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sabato 31 maggio 2014

Ho sempre avuto un altra #Possibilità



 imm da arm2.staticflickr.com

"Pochi istanti dopo essere venuta al mondo, il mio cuore ha smesso di battere.
A quattro anni, sono annegata nell’oceano.
A cinque anni, sono scivolata da un tetto coperto di ghiaccio.
A otto anni, ho preso l’influenza spagnola. Quattro volte.
A ventidue anni, mio marito mi ha spinto con violenza contro un tavolino, uccidendomi.
A trent’anni, sono morta durante un bombardamento tedesco su Londra.
E su di me cadevano le tenebre.
Ma ho sempre avuto un’altra possibilità..."


  Kate Atkinson da "Vita dopo vita" 

venerdì 30 maggio 2014

Il #Sentierodei #Profumi di Cristina Carboni


 
 imm. da commenti.kataweb.it


Quando Cail si scostò facendole posto, in silenzio Elena chinò la testa e poggiò il viso sull’oculare. E fu come immergersi in un mondo di velluto nero, dove enormi brillanti splendevano di una luce unica, profonda e mai vista prima. Il cuore prese a batterle forte, mentre una sensazione strana la invadeva facendola sentire piccola e umile. Le emozioni si mescolarono in lei, mentre la scia luminosa della Via Lattea splendeva così vicina, ma in realtà infinitamente lontana..."
da 


 Cristina Caboni da  "Il sentiero dei profumi"

giovedì 29 maggio 2014

#Rapporto difficile: tratto da La sposa silenziosa di A.S.A. Harrison


 
imm. da zagara.blog.tiscali.it


Jodi e Todd sono a un punto cieco del loro matrimonio. Lei è la moglie perfetta, psicologa, riceve a casa i pazienti, ma non porta mai a casa il lavoro. Lui è un affermato uomo d'affari. Lei è vissuta all'ombra di lui. L'ha accudito, l'ha coccolato, l'ha reso un uomo di successo. E ha sopportato pazientemente che fossero altre donne a prendersi il lato migliore del marito. Ma la sua vita è arrivata a una svolta: Jodi non può più accettare di essere una moglie silenziosa e ora deve scegliere tra giustizia e vendetta... "La sposa silenziosa" scava nelle profondità del rapporto più difficile, quello di un uomo e una donna, che scelgono di trascorrere una vita insieme, tra concessioni che non possono essere fatte e promesse che non possono essere mantenute.

A. S. A. Harrison da  "La sposa silenziosa"

mercoledì 28 maggio 2014

#IlProfumodelle #Magnolie






http://thumbs.dreamstime.com


In un giorno di maggio, con il profumo delle magnolie che avvolge l'aria, Rebecca impara che la realtà non è mai una sola. A quattordici anni dovrebbe preoccuparsi dei compiti e degli amici, ma la vita ha altri piani. Ora che sua madre non c'è più scopre che c'è una persona che vuole prendersi cura di lei: suo padre. Proprio quell'uomo che, secondo quello che le ripeteva sempre sua madre, le aveva abbandonate quando era piccolissima. Eppure adesso lui le racconta una verità diversa, che Rebecca non avrebbe mai potuto immaginare: non è figlia unica come credeva, ma ha un fratello, Ben. Un bambino Down dai dolcissimi occhi a mandorla. Affrontare tutto questo non è facile. Ricominciare da zero, in una nuova città e con una famiglia di cui non sapeva l'esistenza. Rebecca non ha più punti di riferimento, si sente smarrita come una piccola nave nella vastità dell'oceano. Ma a starle accanto c'è Ben, la sua sensibilità, la sua spontaneità, il suo affetto incondizionato che non chiede nulla in cambio. All'inizio Rebecca non riesce a sentirsi a suo agio con il fratello. Eppure, giorno dopo giorno, capisce che bisogna andare oltre le apparenze e i pregiudizi. E impara che a volte un abbraccio tanto stretto da togliere il fiato può sciogliere ogni paura, che un sorriso sincero
può far guardare al mondo con occhi diversi e una carezza può far riscoprire il valore delle piccole cose. Perché la vita è fatta di tante sfumature. E ci sono mille modi per essere speciali...


