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venerdì 20 novembre 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 20 novembre.
Il 20 novembre 1945 ebbe inizio il Processo di Norimberga, in cui vennero processati 24 grandi accusati nazisti da parte di giudici rappresentanti le 3 nazioni vittoriose (Unione Sovietica, Stati Uniti e Regno Unito), a cui si aggiunse la Francia. Gli alleati manifestarono l'intenzione di punire i crimini nazisti sin dal gennaio 1941; nell'ottobre 1942, con la partecipazione congiunta di Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica fu creata a Londra la Commissione interalleata per i crimini di guerra, cui fece seguito l'atto di Mosca del 30 ottobre 1943 con il quale si ponevano concretamente le basi del Tribunale Internazionale di Norimberga.
La serie di procedimenti istruiti e condotti nella città tedesca tra il 1945 e il 1946 costituisce in effetti un importante precedente per diversi ordini di motivi:
- intanto presupponeva la messa a punto di regole per la conduzione di un giudizio del tutto straordinario: il problema fu oggetto di una specifica conferenza di esperti tenuta a Londra nell'estate del 1945 e conclusasi con un accordo (8 agosto);
- quindi esigeva la determinazione dei capi di accusa sulla scorta di elementi di diritto di non scontata fondazione giuridica [dibattuti appunto a Londra e fissati in una Carta, internazionalmente riconosciuta, sottoscritta dalle grandi potenze il 6 ottobre 1945 a Berlino].
Infine doveva necessariamente assumere il difficile compito di districare i livelli di responsabilità degli imputati all'interno dell'impianto apparentemente monolitico della dittatura [in tal senso non si procedette a un esame globale, ma vennero distinti procedimenti contro grandi criminali di guerra e procedimenti contro altri protagonisti di secondo piano].
Per quanto riguarda il primo e il secondo punto, la Carta [Charter of the International Military Tribunal] aveva di fatto avallato l'iniziativa giudiziaria dei vincitori individuando tre tipi di reato perseguibili dal Tribunale Militare Internazionale: crimini contro la pace, crimini di guerra, crimini contro l'umanità.
Bisogna tuttavia osservare che nella istruzione dei processi il crimine di riferimento - per ragioni molto complesse, ma essenzialmente legate a esigenze di politica interna americana - era rappresentato dalla cospirazione alla condotta di una guerra aggressiva, mentre gli altri due apparivano accessori, in sé orrendi e giuridicamente rilevanti ma da collegare al primo, in quanto commessi nel perseguimento dell'aggressione su scala globale. In questo senso è molto chiara la prospettiva comunicata dal procuratore capo americano Jackson in una lettera al presidente Truman:
«Il nostro procedimento contro i maggiori accusati è interessato al disegno guida nazista, non agli atti individuali di barbarie o alle atrocità occorse indipendentemente da ogni piano centrale».
Sebbene il reato che l'opinione pubblica immediatamente collega al processo di Norimberga sia forse quello di crimini contro l'umanità o, come più adeguatamente si espresse il procuratore francese de Menthon, crimini contro la condizione umana, di fatto la crudeltà e ferocia dei misfatti nazisti - anche di quelli più impressionanti, documentati nel corso del procedimento, perpetrati sul corpo del popolo ebraico - nell'architettura della sentenza si iscrivevano all'interno della cornice di fondo dell'accusa: la persecuzione e lo sterminio erano stati strumenti per imporre il controllo totalitario sulla Germania prima e procedere quindi al massacro europeo. Nel dispositivo del giudizio finale si fa infatti esplicito riferimento alla connessione tra anti-Semitic policy e plans for aggressive war, così come si collegano le attività criminali delle Einsatzgruppen a quelle della Wehrmacht.
Furono portati alla sbarra, all'infuori di Hitler e degli altri responsabili nazisti che si erano sottratti al verdetto dei vincitori con il suicidio (Goebbels, Himmler, Ley) i più alti responsabili della direzione politica ed economica del Terzo Reich e i più alti quadri militari. Tra i più stretti collaboratori di Hitler uno solo, Martin Bormann, uno dei grandi assenti del processo, era stato intimo collaboratore di Hitler nel suo quartier generale durante la seconda guerra mondiale e poi era sparito nel nulla. Il tribunale ritenne che si doveva procedere contro di lui in contumacia.

I capi d'imputazione erano quattro:

(1) Cospirazione, e vale a dire la preparazione di un piano comune per l'esecuzione degli altri tre crimini successivi;
(2) Crimini contro la pace, per aver diretto guerre d'aggressione contro altri Stati, scatenando il secondo conflitto mondiale e commettendo la violazione di ben trentaquattro trattati internazionali;
(3) Crimini di guerra, per aver compiuto una serie di violazioni del diritto internazionale bellico contenuto nella Convenzione dell'Aja, per esempio attraverso i trattamenti disumani nei confronti di popolazioni civili e prigionieri di guerra (torture, schiavitù, saccheggi ecc);
(4) Crimini contro l'umanità, per aver commesso atti d'estrema atrocità nei confronti di avversari politici, minoranze razziali e di interi gruppi etnici (il genocidio degli Ebrei).

