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sabato 8 maggio 2021

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è l'8 maggio.
L'8 maggio 1794 Antoine Lavoisier, il padre della chimica moderna, viene ghigliottinato.
Antoine-Laurent de Lavoisier nasce il 26 agosto 1743 a Parigi. Figlio di una famiglia particolarmente agiata, eredita grandi ricchezze quando la madre muore; frequenta, tra il 1754 e 1761, il collegio Mazarino, studiando chimica, botanica, astronomia e matematica. I suoi studi sono permeati e sostenuti dall'impulso della filosofia che si sta sviluppando in quegli anni, l'illuminismo, di cui condivide appieno gli ideali con il suo compagno di corsi Etienne Condillac.
Nel 1767, tre anni dopo le sue prime pubblicazioni, viene chiamato per supervisionare uno scavo geologico in Alsazia-Lorena, esperienza che gli permette di lavorare finalmente in campo pratico; nel 1768 Lavoisier viene eletto membro della Accademia delle Scienze francese, grazie ad uno scritto sull'illuminazione stradale.
Sposa nel 1771 la giovanissima Marie-Anne Pierrette Paulze, che si rivelerà un'ottima collega, nonché sua promotrice: si occuperà di promuovere e sostenere pubblicamente il lavoro del marito in campo scientifico.
L'attività febbrile del "padre della chimica moderna" ha un primo momento di picco nella sua collaborazione con Pierre-Simone Laplace, nel momento in cui dimostrano che il responsabile della combustione, non è il flogisto (onirica sostanza nominata nella chimica antica), ma è una sostanza che si chiama ossigeno, in assenza della quale non è possibile verificare fenomeni di tale tipologia.
Tramite la stessa serie di esperimenti dimostra anche che la respirazione, sia umana che animale, non è nient'altro che una tipologia di combustione, valutando anche la produzione di anidride carbonica come risultato di questa attività, indice che il corpo, sia umano che animale produce energia tramite la combustione di ossigeno.
Più avanti, alla fine degli anni '70, Lavoisier ripete gli esperimenti di Priestley e Cavendish sull"aria infiammabile", che poi lui rinominerà "idrogeno", scoprendo così che quella rugiada che si forma unendo quest'ultimo all'ossigeno altro non è che l'acqua. Lavora inoltre sull'analisi della composizione dell'aria, determinando un terzo elemento fondamentale, l'azoto, deduzione che gli permette di accantonare definitivamente la teoria del flogisto.
Tramite questi esperimenti ed altri, di tipo sia quantitativo che qualitativo, raggiunge con l'aiuto di Berthollet, Fourcroy e Morveau, eccezionali risultati nel campo della chimica, formulando la Legge di conservazione della massa, identificando diversi elementi chimici e fornendo una prima forma di nomenclatura moderna, che rende univoche e semplici le denominazioni degli elementi, creando quindi una forma di semplificazione per tutti gli altri chimici.
Negli anni '80 Lavoisier pubblica una immensa mole di scritti: rimane storico il suo "Traité Élémentaire de Chimie", del 1789, arrivato fino agli attuali studenti grazie alla traduzione inglese di Kerr, suo collega d'Oltremanica, considerato a tutti gli effetti il primo libro di testo di chimica moderna; in questo testo sono inoltre presenti i suoi importanti risultati nello studio sui legami chimici, soprattutto per ciò che riguarda le reazioni radicaliche ed i fenomeni di allotropia, scoperti tramite lo studio del diamante come forma di reticolo cristallino del carbonio.
Antoine Lavoisier muore a Parigi il giorno 8 maggio 1794, decapitato dal regime del Terrore come uno dei grandi traditori in quanto proprietario di una agenzia di riscossione delle tasse: il giudice, rigettando una richiesta di grazia nei suoi confronti, afferma nell'occasione "La Repubblica non ha bisogno di geni". Significativa è però la reazione del mondo scientifico, riassumibile in una frase del matematico Lagrange, ormai passata alla storia: "Ci è voluto solo un istante perché gli staccassero la testa, ma la Francia non ne avrà un'altra così neanche in un secolo".

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