 Maranich Darcie da "La dove fioriscono le Magnolie"

martedì 27 maggio 2014

#Movimento sincrono



 imm. da life.style.it

Perchè si sta così male quando il movimento non è sincrono? Non è molto difficile da capire: tutte queste cose che passano, che ci sfuggono per un'inezia e che perdiamo per l'eternità... tutte le parole che avremmo dovuto dire, i gesti che avremmo dovuto fare, i kairòs folgoranti che un giorno sono apparsi ma che non abbiamo saputo cogliere, e che sono sprofondati per sempre nel nulla...

  Muriel Barbery, L'eleganza del riccio

lunedì 26 maggio 2014

#Castelli interi di... #Menzogne


imm. da 1.bp.blogspot.com/ 

 C'è gente che mente senza problemi, che costruisce sulla menzogna castelli interi, evitando poi di porsi domande oppure continuando a mentire fino a perdere di vista la verità. Come i giocatori d'azzardo che rilanciano continuamente nella speranza di rifarsi e invece precipitano sempre più in basso.

Diego Galdino - Mi arrivi come da un sogno

sabato 24 maggio 2014

#VagoniDi #TerzaClasse


 imm. da i43.tinypic.com/s5jkea.jpg


In uno dei vagoni di terza classe fin dall'alba si erano ritrovati seduti, l'uno di fronte all'altro, accanto al finestrino, due passeggeri entrambi giovani, entrambi quasi senza bagaglio, vesti­ti senza eleganza, con delle fisionomie piutto­sto notevoli ed entrambi, infine, desiderosi di attaccar discorso. Se ognuno dei due avesse saputo che cosa proprio in quel momento li rendeva reciprocamente interessanti, certo si sarebbero entrambi meravigliati dello strano caso che li aveva fatti incontrare, seduti l'uno di fronte all'altro, in un vagone del trenoVarsavia-Pietroburgo"

  F. Dostoesky - L'idiota

venerdì 23 maggio 2014

#Pezzo mancante


 imm.da ppcdn.500px.org/


Non voglio essere il suo pezzo mancante. Non voglio essere soltanto quella che gli è sopravvissuta.
E io lo so che mi mancherà, anche se non riuscirò mai ad ammetterlo. Farò finta di niente, fingerò che questi anni non mi siano passati dentro, fingerò di averli scordati o di non averli vissuti mai.
Stasera me ne andrò e taglierò tutti i ponti e vorrò dimenticare tutto, la sua faccia, la sua voce, il posto dove viveva. Vorrò dimenticare tutto e vorrò anche non tornare più. Lascerò indietro dei pezzi di me, e non raccoglierò nemmeno i cocci che perderò per strada.
Mi starò bene così. Mi accontenterò di come sono, rotta, ammaccata, funzionante solo a metà.

  Valentina D'Urbano, Il rumore dei tuoi passi

mercoledì 21 maggio 2014

#QuelleCome#Me



imm. da upload.wikimedia.org



Quelle come me sono capaci di grandi amori e grandi collere, grandi litigi, grandi pianti e grandi perdoni.
Quelle come me non tradiscono mai, quelle come me hanno valori che sono incastrati nella testa come se fossero pezzi di un puzzle, dove ogni singolo pezzo ha il suo incastro e lì deve andare.
Niente per loro è sottotono, niente è superficiale o scontato, non le amiche, non la famiglia, non gli amori che hanno voluto, che hanno cercato, e difeso e sopportato.
Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive...
Quelle come me donano l'anima, perché un'anima da sola, è come una goccia d'acqua nel deserto.
  Alda Merini

martedì 20 maggio 2014

#Telepatia #Comunicare





 imm. da libreriadelsanto.it/


A quel punto uno degli uomini più giovani fece un giro al centro; si sapeva che si era offerto per eseguire un compito speciale quel giorno stesso.
Lasciò l’accampamento molto presto e corse via, precedendoci.
L’anziano si fermò di colpo e cadde in ginocchio.
Prese a ondeggiare lievemente su se stesso, le braccia tese in avanti, mentre tutti gli si radunavano intorno.
Tutti tacevano, ma c’era un’espressione intenta sui loro volti.
Mi fu spiegato che stavano ricevendo un messaggio dal giovane che era partito la mattina presto in esplorazione.
Venne inviata – a sua volta - una risposta telepatica.
Solo allora cominciai a capire il motivo per cui la nostra marcia si svolgeva sempre in silenzio.
Questa gente utilizzava abitualmente la telepatia per comunicare, e io stavo assistendo a uno di questi scambi.
Fu un’esperienza davvero eccezionale, e se non fossi stata presente credo che avrei avuto serie difficoltà a credere a quanto era accaduto.
Infine il capo si rivolse a me sorridendomi e disse: “Ora sai come si sente un indigeno la prima volta che va in città e vede qualcuno infilare una moneta nell’apparecchio telefonico, comporre il numero e cominciare a parlare con qualcuno. Per noi è questa la cosa incredibile”.
Pensai che i miei connazionali sarebbero stati restii a credere a questa cosa.
In effetti loro sono in grado di accettare tranquillamente che in tutto il mondo gli uomini si massacrano l’un l’altro, ma non che sulla terra possano esistere persone che si amano e si aiutano reciprocamente, che vadano alla ricerca dei propri talenti e che li onorino così come onora quelli altrui.

