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giovedì 9 gennaio 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 9 gennaio.
Il 9 gennaio 1960 iniziò la costruzione della diga di Assuan, un'opera immensa lunga 3600 metri e larga 980 metri alla base e 40 sulla sommità, per un'altezza di 111 metri. Il lago artificiale che ha formato, il Lago Nasser, ha una superficie di circa 6000 chilometri quadrati, è lungo 480 km e largo fino a 16 km e contiene tra i 150 e i 165 km cubi di acqua.
La decisione da parte delle autorità egiziane di costruire la diga mise in forte allarme gli egittologi di tutto il mondo, preoccupati del disastro che il lago avrebbe creato ai monumenti e alle tombe. Così dal 1960 l'UNESCO lanciò una enorme campagna per salvarli, creando equipe provenienti da tutto il mondo. La maggior parte dei monumenti sono stati letteralmente smontati e rimontati pezzo per pezzo in luoghi sicuri, come il celebre tempio di Ramsete II ad Abu-Simbel, o il tempio di Iside nell'isola di Philae. Per ringraziarli dell'enorme sforzo compiuto, il governo egiziano donò alcuni dei monumenti salvati ai vari paesi che avevano collaborato all'impresa titanica. E' il caso ad esempio del tempio di Ellesija, ora conservato al Museo egizio di Torino, donato all'Italia.
La diga fu completata 10 anni più tardi; grazie ad essa viene prodotta circa la metà del fabbisogno elettrico del paese, tuttavia non mancano i problemi prodotti da questa così forte variazione di un ambiente rimasto invariato per migliaia di anni: diverse specie migratorie, sia ittiche che aviarie, hanno cessato di riprodursi lungo il Nilo; con la diminuzione della forza delle acque del fiume, si è avuta una forte salinizzazione delle acque del delta (il Mar Mediterraneo si insinua lungo il Nilo) rendendo sterili le terre nei dintorni; la mancanza stessa delle alluvioni periodiche non porta più il fertile limo nei campi allagati, impedendo ciò che era il vanto dell'Egitto dell'antichità, ossia i 3 raccolti di grano all'anno, a tal punto che i romani chiamavano l'Egitto "il granaio d'Europa"; aumento del livello delle acque freatiche nei campi vicini al fiume con conseguente ristagno idrico (che a sua volta provoca la diffusione di patogeni fungini); aumento di rischi sanitari visto che i canali di irrigazione e le rive del lago Nasser sono l'habitat ideale di animali che trasmettono malattie come la zanzara Anopheles che trasmette la malaria e alcune lumache che diffondono il parassita della bilharziosi.
Ancora oggi qualcuno sostiene che il gioco non sia valso la candela.

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