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lunedì 16 novembre 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 16 novembre.
Il 16 novembre 1940 i nazisti completano il muro con cui isolarono il ghetto di Varsavia, il più grande d'Europa.
Già prima della guerra a Varsavia, come in tante città europee, esisteva un ghetto ebraico, cioè una zona della città in cui la popolazione ebraica tendeva a vivere riunita, come oggi accade anche per tante comunità quali cinesi, italiani, filippini, ecc.
Il ghetto di Varsavia era una zona molto limitata della città, priva di spazi verdi, con case molto fitte. All'inizio del conflitto mondiale questa zona di soli 10 kmq contava oltre 400.000 persone, che divennero circa 500.000 a causa della decisione dei nazisti di concentrare tutti gli ebrei in una sola zona "per evitare rischi di epidemie in città".
Così, in una città di circa un milione di abitanti, la metà di essi era costretta a vivere in una zona grande un ventesimo.
Nel 1940 le restrizioni al libero movimento al di fuori del ghetto si inasprirono, fino alla decisione di costruire un muro che lo cingesse tutto, completato il 16 novembre.
Le condizioni di vita, già pessime di per sé, peggiorarono quando furono razionati gli alimenti: si pensi che la razione quotidiana di calorie era così stabilita: 2.310 calorie ai tedeschi, 1.790 agli stranieri, 634 ai polacchi e 184 agli ebrei. Un'epidemia di tifo e tubercolosi si diffuse rapidamente, che decimò gli abitanti: si parla di circa 2000 decessi al mese. Nel 42 iniziarono i rastrellamenti da parte delle SS, per portare gli ebrei nei campi di prigionia e sterminio. Le morti per colera e le deportazioni ridussero nel 43 gli abitanti del ghetto da mezzo milione a 70000; nel 43 la popolazione del ghetto si rivoltò ai suoi aguzzini; ad aprile fu inviato, su ordine di Himmler, il Brigadeführer Jurgen Stroop, col compito di annientare il ghetto di Varsavia in modo che per il 20 aprile, compleanno di Hitler, questi potesse festeggiare la fine degli ebrei di Polonia. Il compito fu più difficile del previsto, e solo il 16 maggio, dopo più di un mese in cui i nazisti setacciarono il ghetto casa per casa, distruggendo abitazioni, passaggi sotterranei, trincee, combattendo contro ogni uomo ad uno ad uno, Stroop potè comunicare a Berlino che "il quartiere ebraico non esiste più" e fu fatta saltare la sinagoga della città. In 3 anni, una popolazione di circa mezzo milione di persone fu completamente annientata.
La "Via della Memoria", all'interno dell'antico ghetto, ricorda oggi le atrocità commesse in quegli anni. Si parte dal Monumento agli Eroi del Ghetto, eretto nel 1948 dallo scultore Natan Rapaport e dall'architetto Marek Suzin. Il monumento rappresenta uomini, donne e bambini che lottano tra le fiamme che lentamente divorano il ghetto e una processione di ebrei condotti ai campi di concentramento dalle baionette naziste.
Il percorso della Via della Memoria è segnato da 16 blocchi di granito, con iscrizioni in polacco, yiddish ed ebraico, che commemorano i 450.000 ebrei uccisi nel ghetto e gli eroi della rivolta.

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