  Marlo Morgan  da ”E venne chiamata due cuori "

domenica 18 maggio 2014

Un Attimo di #Tranquillità




 imm. da arcobalenohunza.org/meditazione.jpg

Concediti un attimo di tranquillità e comprenderai quanto tutto il tuo agitarti sia inutile.
Impara a rimanere in silenzio e ti accorgerai di aver parlato troppo.
Sii gentile e ti renderai conti di aver giudicato gli altri con eccessiva severità.

  Antico proverbio cinese,  dal libro Apri il Tuo Cuore alla Felicità

Un #Silenzio #Strano

imm. ilrestodelgargano.it
La sera Hervé Joncour preparò i bagagli. Poi si lasciò portare nella grande stanza lastricata di pietra, per il rito del bagno. Si sdraiò, chiuse gli occhi, e pensò alla grande voliera, folle pegno d’amore. Gli posarono sugli occhi un panno bagnato. Non lo avevano mai fatto prima. Istintivamente fece per toglierselo ma una mano prese la sua e la fermò. Non era la mano vecchia di una vecchia.
Hervé Joncour sentì l’acqua colare sul suo corpo, sulle gambe prima, e poi lungo le braccia, e sul petto.
Acqua come olio. E un silenzio strano, intorno. Sentì la leggerezza di un velo di seta che scendeva su di lui. E le mani di una donna – di una donna – che lo asciugavano accarezzando la sua pelle, ovunque: quelle mani e quel tessuto filato di nulla. Lui non si mosse mai, neppure quando sentì le mani salire dalle spalle al collo e le dita – la seta e le dita – salire fino alle sue labbra, e sfiorarle, una volta, lentamente, e sparire.
Hervé Joncour sentì ancora il velo di seta alzarsi e staccarsi da lui. L’ultima cosa fu una mano che apriva la sua e nel suo palmo posava qualcosa.
Aspettò a lungo, nel silenzio, senza muoversi. Poi lentamente si tolse il panno bagnato dagli occhi. Non c’era quasi più luce, nella stanza. Non c’era nessuno, intorno. Si alzò, prese la tunica che giaceva piegata per terra, se la appoggiò sulle spalle, uscì dalla stanza, attraversò la casa, arrivò davanti alla sua stuoia, e si sdraiò. Si mise a osservare la fiamma che tremava, minuta, nella lanterna. E, con cura, fermò il Tempo, per tutto il tempo che desiderò.
Fu un nulla, poi, aprire la mano, e vedere quel foglio. Piccolo. Pochi ideogrammi disegnati uno sotto l’altro. Inchiostro nero.

  Alessandro Baricco, Seta

sabato 17 maggio 2014

#TuMihai #Dato


 imm.skuola.net/img/tesina-amore.jpg


Tu mi hai dato la più grande felicità possibile.
Sei stato in ogni senso tutto quello che un uomo poteva essere.  Voglio dirti che devo a te tutta la felicità della mia vita.
Sei stato infinitamente paziente con me. E incredibilmente buono. Tutto mi ha abbandonata tranne la certezza della tua bontà.
Non posso continuare a rovinare la tua vita.
Non credo che due persone avrebbero potuto essere più felici di quanto lo siamo stati noi.


