #Diciassette sillabe #citazione


Se avessi i soldi, comprerei qualcosa da ogni venditore che si facesse avanti, dopo avergli permesso di scorrere abilmente o maldestramente (non è importante, in realtà) tutte le parole che è stato addestrato a ripetere. Poi, non solo per l'orgoglio del nuovo acquisto, ma anche per la consapevolezza che per un po' lui si sentirà incoraggiato, il mio umore si solleverebbe leggermente, portato in alto da ali di colomba. Ogni fine settimana, circondata fino alle ginocchia dai miei vari acquisti - il dentifricio Fuller, la ricevuta dell'abbonamento alla rivista che mi farà avere quel corso accelerato di nove settimane che tutte le ragazze vogliono con tutte le loro forze, una dozzina di bianche uova fresche di fattoria a un prezzo più basso della drogheria all'angolo, il primo volume dell'indispensabile Enciclopedia Illustrata di Medicina Casalinga in dodici volumi, le cianfrusaglie mirabolanti per un totale di almeno due dollari infallibili per assicurare un lavoro stabile a una veterana piuttosto giovane -potrei sospirare e sorridere radiosa. Sarebbe bello. Ma non ho i soldi, e il malumore in arrivo è diretto tanto a me che non ho i soldi, quanto all'uomo [venditore] che probabilmente vuole mettermi in una situazione in cui dovrò farlo sentire un fallito.

(Hisaye Yamamoto, “Diciassette sillabe”, ed. Avagliano, 2008, cit. da http://www.wuz.it/recensione-libro/2174/hisaye-yamamoto-sillabe.html
- (nell’immagine, opere di Joan Mirò, da https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151857362709572&set=a.10151513490984572.593886.68906269571&type=1&theater )






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