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lunedì 2 marzo 2020

#Almanaccoquotidiano, a cura di #MarioBattacchi

Buongiorno, oggi è il 2 marzo
Nella notte tra il 2 e il 3 marzo 2008 è stata riaperta a San Giovanni Rotondo la bara che contiene il cadavere di san Pio. Secondo le dichiarazioni del locale arcivescovo le unghie e il mento erano ben conservati pur essendo trascorsi quarant'anni dalla sua morte, ma non sono state rese pubbliche fotografie. "La salma si è conservata bene", ha detto il vescovo di San Giovanni Rotondo-Manfredonia-Vieste, monsignor Domenico D'Ambrosio, delegato per la Santa Sede per le opere di Padre Pio. "Sin dall'inizio - ha riferito - si vedeva chiaramente la barba. La parte superiore del teschio è in parte scheletrita, il mento è perfetto, il resto del corpo è conservato bene. Si vedono benissimo le ginocchia, le mani, i mezzi guanti, le unghie. Se padre Pio mi permette, è come se fosse passato un manicure".
Tutta l'operazione è avvenuta davanti a una commissione composta da medici e religiosi sotto la supervisione di monsignor D'Ambrosio. Presenti anche alcuni parenti del Santo. Hanno partecipato anche Consiglia De Martino, la donna di Salerno guarita dalla rottura traumatica del dotto toracico (il miracolo è servito alla beatificazione del Cappuccino di Pietrelcina) e Matteo Pio Colella, il ragazzo di San Giovanni Rotondo affetto da una sindrome multiorgano scatenata da una meningite, la cui guarigione, ritenuta scientificamente inspiegabile, è stata dichiarata "miracolo" per la canonizzazione.
Dal 24 aprile 2008 al 23 settembre 2009 a San Giovanni Rotondo è stata esposta la salma di Padre Pio, all'interno di una teca di cristallo costruita appositamente. Essa in realtà è stata poco visibile: il volto, conservato solo nella parte inferiore, era talmente decomposto da essere stato ricoperto da una maschera di silicone che ne riproduce le sembianze. La salma poggiava su un piano di plexiglas forato e rivestito di tessuto. Al di sotto vi erano due contenitori in pvc pieni di gel di silice per la regolazione dell’umidità.
Nella teca è stato immesso azoto per evitare ulteriori decomposizioni.
Il 23 settembre 2009, nell'anniversario della morte, si è conclusa l'esposizione della salma con una solenne cerimonia.
Il 19 aprile 2010 la salma di San Pio è stata traslata nella cripta della nuova Chiesa di Padre Pio, decorata con i mosaici del sacerdote gesuita sloveno Marko Ivan Rupnik e con il soffitto ricoperto di foglia oro, ricavato dalla fusione degli ex voto che i fedeli negli anni hanno donato a San Pio. Tuttavia, l'inaugurazione di una siffatta cripta è stata contrassegnata da forti polemiche, sia da parte del mondo laico che da parte degli stessi cattolici, in quanto un tale sfarzo è decisamente contrario agli ideali dell'Ordine Francescano (al quale Padre Pio apparteneva) improntati all'umiltà e alla povertà.

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