  Virginia Woolf, Lettera di addio al marito

giovedì 15 maggio 2014

#Mulini a #Vento



 Mi piacciono tanto i mulini a vento e quando penso a loro mi viene in mente l'Olanda infatti,   ho sempre pensato che fossero di origine Olandese e invece mi sbagliavo.   La loro origine ebbe inzio in Persia. Pare che i primi esemplari vennero costruiti nel VII secolo d.c.   e  si utilizzavano  per macinare cerali e azionare le pompe per l'irrigazione dei campi.
In Europa "esattamente  in Olanada e Inghilterra" i primi mulini a vento si sono visti nel XII / XIII secolo e  il loro uso  non sarà esclusivamente agricolo ma  anche per spremere oli, macinare sale, azionare segherie e per drenare l'acqua in eccesso.

 
 imm.tecnologia-ambiente.it/ /2013/05/olanda.jpg


Ma torniamo all'Olanda.  Per gli olandesi, i  mulini a vento sono delle vere icone tant'è vero che è stata istituita la Giornata nazionale dei  mulini a vento che cade il 12 maggio di ogni anno.  In questa giornata  tutte le pale dei mulini vengono posizionate al centro e stanno a indicare  appunto il momento di festa del Paese. Per le festività nazionali vengono decorati con fiori, immagini di angeli ed in alcuni casi con la bandiera olandese. 



 

mercoledì 14 maggio 2014

#L'organo più #Complesso


imm. da  digiphotostatic.libero.it/


Tutti dicono che il cervello sia l’organo più complesso del corpo umano, da medico potrei anche acconsentire.Ma come donna vi assicuro che non vi è niente di più complesso del cuore, ancora oggi non si conoscono i suoi meccanismi. Nei ragionamenti del cervello c’è logica, nei ragionamenti del cuore ci sono le emozioni.

  Rita Levi Montalcini

martedì 13 maggio 2014

#Suonavamo perchè...


 imm. artistialavoro.com

 Suonavamo perchè l'Oceano è grande, e fa paura,suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov'era, e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio. E suonavamo il ragtime, perché è la musica su cui Dio balla, quando nessuno lo vede.


  A.Baricco, Novecento

lunedì 12 maggio 2014

Quando essere #Felici rende #Tristi



 imm. .silkandscissors.it

 Pensavo a lui quando capivo di non voler sprecare il tempo che mi era stato donato.
E mi sentivo padrona della mia vita. Mi sentivo felice.
Negli ultimi tempi c'erano molte che mi rendevano felice,
Ma sentirmi felice mi rendeva triste.
Triste che lui non fosse qui a vedere le cose che lo avrebbero reso felice.


  Laurie Graff, Devi baciare un sacco di rospi


domenica 11 maggio 2014

La #Madonna della #Cornabusa



Santuario della Madonna della Cornabusa imm.turismovalleimagna.it


  Il Santuario della Madonna della Cornabusa ricavato da una grotta naturale, sorge  a circa  a 700 metri di altitudine e si trova a "frazione Cornabusa"  Cepino S. Omobono Imagna in provincia di Bergamo, la grotta santuario e' seminascosta  dal torrente  della montagna. 

 Vi racconto in poche righe cio' che io ho appreso su questo bellissimo  santuario che si trova in una vera oasi di verde. 

La storia vuole che, nel  XV secolo durante la guerra  fra Guelfi e Ghibellini, una  anziana  donna  nascose in una caverna la statuetta della Madonna Addolorata. In seguito, una ragazza sordomuta fin dalla sua nascita, mentre pascolava le pecore nei paraggi vi entrò ( forse per un temporale improvviso o forse per curiosità) e vide la statuetta della Vergine Maria. Una volta tornata a casa disse ai famigliari  cio' che aveva trovato nella grotta  fu cosi si accorsero che la ragazza aveva riacquistato non solo la voce, ma anche l'udito, questo fu il primo miracolo che la Madonna compì, dopodiche' i miracoli si sono moltiplicati  e fu edificato il santuario.



 
 interno della grotta santuario 


La statuetta  della Vergine che si trova  nel santuario è scolpita nel legno ed  è alta 80 cm. Le analisi scientifiche effettuate su di essa  hanno accertato  che risale alla prima parte del XV secolo ed è di provenienza toscana.   Ancora oggi non si conosce il percorso che abbia potuto fare nè come sia finita nelle mani della anziana signora che trovo rifugio nella grotta (ora santuario) durante la guerra tra Guelfi e Ghibellini.







venerdì 9 maggio 2014

#Affrontare il #Dolore



 imm. imblog.aufeminin.com/

L'uomo dovrebbe imparare ad affrontare il dolore perché non è tutto da gettare via.
C'è un dolore che tormenta e uno che matura. Un dolore che distrugge e un altro che avvisa per tempo di ciò che occorre fare.


