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mercoledì 20 marzo 2013

Nell'avere l' #AIDS la cosa peggiore è avere l'AIDS, la seconda cosa peggiore è che la gente è convinta che sei un finocchio, James #Ellroy, #Corpi di #reato, #giornalismo scandalistico #ricatto #tossicodipendenza #omofobia #AIDS #hard boiled, #citazione


“The Advocate”, 6 giugno 1998:

IN GRAVI CONDIZIONI DI SALUTE NOTA FIRMA DELLA STAMPA SCANDALISTICA

“ Daniel "Danny" Getchell, di anni 68, editore e direttore responsabile del famigerato Hush-Hush, mensile scandalistico molto in voga negli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta, è stato ricoverato nei giorni scorsi al Cedars-Sinai Medical Center. Fonti ufficiose interne all'ospedale sostengono che Getchell si trova "nell'estrema e dolorosissima fase terminale di un tumore al cervello".
Nel periodo di massima popolarità, Hush-Hush, insieme alle altre riviste scandalistiche dell'epoca - Confidential, Whisper, Rave, Lowdown e Tattle -, condusse una crociata intimidatoria contro famosi personaggi dello spettacolo sospettati di tendenze omosessuali, che venivano braccati, con metodi che spesso sconfinavano nell'illegalità, al solo scopo di solleticare i più bassi istinti dei lettori. Hush-Hush fu senz'altro il più accanito e volgare rappresentante di un giornalismo che riuscì a rovinare la vita di molti americani.
L'ex giornalista/editore di Whisper, Benjamin Luboff, nel suo recente memoriale Scandal-Rag Scourge, drammatico mea culpa per gli eccessi compiuti dalla sua testata, scrive che Danny Getchell era "ossessionato dalla smania di scoprire e denunciare le tendenze omosessuali di personaggi dello spettacolo" e lo giudica "un sadico farabutto che spacciava per crociata morale quella che in realtà era solo sete di guadagni facili". Alla nostra richiesta di un commento sul ricovero in ospedale di Getchell, Luboff ha così risposto: "Che volete che vi dica... io la morte non la auguro a nessuno, normale o omosessuale che sia; però è inutile nascondervi che senza Danny Getchell il mondo sarà un posto migliore."
Una fonte dell'ospedale ci informa che Getchell è attualmente ricoverato nel reparto rianimazione e che pertanto non è in grado di rispondere alla serie di domande fattegli pervenire dal nostro quotidiano “.



A stendere Johnny Stompanato non fu affatto Cheryl Crane, e io non ho nessun cazzo di cancro al cervello. 

E, comunque, io ai finocchi che stanavo gli davo sempre la possibilità di comprarsi il silenzio sul mio giornale.

E sul caro Ben Luboff so cose che non ci credereste. Altro che mea culpa.

La corbelleria del cancro al cervello è un filtro di fumo fumato dalle P.R. dell'ospedale. In realtà sono rinchiuso in un recondito reparto del Cedars ricavato in un vecchio rifugio antiatomico. Sono sepolto e sotterrato con sessantatré pazienti maschi e sedici medici accaniti nella caccia al nostro virus. Ipocritamente ignari dell'impegno d'Ippocrate, essi elargiranno l'elisir segreto solamente agli straricchi. Per pagarmi questo letto da duemila dollari a notte mi è toccato vendermi tutto quello che avevo.

Ho l'AIDS. Nell'avere l'AIDS, la cosa peggiore è avere l'AIDS. La seconda cosa peggiore nell'avere l'AIDS è che la gente è convinta che sei un finocchio.

Io non sono un finocchio. Io sono un tossico con quarant'anni di scimmia sulla schiena.

A me mi ha rovinato la mia ridicola ansia di ringiovanire. Purgavo periodicamente il mio putrefatto organismo con trasfusioni di sangue comprato di contrabbando. Nel '91 ne acquistai un avanzo scaturito dalla scorta sanitaria di Desert Storm. Quel sangue mi spense lo slancio sessuale, mi stremò il sistema immunitario e mi spinse verso una devoluzione drammatica e definitiva.

O forse qualcuno mi ha avvelenato apposta.

Sarà stato quel marchettaro che smascherai nel maggio del '61. O uno di quei bucaioli che mi beavo a sbertucciare taaaanto tempo fa. O qualche parassita con una perfetta percezione della punizione poetica.

E adesso pulso paranoia da tutti i pori. Sono un omofobo emofiliaco, nonché un crucifigibile cristiano del VaticANO Gay.

Vedo inchiodati agli idratatori cinque dei miei capri espiatori di allora. Mi seviziano silenziosamente con sguardi d'odio servito a shrapnel. Si accalcano accingendosi all'assalto mentre attacco questa mia arringa in stile Hush-Hush.

Sotto il cuscino celo un'accetta. Ho palate di pattume pederastico pronte a schizzare sudiciume e a santiFicarmi in un finale finocchiese fedele all'oltraggioso olocausto hush-hushesco.

Quel lurido laido a tre letti da me mi luma con l'aria losca. Non riesco a ricordarmi in quale recondito ruolo di ricattato rinvenirlo. Meglio distrarmi dal suo disprezzo dedicandomi alla mia avventura, finché mi sarà ancora agevole allitterare allettantemente.

(James Ellroy, “Corpi di reato”,   RCS Libri,  1999,  

(nell’immmagine, Squalo bianco del Mediterraneo o Pescecane Catanensis, 








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