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martedì 20 maggio 2014

#Telepatia #Comunicare





 imm. da libreriadelsanto.it/


A quel punto uno degli uomini più giovani fece un giro al centro; si sapeva che si era offerto per eseguire un compito speciale quel giorno stesso.
Lasciò l’accampamento molto presto e corse via, precedendoci.
L’anziano si fermò di colpo e cadde in ginocchio.
Prese a ondeggiare lievemente su se stesso, le braccia tese in avanti, mentre tutti gli si radunavano intorno.
Tutti tacevano, ma c’era un’espressione intenta sui loro volti.
Mi fu spiegato che stavano ricevendo un messaggio dal giovane che era partito la mattina presto in esplorazione.
Venne inviata – a sua volta - una risposta telepatica.
Solo allora cominciai a capire il motivo per cui la nostra marcia si svolgeva sempre in silenzio.
Questa gente utilizzava abitualmente la telepatia per comunicare, e io stavo assistendo a uno di questi scambi.
Fu un’esperienza davvero eccezionale, e se non fossi stata presente credo che avrei avuto serie difficoltà a credere a quanto era accaduto.
Infine il capo si rivolse a me sorridendomi e disse: “Ora sai come si sente un indigeno la prima volta che va in città e vede qualcuno infilare una moneta nell’apparecchio telefonico, comporre il numero e cominciare a parlare con qualcuno. Per noi è questa la cosa incredibile”.
Pensai che i miei connazionali sarebbero stati restii a credere a questa cosa.
In effetti loro sono in grado di accettare tranquillamente che in tutto il mondo gli uomini si massacrano l’un l’altro, ma non che sulla terra possano esistere persone che si amano e si aiutano reciprocamente, che vadano alla ricerca dei propri talenti e che li onorino così come onora quelli altrui.

  Marlo Morgan  da ”E venne chiamata due cuori "

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