  Romano Battaglia, La strada di Sin


#LibroForum: leggere con i ragazzi

I ragazzi del Girotondo di racconti
© 2014 Accademia dei Sensi
 Non può essere un caso. Altrimenti ascoltare Marino Sinibaldi, che, con i suoi ospiti al Salone Internazionale del Libro di Torino, si interroga sulle modalità di formazione dei lettori, non mi avrebbe fatto lo stesso effetto. Invece, in questo momento, emoziona particolarmente sentire espresse le perplessità verso le campagne promozionali dell’editoria per affermare la necessità di sostenere l’educazione alla lettura nelle scuole primarie al fine di trovare nuovi lettori. Non può essere un caso che accada adesso, appena dopo aver terminato il ciclo del “Girotondo di racconti”. Il pur breve viaggio in auto aggiunge significato alla circostanza, tratteggiandone nettamente l’immagine di passaggio di condizione. Quello nostro, dell’Accademia dei Sensi, che, partendo quest’anno con il “LibroForum” in qualità di gruppo di lettura tra adulti, approda alla discussione di racconti con gli scolari. Quello dei ragazzi che leggono libri per adulti che parlano di bambini, libri per bambini che parlano agli adulti e che lo fanno con “adulti bambini”, talvolta scoprendosi “bambini adulti” pur essendo comunque “bambini che diventeranno adulti”.
 E questo passaggio si realizza nel percorrere i ricordi di quest’avventura, premessa dall’esuberanza di Fabiola negli appuntamenti del LibroForum; iniziata con l’idea di Sophie di coinvolgere i compagni di scuola di Fabiola; decisa da me, Madame Psychosis e Alessandro Toppi con Lia e il suo istituto “Defoe Progetto Scuola” e acclamata da Francesca e Catia, maestre, e dai loro alunni delle terze elementari. E quindi vissuta. Tra marinai e capitani che sfidano fantastici pesci visibili a pochi in cerca del proprio destino; ragazzi al mare che incontrano altri, bizzarri e inquietanti; anime che appaiono per rivendicare il proprio arredamento; volti bendati e lacrimanti di chi reclama il proprio naso; giudici che dirimono dispute ortografiche. Tra lingue di Menelik, pernacchie, fischietti e ululati; dita alzate, occhi imploranti, mani che tirano il microfono, piedi che cercano spazio tra le gambe inquiete di scolari seduti a terra. Tra diffidenza e timidezza iniziale e infine pretese di espressione di opinioni apparentemente ripetitive ma sempre genuine. Tra schiette dichiarazioni di gusto e acutissime osservazioni sorprendenti. Tra voci squillanti e sussurri balbettanti. Tra gli occhi vispi e appassionati di chi non può subire confini. E rendersi conto che con Monica Yellnikoff, Alessandro Toppi, Mithrius, Primula, Nonna Nella, Bikifari, Nino, Nevina, Ipazia, Lina Morselli, Sophie e tutti gli Accademici che hanno partecipato, anche se nel silenzio, piuttosto che incitare i ragazzi ad alzare lo sguardo oltre un orizzonte, forse siamo riusciti a superare un altro nostro limite per scoprirci ancora un po’ “adulti che restano bambini”.

© 2014 Accademia dei Sensi - Licenza CC BY-NC-ND 3.0

Il #Crepacuore e la #Gioia



 imm. 2.bp.blogspot.com


E ricordo di aver pianto come un bambino.
Fu allora che compresi per la prima volta che cos'è l'amore. Non come mi sentivo, o come mi
faceva sentire, non quello che speravo fosse, ma quello che era, e soprattutto quello che era quando non mi ci mettevo di mezzo.
Fosti tu a mostrarmelo. Era lì da sempre, ma qualcosa in quella notte, in quelle persone, il senso
di perdita e possesso, il crepacuore e la gioia, tutto si mescolò in quell'istante e avevo vissuto per tutta la vita desiderando di amare senza che l'amore si mescolasse al dolore che mi portavo dentro.
Il dolore per mio padre, per l'assenza di mia madre, per aver corso tanto senza mai essere
abbastanza veloce, senza mai essere all'altezza.
Ma quella notte mi liberai, presi per la prima volta un respiro abbastanza profondo da
riempirmi tutto. Era da una vita che lottavo tra le onde, sballottato e rigirato come un bambolotto di stracci, tentando continuamente di emergere, urlando in cerca d'aria, ma una mano invisibile mieneva sotto la schiuma e la cresta delle onde. In quel momento tu fermasti le onde, mi sollevasti sopra la superficie e mi riempisti di te.

