Buongiorno, oggi è il 27 marzo.
Il 27 marzo 1898 è la più probabile data di nascita di Titina De Filippo.
Titina era la prima dei tre figli nati dalla relazione di Luisa De Filippo con Eduardo Scarpetta, che erano definiti ‘figli del bottone’, in quanto la madre era la sarta della compagnia del grande commediografo napoletano, nonché nipote di sua moglie Rosa De Filippo, che conosceva e tollerava questa famiglia parallela del proprio marito.
Titina De Filippo, il cui nome era Annunziata, nacque nel 1898; sul giorno esatto di nascita ci sono notizie discordanti, che riportano il 23 e il 27 marzo, l’8 agosto ed anche, più genericamente, il mese di luglio.
Essendo la primogenita e quindi prediletta, Titina da piccola studiò musica, frequentò una scuola gestita da monache ed imparò il francese.
Sin da piccola sentì fortissimo l’amore per il teatro, improvvisando brevi spettacoli davanti allo specchio e a suo fratello Eduardo, fin quando, a tredici anni scoprì anche di essere figlia d'arte, e quindi maggiormente invogliata a continuare su questa strada.
Il suo debutto fu nel 1905, a soli sette anni, quando al Teatro Valle di Roma partecipò alla commedia ‘Miseria e Nobiltà’ nella parte di Peppeniello; a questa prima esperienza seguirono altri ruoli maschili, nel 1908 in ‘Signorine’, di Ernesto Murolo e nel 1909 in ‘L’ommo che vola’, dove interpreta Paolino.
Nel 1921 le fu assegnato il ruolo di prima donna nella nuova "Compagnia d'arte napoletana" che, diretta da Francesco Corbinci, debuttò con "A' Nanassa" il 3 settembre di quell’anno nella piccola sala del napoletano Teatro Cavour. Successivamente si dedicò alla rivista con Nino Taranto e, dal 1937, anche al cinema, partecipando al film di R.Matarazzo ‘Sono stato io!’, assieme ai suoi fratelli, Isa Pola, ed Alida Valli.
Nel 1940 interpretò il ruolo della moglie di Totò in ‘San Giovanni decollato’, pellicola di Amleto Palermi, a cui seguirono numerosi altri film, per un totale di 37, tra i quali: ‘Napoli milionaria’ accanto a Totò, Dante Maggio e Delia Scala e ‘Cameriera bella presenza offresi...’, con i suoi fratelli, Elsa Merlini, Aldo Fabrizi, De Sica e Sordi.
Nello stesso anno, 1951, Titina fu protagonista eccezionale, come lo era stata in teatro, di "Filumena Marturano", film di cui il fratello Eduardo fu regista e anche produttore, interpretando il ruolo di Filumena, a cui aveva aspirato la grande Anna Magnani.
Nel 1952 e 1953 recitò nei film: "Cani e gatti", "I morti non pagano le tasse", "Ragazze da marito", "Il tallone d'Achille", "Marito e moglie", "Non è vero....ma ci credo", ‘Cinque poveri in automobile", "La vena dell'oro" e "Martin Toccaferro".
Dello stesso anno è anche il film di De Felice "Cent'anni d'amore", ove nell’episodio intitolato "Purificazione" Titina, ormai alla fine della sua carriera, per un curioso gioco del destino interpreta "Ester Fiorelli", personaggio che ha lo stesso cognome con il quale Scarpetta avrebbe voluto farla debuttare in teatro molti anni prima.
Nei film girati negli anni successivi Titina De Filippo interpretò, come sempre in maniera straordinaria, il ruolo della moglie possessiva e avara in ‘Totò, Peppino e i fuorilegge’, del 1955, ed anche della madre autoritaria in ‘Totò, Vittorio e la dottoressa’ del 1958, pur avendo soltanto tre anni in più di Vittorio De Sica, nella parte di suo figlio.
Va ricordato che Titina De Filippo, oltre ad essere impareggiabile attrice, fu anche autrice di soggetti cinematografici, di commedie, alcune delle quali scritte con Peppino, e sceneggiatrice cinematografica. Nel 1953 inoltre, cedendo alle pressioni dell’allora Segretario della DC on. Gonella, si candidò come indipendente alla Camera dei Deputati, facendosi promotrice, in campagna elettorale, di significativi progetti a favore del teatro, del cinema e della categoria degli artisti.
L’ultimo suo film fu ‘Ferdinando I Re di Napoli’, del 1959 poi, dal 1961, frequenti e forti attacchi d'asma la obbligarono a ritirarsi dalle scene. Si dedicò allora, con sempre maggiore impegno, alla pittura di quadri-collage di carta ed alla poesia, e trovò conforto nella fede e nelle opere di beneficenza, fin quando, il 24 ottobre 1965, sentendo che le forze le venivano ormai a mancare chiese che le fosse somministrata l'Estrema Unzione ed espresse il desiderio di essere sepolta con l’abito di Terziaria Domenicana. Morì due mesi dopo, alle ore 18.30, del 26 dicembre 1965; la sua salma fu sistemata per breve tempo nella cappella di famiglia a Roma e nel 1966 traslata a Manziana, paesino della provincia.
Il figlio Augusto, nato dal matrimonio con Pietro Carloni, che sposò nel 1922, ne scrisse una biografia, il comune di Roma, ove l’attrice viveva in via Archimede, le ha intitolato una strada, mentre Vittorio De Sica le dedicò il film ‘Matrimonio all’italiana’, ispirato proprio a ‘Filumena Marturano’.
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