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martedì 24 novembre 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 24 novembre.
Il 24 novembre 1993 Robert Thompson e Jon Venables, inglesi, furono giudicati dalla corte suprema di Preston colpevoli dell'omicidio di un bambino di due anni, James Bulger, e condannati a 10 anni di carcere. I due, al momento della condanna, avevano 11 anni.
L'intera vicenda sconvolse l'opinione pubblica britannica quell'anno. Il 12 febbraio del 93 i due ragazzini bighellonavano in un centro commerciale di Bootle senza avere nulla da fare. Avevano giocato con la scala mobile, ed erano stati scacciati. Avevano rubato dei pupazzetti, ed erano stati scacciati. Non sapendo che fare, decisero di "prendere un bambino". La madre di James, Denise, aveva lasciato per un attimo suo figlio di 3 anni fuori dal negozio in cui era entrata, e al suo ritorno non lo vide più. I due lo avevano trascinato fuori e si erano allontanati di alcuni km. In quel giorno lo trascinarono, lo fecero cadere, lo buttarono per terra provocandogli una profonda ferita alla fronte, lo seviziarono, lo presero a calci e pugni finchè in serata decisero di abbandonarlo sui binari della ferrovia, sperando che un treno lo facesse sembrare un incidente. Un treno in effetti tranciò il piccolo, ma fortunatamente era già morto quando questo accadde.
L'opinione pubblica fu sconvolta non solo dall'efferatezza dei gesti dei due ragazzini, ma anche dal fatto che ben 38 persone nel corso della giornata avvicinarono i tre chiedendo loro se avevano bisogno di aiuto, e nessuno decise di intervenire o di accompagnarli a casa o in un commissariato, nonostante fosse evidente che il bimbo piangeva ed era ferito alla fronte.
Il processo fu svolto da una corte per adulti, le immagini mostrarono i due bambini in lacrime e sconvolti, e sembrava impossibile che potessero essere gli autori di quell'incredibile sequenza di eventi.
I ragazzi, che non testimoniarono in propria difesa, furono giudicati colpevoli e condannati alla prigionia in un carcere minorile. Il Lord Capo di Giustizia, Lord Taylor of Gosforth, giudicò successivamente che la coppia avrebbe dovuto trascorrere almeno 10 anni in custodia. Ciò fu contestato dalla Law Lords, che giudicò "illegale" per il Segretario aver deciso una sentenza minima per colpevoli al di sotto dei 18 anni d'età.
Nell'ottobre del 2000, il Capo di Giustizia Harry Woolf ridusse la sentenza minima di due anni, in ragione della buona condotta in carcere e per il rimorso mostrato negli anni della detenzione, ripristinando la sentenza originaria di 8 anni minimi di detenzione.
Nel 1999,gli avvocati di Venables e Thompson fecero appello al Tribunale Europeo dei Diritti dell'Uomo, affermando che il processo ai loro assistiti non era stato legale, dal momento che essi erano troppo giovani per essere giudicati da una corte per adulti. Lamentarono che l'atmosfera di eccessiva tensione aveva reso impossibile un equo processo. La Corte rispose favorevolmente.
Nel giugno del 2001, dopo 6 mesi di revisione, i ragazzi furono giudicati non più una minaccia per la pubblica sicurezza e poterono essere rilasciati, essendo scaduto nel febbraio di quell'anno il tempo minimo di detenzione. Il segretario David Blunkett approvò la decisione, ed essi furono rilasciati poche settimane più tardi, sotto identità segreta in base ad un programma stile "protezione di testimoni". Essi vivono sotto una "licenza a vita", che consente la loro immediata incarcerazione qualora dovessero rivelarsi nuovamente dei pericoli pubblici. Inoltre, è stato loro vietato di incontrarsi.

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