  Charles Martin, Le parole tra di noi

mercoledì 7 maggio 2014

#Tuffo ardito


 
 imm. da imthelittlemissfit.files.wordpress.com



L'unico modo per conoscere profondamente un essere è l'atto di amore; questo atto supera il pensiero, supera le parole. È il tuffo ardito nell'esperienza dell'unione.

  Erich Fromm, L'arte di amare

martedì 6 maggio 2014

La #Nozione che fa la #Differenza


imm. da i1.ytimg.com

Ho pensato che siccome a scuola prendevo il massimo dei voti ed ero il primo della classe, sarei stato primo anche nella vita. Invece no. Perché nella vita la nozione é importante ma non é tutto, é quello che fai con quella nozione che fa la differenza. Servono molte altre qualità per primeggiare e io quelle non le ho mai avute.

  F. Volo - La strada verso casa

lunedì 5 maggio 2014

#Venere Vincitrice #Antonio Canova



 imm. da settemuse.it

Paolina Buonaparte nella incarnazione della Venere Vincitrice - scultura  neo-classica  di nudo femminile a grandezza naturale  di Antonio Canova.

 Si puo' ammirare a Galleria Borghese - Roma

sabato 3 maggio 2014

Audio #Enciclopedia delle donne: Eleonora Duse - legge Ipazia



imm. wikipedia. org


Clicca sul link per ascoltare

#Primavera e... #Universo nelle testa



 imm. da 3.bp.blogspot.com/



Siamo stati educati a fare nostro tutto ciò che ci piace, tutto ciò che è vicino a noi, fa parte della nostra intimità.
Sia a livello della conoscenza sia a quello dei sentimenti facciamo nostro tutto ciò che accostiamo, che si avvicina a noi.
Il nostro modo di ragionare, il nostro modo di amare corrisponde ad un’appropriazione. La nostra cultura, la nostra istruzione scolastica, vogliono che imparare e sapere equivalgano a far nostro attraverso strumenti di conoscenza capaci, lo crediamo, di apprendere, di capire, di dominare tutta la realtà, tutto ciò che esiste, tutto quello che percepiamo con i nostri sensi e ciò che è al di là di essi.
Vogliamo avere l’intero universo nella nostra testa, talvolta l’intero mondo nel nostro cuore. Non vediamo che un tale gesto trasforma la vita del mondo in qualcosa di finito, di morto in un certo senso, perché il mondo perde così la sua propria vita sempre estranea a noi, esterna a noi, altra da noi.
Farò un esempio. Se capissimo esattamente quello che fa la primavera, perderemmo probabilmente la contemplazione stupita davanti al mistero della crescita primaverile, perderemmo la vita, la vitalità alle quali tale rinascita universale ci consente di partecipare senza che possiamo conoscere né controllare donde ci arrivino la gioia, la forza, il desiderio che ci animano. Ammesso che fosse possibile analizzare ogni elemento di energia che avviene nell’esplosione della primavera, ne perderemmo lo stato globale che proviamo quando siamo immersi(e) in essa con tutti i nostri sensi, il nostro intero corpo, la nostra anima.
Questo stato, mi permetterò di dire: questo stato di grazia, che ci procura la primavera, lo conosciamo talvolta, per lo meno parzialmente, quando ci troviamo in un nuovo paesaggio, in una manifestazione cosmica straordinaria, in un ambiente che ci è insieme percettibile e impercettibile, conosciuto e sconosciuto, visibile e invisibile. Siamo situati, in tal caso, in un’atmosfera, in un evento che sfuggono al nostro controllo, alla nostra competenza, alla nostra intenzione, al nostro stesso immaginario. La nostra risposta a tale «mistero» allora può essere la sorpresa, l’incanto, la lode, talvolta l’interrogazione, ma non può essere l’appropriazione, la riproduzione, la ripetizione.
Lo stato – fisico o spirituale – che produce in noi la primavera, certi paesaggi, certi fenomeni cosmici, può accadere all’inizio di un incontro con altri. L’altro ci commuove in tal modo nei primi momenti di un incontro, toccandoci in maniera globale, non conoscibile, non padroneggiabile. Poi, troppo spesso, lo facciamo nostro – o la facciamo nostra – attraverso la conoscenza, la sensibilità, la cultura. Entrando nel nostro orizzonte, nel nostro mondo, l’altro perde la stranezza della sua attrazione. La sua presenza ci circondava di un certo mistero, comunicandoci un risveglio sia corporeo sia spirituale, ma lo riconduciamo a noi, lo conglobiamo a nostra volta. Al limite, non lo vediamo più, non lo udiamo più, non lo percepiamo più. Fa parte di noi. A meno che non lo respingiamo.
L’altro è dentro o fuori. Non è dentro e fuori, facendo parte della nostra interiorità ma rimanendo anche fuori, esterno, estraneo a noi, altro. Svegliandoci con la sua alterità, con il suo mistero, con l’infinito (in due parole: non l’assoluto) che rappresenta per noi. E proprio quando non lo conosciamo, o quando accettiamo che resti per noi non conoscibile, che l’altro ci illumina in qualche modo, ma di una luce che ci rischiara senza che sia possibile afferrarla, capirla, analizzarla, farla nostra.
La totalità dell’altro, come quella della primavera, ci tocca al di là di ogni conoscenza, di ogni giudizio, di ogni riduzione a noi, al nostro, a ciò che ci è in qualche modo proprio. In termini un po’ eruditi, potrei dire che l’altro, l’altro in quanto tale, in quanto altro, esiste al di là di ogni predicato attribuito da noi: non è mai un questo o un quello assegnato a lui/lei da noi. E proprio quando sfugge a ogni giudizio da parte nostra che l’altro emerge come un tu, sempre altro e inappropriabile dall’ io.

