“The Advocate”, 6 giugno 1998:
IN GRAVI CONDIZIONI DI SALUTE NOTA FIRMA DELLA STAMPA
SCANDALISTICA
“ Daniel "Danny" Getchell, di anni 68, editore e
direttore responsabile del famigerato Hush-Hush, mensile scandalistico molto in
voga negli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta, è stato ricoverato nei
giorni scorsi al Cedars-Sinai Medical Center. Fonti ufficiose interne
all'ospedale sostengono che Getchell si trova "nell'estrema e
dolorosissima fase terminale di un tumore al cervello".
Nel periodo di massima popolarità, Hush-Hush, insieme alle
altre riviste scandalistiche dell'epoca - Confidential, Whisper, Rave, Lowdown
e Tattle -, condusse una crociata intimidatoria contro famosi personaggi dello
spettacolo sospettati di tendenze omosessuali, che venivano braccati, con
metodi che spesso sconfinavano nell'illegalità, al solo scopo di solleticare i
più bassi istinti dei lettori. Hush-Hush fu senz'altro il più accanito e
volgare rappresentante di un giornalismo che riuscì a rovinare la vita di molti
americani.
L'ex giornalista/editore di Whisper, Benjamin Luboff, nel suo
recente memoriale Scandal-Rag Scourge, drammatico mea culpa per gli eccessi
compiuti dalla sua testata, scrive che Danny Getchell era "ossessionato
dalla smania di scoprire e denunciare le tendenze omosessuali di personaggi
dello spettacolo" e lo giudica "un sadico farabutto che spacciava per
crociata morale quella che in realtà era solo sete di guadagni facili".
Alla nostra richiesta di un commento sul ricovero in ospedale di Getchell,
Luboff ha così risposto: "Che volete che vi dica... io la morte non la
auguro a nessuno, normale o omosessuale che sia; però è inutile nascondervi che
senza Danny Getchell il mondo sarà un posto migliore."
Una fonte dell'ospedale ci informa che Getchell è
attualmente ricoverato nel reparto rianimazione e che pertanto non è in grado
di rispondere alla serie di domande fattegli pervenire dal nostro quotidiano “.
A stendere Johnny Stompanato non fu affatto Cheryl Crane, e
io non ho nessun cazzo di cancro al cervello.
E, comunque, io ai finocchi che
stanavo gli davo sempre la possibilità di comprarsi il silenzio sul mio
giornale.
E sul caro Ben Luboff so cose che non ci credereste. Altro
che mea culpa.
La corbelleria del cancro al cervello è un filtro di fumo
fumato dalle P.R. dell'ospedale. In realtà sono rinchiuso in un recondito
reparto del Cedars ricavato in un vecchio rifugio antiatomico. Sono sepolto e
sotterrato con sessantatré pazienti maschi e sedici medici accaniti nella
caccia al nostro virus. Ipocritamente ignari dell'impegno d'Ippocrate, essi
elargiranno l'elisir segreto solamente agli straricchi. Per pagarmi questo
letto da duemila dollari a notte mi è toccato vendermi tutto quello che avevo.
Ho l'AIDS. Nell'avere l'AIDS, la cosa peggiore è avere
l'AIDS. La seconda cosa peggiore nell'avere l'AIDS è che la gente è convinta
che sei un finocchio.
Io non sono un finocchio. Io sono un tossico con
quarant'anni di scimmia sulla schiena.
A me mi ha rovinato la mia ridicola ansia di ringiovanire.
Purgavo periodicamente il mio putrefatto organismo con trasfusioni di sangue
comprato di contrabbando. Nel '91 ne acquistai un avanzo scaturito dalla scorta
sanitaria di Desert Storm. Quel sangue mi spense lo slancio sessuale, mi stremò
il sistema immunitario e mi spinse verso una devoluzione drammatica e
definitiva.
O forse qualcuno mi ha avvelenato apposta.
Sarà stato quel marchettaro che smascherai nel maggio del
'61. O uno di quei bucaioli che mi beavo a sbertucciare taaaanto tempo fa. O
qualche parassita con una perfetta percezione della punizione poetica.
E adesso pulso paranoia da tutti i pori. Sono un omofobo
emofiliaco, nonché un crucifigibile cristiano del VaticANO Gay.
Vedo inchiodati agli idratatori cinque dei miei capri
espiatori di allora. Mi seviziano silenziosamente con sguardi d'odio servito a
shrapnel. Si accalcano accingendosi all'assalto mentre attacco questa mia
arringa in stile Hush-Hush.
Sotto il cuscino celo un'accetta. Ho palate di pattume
pederastico pronte a schizzare sudiciume e a santiFicarmi in un finale
finocchiese fedele all'oltraggioso olocausto hush-hushesco.
Quel lurido laido a tre letti da me mi luma con l'aria
losca. Non riesco a ricordarmi in quale recondito ruolo di ricattato
rinvenirlo. Meglio distrarmi dal suo disprezzo dedicandomi alla mia avventura,
finché mi sarà ancora agevole allitterare allettantemente.
(James Ellroy, “Corpi di reato”, RCS Libri, 1999,
testo tratto da http://www.wuz.it/archivio/cafeletterario.it/103/cafelib.htm
)
(nell’immmagine, Squalo bianco del Mediterraneo o Pescecane
Catanensis,
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