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giovedì 26 novembre 2020

#Almanacco quotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 26 novembre.
Il 26 novembre 1922, dopo due settimane di intensi, ma attenti scavi per liberare l'entrata, l'archeologo Howard Carter e il suo finanziatore Lord Carnarvon arrivarono ad aprire la porta della tomba del faraone Tutankhamon, nella valle dei Re sulla riva sinistra del Nilo all'altezza di Tebe. Avevano scoperto i gradini che portavano l'ingresso il 4 novembre, e la notizia aveva già destato l'attenzione del mondo intero: mai prima di allora era stata rinvenuta una tomba non ancora violata dai ladri, e inoltre non vi era fino ad allora alcuna certezza che questo faraone fosse veramente esistito, a causa della "damnatio memoriae" che i faraoni successivi avevano perpetrato su tutta la dinastia che aveva seguito il faraone eretico di Amarna, Ackenaton.
Quel giorno, invece, Carter tolse la prima delle pietre che sigillavano l'ingresso e illuminò l'interno con una torcia. Lord Carnarvon gli chiese: "cosa vede?"; Carter, nel meraviglioso aplomb inglese che fece notizia, rispose solo "cose meravigliose".
Ci vollero quattro anni per portare alla luce e catalogare tutto ciò che era ammassato nella tomba, e questo ci può solo far pensare a quale immensa perdita di tesori l'umanità abbia subito a causa dei furti di tutte le altre tombe dei faraoni egizi.
Tutankhamon, che morì molto giovane, a causa probabilmente delle ferite alla testa in seguito ad una caduta di cavallo, fu seppellito in fretta e furia quando la sua tomba non era ancora ultimata. Per questo motivo solo la camera sepolcrale è decorata, e tutto il corredo è stato ammassato alla rinfusa nelle stanze che la compongono.
Cofani preziosi, un trono d'oro, vasi di alabastro, bizzarre teste d'oro di animali a cui facevano da sentinella, l'una di fronte all'altra, due statue con grembiuli e sandali d'oro; e poi suppellettili, monili, 4 carri d'oro smontati perchè non potevano essere introdotti insieme, e tanto altro ancora.
Finalmente, nel 1926, fu aperta la stanza sepolcrale e il cofano d'oro che racchiudeva i resti del faraone. Furono estratte e separate quattro bare contenute una nell'altra e costituite, complessivamente, da circa ottanta pareti; il loro trasporto richiese ottantaquattro giorni di duro lavoro. L'ultima bara racchiudeva l'enorme scrigno ricavato da un unico blocco di quarzo giallo, coperto da una lastra di granito. All'interno c'erano dei lini, sotto i quali apparve il re. Non era ancora la mummia, ma il ritratto in oro del giovane faraone; la testa a tutto tondo aveva il volto in oro puro dipinto, gli occhi in aragonite e ossidiana, le palpebre e le sopracciglia in lapislazzuli; anche le mani erano a tutto tondo, il corpo, invece, lavorato a bassorilievo. Quando l'11 novembre 1927, la mummia di Tutankhamon fu resa agli studiosi, apparve subito evidente che gli oli e le resine avevano indurito e incollato tutto. Ad accezione del volto, dei piedi e delle mani che erano chiusi in involucri d'oro, l'ossidazione dei composti resinosi aveva quasi completamente carbonizzato i tessuti e le ossa.
Oggi i tesori contenuti nella tomba sono conservati al museo egizio del Cairo. Si pensi che se il piano terra contiene oggetti e manufatti relativi all'antico regno, un periodo che va dal 2700 al 2200 a.C., l'intero primo piano contiene solamente oggetti provenienti dalla tomba di Tutankhamon. La sola mummia del faraone, contenuta nel sarcofago più piccolo, è stata lasciata nella tomba, affinchè il giovane re continui per l'eternità a riposare là dove è rimasto indisturbato per oltre 3000 anni.

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