Luce Irigaray, Tra Oriente e Occidente

venerdì 2 maggio 2014

#IlCoraggio di agire


 
imm. web

 Non è vero che il mondo è di tutti, il mondo lo meritano coloro che fanno il possibile per migliorarlo, che lottano ogni giorno per difendere i più deboli dalle discriminazioni, che spendono la loro vita lottando per la pace voluta da tutti, ma cercata disperatamente solo da alcuni che hanno il coraggio di agire. 

 Alessia S. Lorenzi da “Come il Canto del Mare

giovedì 1 maggio 2014

#L'amoreFa #Miracoli


 imm. tuttolandia1.files.wordpress.com

Una giovane madre era in attesa del secondo figlio. Quando seppe che era una bambina, insegnò al suo bambino primogenito, che si chiamava Michele, ad appoggiare la testolina sulla sua pancia tonda, e cantare insieme a lei una «ninna nanna» alla sorellina che doveva nascere.
La canzoncina, che faceva «Stella stellina, la notte si avvicina...», piaceva tantissimo al bambino, che la cantava più volte.
Il parto però fu prematuro e complicato. La neonata fu messa in una incubatrice per cure intensive.
I genitori trepidanti furono preparati al peggio: la loro bambina aveva pochissime probabilità di sopravvivere.
Il piccolo Michele li supplicava: «Voglio vederla! Devo assolutamente vederla!».
Dopo una settimana, la neonata si aggravò ancor di più. La mamma allora decise di portare Michele nel reparto di terapia intensiva della maternità. Un'infermiera cercò di impedirlo, ma la donna era decisa ed accompagnò il bambino vicino al lettino ingombro di fili e tubicini, dove la piccola lottava per la vita.
Vicino al lettino della sorellina, Michele istintivamente avvicinò il suo volto a quello della neonata e cominciò a cantare sottovoce: «Stella stellina...». La neonata reagì immediatamente. Cominciò a respirare serenamente, senz'affanno. Con le lacrime agli occhi, la mamma disse: «Continua, Michele, continua!». Il bambino continuò.
La bambina cominciò a muovere le braccine. La mamma e il papà piangevano e ridevano nello stesso tempo, mentre l'infermiera incredula fissava la scena a bocca aperta. Qualche giorno dopo, la piccola entrò in casa in braccio alla mamma, mentre Michele manifestava rumorosamente la sua gioia!
I medici della clinica, imbarazzati, definirono l'avvenimento con parole difficili. Ma la mamma e il papà sapevano che era stato semplicemente un miracolo dell'amore di un fratellino per una sorellina tanto attesa.

Bruno Ferrero  "I fiori semplicemente fioriscono"

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