Il 10 ottobre 1946 fu emessa la sentenza della Corte internazionale che pronunciò le seguenti condanne:
- A morte: Göring Hermann, il "numero due" della Germania, il personaggio più importante del nazismo al processo. Goring, come ministro dell'interno della Prussia, istituì il Geheimes Staatspolizeiamt che successivamente divenne la Gestapo, potente polizia segreta del regime; dopo il successo nelle elezioni del 30 fu nominato Presidente del Reichstag, quindi Feldmaresciallo, comandante della Luftwaffe. Fu uno dei principali artefici della potenza militare tedesca, facendo mobilitare tutte le forze economiche dello Stato per il riarmo. Partecipò nella pianificazione delle guerre d'aggressione in violazione del Trattato di Versailles e degli altri accordi e trattati internazionali. Imputato dei capi d'accusa 1, 2, 3 e 4;
Ribbentrop von Joachim, dal 1938 al 1945 ministro degli esteri del Reich, fu protagonista del Patto nazi-sovietico del 1939 (conosciuto pure come Molotov-Ribbentrop), i cui protocolli segreti fissavano la spartizione dell'Europa centro-orientale tra Germania ed Unione Sovietica. Imputato dei capi d'accusa 1, 2, 3 e 4;
Rosenberg Alfred, ministro del Reich per le zone d'occupazione nell'Europa orientale, autore del saggio "Il mito del 20° secolo, di stampo razzista. Imputato dei capi d'accusa 1, 2, 3 e 4;
Streicher Julius, insegnante elementare, fu il violento propagandista della persecuzione degli Ebrei. Fondò nel 1923 il settimanale "Der Stürmer" del quale restò proprietario e direttore fino al 1945. Imputato dei capi d'accusa 1 e 4;
Kaltenbrunner Ernst, capo dei servizi di sicurezza del Reich. Imputato dei capi d'accusa 1, 3 e 4;
Frick Wilhelm, ex ministro degli Interni del Reich, che in questa qualità aveva introdotto una legge sulla sterilizzazione chirurgica dei malati. Imputato per i capi d'accusa 1, 2, 3 e 4;
Sauckel Fritz, procuratore generale di Hitler come responsabile per i lavori forzati di manodopera straniera. Imputato dei capi d'accusa 1, 2, 3 e 4;
Seyss-Inquart Arthur, avvocato, governatore del Reich per i territori occupati nei Paesi Bassi. Imputato dei capi d'accusa 1, 2, 3 e 4;
Frank Hans, avvocato, dal 1939 fu governatore della Polonia controllata dai nazisti e ministro della Giustizia del Reich. Soprannominato il "boia della Polonia", fu imputato dei capi d'accusa 1, 3 e 4;
Keitel Wilhelm, capo di Stato maggiore dell'OKW. Imputato dei capi d'accusa 1, 2, 3 e 4;
Jodl Alfred, generale di corpo d'armata. Capo delle operazioni militari dell'OKW (Oberkommando der Wehrmacht, che riuniva le tre Forze Armate) e consulente di Hitler. Preparò, in pratica, tutti i piani di guerra della Germania. Imputato dei capi d'accusa 1, 2, 3 e 4.
- All'ergastolo: Raeder Erich, ex comandante supremo della Marina militare, nel 1940 preparò l'attacco alla Norvegia. Fu sostituito nel 1943 dal grande ammiraglio Dönitz. Imputato dei capi d'accusa 1, 2 e 3;
Funk Walter, ministro dell'economia del Reich e dal 1939 presidente della Deutsche Reichsbank (banca centrale del Reich). Imputato dei capi d'accusa 1, 2, 3 e 4;
Hess Rudolf, il delfino di Hitler, ad Auschwitz sperimentò lo sterminio di massa nelle Camere a gas con lo Zyklon B (Pietruzze imbevute di Acido Cianidrico) fu imputato dei capi d'accusa 1, 2, 3 e 4;
- A 20 anni di reclusione: Speer Albert, architetto, ministro del Reich per l'armamento e le munizioni. Imputato dei capi d'accusa 1, 2, 3 e 4 ;
Schacht Horace Greely Hjalmar, banchiere, presidente della Reichsbank e ministro dell'economia, poi sostituito da Funk. Dal 1944 nel Campo di concentramento di Flossenbürg. Imputato dei capi d'accusa 1 e 2.
- A 15 anni di reclusione: Neurath von Konstantin, primo ministro degli esteri di Hitler e poi protettore del Reich per la Boemia e la Moravia. Imputato dei capi d'accusa 1, 2, 3 e 4.
- A 10 anni di reclusione: Dönitz Karl, grande ammiraglio, comandante della Kriegsmarine (la flotta da guerra), fu il successore di Hitler; alla sua morte costituì un governo che ebbe come compito principale quello di firmare la resa (il 7 maggio 1945). Imputato dei capi d'accusa 1, 2 e 3.
- Assolti : Schacht Horace Greely Hjalmar, banchiere, presidente della Reichsbank e ministro dell'economia, poi sostituito da Funk. Dal 1944 nel campo di concentramento di Flossenbürg. Imputato dei capi d'accusa 1 e 2;
Papen von Franz, vicecancelliere nel primo gabinetto Hitler del 1933, successivamente ambasciatore a Vienna ed Ankara. Imputato dei capi d'accusa 1 e 2;
Fritzsche Hans, giornalista; dal maggio del 1933 direttore delle informazioni presso il servizio stampa del ministero della propaganda, fu soprattutto accusato come "fantasma" del suo superiore, Goebbels, il ministro della propaganda del Reich. Imputato dei capi d'accusa 1, 3 e 4.
II 15 ottobre 1946 nella prigione di Norimberga furono eseguite le condanne a morte; Goring si suicidò, dopo la condanna. Numerose altre condanne furono emesse da tribunali militari delle singole potenze d'occupazione della Germania, soprattutto da corti americane, ma all'inizio degli anni cinquanta le circostanze della guerra fredda arrestarono l'opera dei tribunali alleati e introdussero larghe amnistie per le condanne già emesse. Soltanto alla fine del 1958 la giustizia tedesca cominciò a lavorare in modo coordinato sui grandi crimini nazisti.


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