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Il 23 marzo 1853 Elisha Otis installa il primo ascensore della storia all'interno di un palazzo.
L’ascensore è oggi, dopo l’automobile, il mezzo di trasporto più diffuso al mondo. Un dispositivo sicuro ed efficiente che consideriamo moderno. Ma la storia dei dispositivi di sollevamento risale addirittura al terzo secolo a.c.
I primi ascensori rudimentali si trovavano nel Foro romano, dove un sistema di gallerie era servito da dodici elevatori e ciascuno veniva mosso da un argano ad asse verticale azionato da quattro uomini. Anche nel Colosseo, per sollevare i gladiatori e gli animali nell’arena, furono realizzati diversi montacarichi. In seguito gli ascensori furono usati anche nel palazzo di Versailles, in particolare da Luigi XV che ne fece costruire uno per consentire le mosse furtive della sua amante. Chiamato “chaise volante”, sedia volante, questo ascensore è stato rimosso dal suo successore, il Marchese di Pompidour nel 1751.
Ma la vera storia degli elevatori a noi nota risale all’inizio del XIX secolo, quando in Europa si diffuse l’uso di ascensori idraulici per impiego industriale. In questi impianti la cabina era montata su uno stantuffo in acciaio che terminava in un cilindro incassato al suolo. L’acqua veniva spinta nel cilindro in condizioni di pressione elevata e raggiungeva lo stantuffo, provocando il sollevamento della cabina, che poi scendeva per effetto della gravità. Nei primi impianti la valvola principale, che regolava il flusso d’acqua, veniva attivata manualmente attraverso delle funi che attraversavano la cabina. Successivamente furono introdotti il comando a leva e le valvole pilota che regolavano l’accelerazione e la decelerazione.
La vera svolta nella storia dell’elevatore avvenne nel 1853, quando l’inventore statunitense Elisha Otis presentò al Crystal Palace di New York un ascensore dotato di un sistema di sicurezza in grado di bloccare la caduta della cabina in caso di rottura della fune di sollevamento. In questi primi impianti un motore a vapore era collegato mediante cinghia e ingranaggi a un tamburo rotante sul quale era avvolta la fune di sollevamento.
Con Wener Von Siemens nasce l’ascensore elettrico, in cui un motore azionato elettricamente faceva ruotare un tamburo dove si avvolgeva la fune di trazione. Verso la fine dell’ottocento gli elevatori elettrici dotati di trasmissione con vite elicoidale tra motore e argano divennero di largo uso, tranne che per gli edifici alti. Infatti nell’ascensore ad argano la lunghezza della fune di sollevamento e di conseguenza l’altezza che la cabina poteva raggiungere erano limitate dalle dimensioni dell’argano stesso. Tuttavia i vantaggi dell’ascensore elettrico spinsero gli inventori a cercare una soluzione che consentisse di utilizzare gli ascensori anche nei grattacieli. Questa necessità era dovuta all’improvviso aumento di concentrazione degli abitanti nei grandi agglomerati urbani nella costa orientale degli Stati Uniti, che determinò un’impennata dei costi dei terreni edificabili. Di conseguenza, aumentando l’altezza degli edifici, i costruttori avrebbero avuto a disposizione una maggiore quantità di superficie abitativa vendibile. La soluzione che rese possibili l’impiego dell’elevatore in edifici alti si rivelò essere la presenza di contrappesi in grado di generare trazione sulle funi in senso opposto rispetto alla cabina.
L’ascensore gearless, nato nei primissimi anni del novecento, permise la proliferazione di costruzioni d’altezza elevata. Questo elevatore differisce dagli altri in quanto usa un motore a bassa velocità direttamente collegato alla puleggia di trazione senza la necessità di usare un sistema d’ingranaggi per ridurre la velocità del motore. Il risultato è una macchina di grande semplicità, ideale per l’utilizzo ad alte velocità. La dimostrazione di come l’ascensore sia penetrato sin dall’inizio nella società è data da Albert Einstein, che nella sua opera intitolata “I fondamenti della relatività generale” usa l’esempio dell’ascensore per descrivere concetti di fisica.
Le tappe più importanti nell'evoluzione dell'ascensore possono essere considerate quelle dell'abolizione del manovratore nel 1924, e successivamente l'introduzione delle porte ad apertura automatica al posto di quelle manuali. Notevoli progressi si sono registrati anche nel campo dei "quadri di manovra", deputati al controllo e alla gestione dell'impianto. Superati gli obsoleti pannelli elettromeccanici senza particolare flessibilità di funzionamento, i moderni sistemi elettronici con microprocessori consentono un esercizio adattabile ad ogni genere di edificio ed utilizzo.
Fra le ultime evoluzioni citiamo:
la regolazione elettronica della velocità: oltre a rendere estremamente dolci le fasi di avvio e fermata della cabina, permettono l'arresto della stessa esattamente in corrispondenza del piano. Questa è inoltre una condizione necessaria al soddisfacimento delle ultime norme in materia di sicurezza;
l'eliminazione del "vano o locale macchina" mediante lo spostamento di motore, argano e apparecchiature di comando - realizzati in forma molto compatta - all'interno del vano di corsa per risparmiare spazio all'interno dell'edificio;
la riduzione degli spazi verticali di sicurezza nel vano ascensore, in alto e/o in basso, in modo da ridurre gli ingombri verticali dell'ascensore nell'edificio, specie se preesistente.
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